WRC | Il nuovo punteggio è dannoso e pericoloso
Talvolta capita di avere la sensazione che chi occupa i posti di comando del motorsport abbia le idee quantomeno confuse, e i nuovi punteggi del mondiale WRC non fanno altro che confermare questa impressione. Nei giorni scorsi, la Federazione ha infatti pubblicato il regolamento 2024 della categoria regina dei Rally, andando a formalizzare in pratica quanto deciso nel corso del World Motorsport Council tenutosi a Baku ad inizio dicembre. Si tratta di una sorta di rivoluzione, di cui francamente gli appassionati avrebbero fatto volentieri a meno.
La gara si vince… al sabato
Andando a riassumere quello che è uscito dal Consiglio Mondiale, ogni appuntamento del WRC si troverà a dare lo stesso numero di punti massimi rispetto al passato, ma suddivisi in modo diverso. Alla fine della giornata di sabato, infatti, la classifica sarà congelata, e ritenuta valida per l’assegnazione dei punteggi ai primi dieci, secondo il sistema 18-15-13-10-8-6-4-3-2-1. Gli equipaggi faranno però segnare il proprio score solo se porteranno a termine la giornata di domenica; in caso contrario, scaleranno lasciando il posto agli inseguitori.
L’ultimo giorno, invece, vedrà in pratica una classifica a parte, con i primi sette alla fine delle prove domenicali premiate secondo la scala 7-6-5-4-3-2-1. A tutto ciò, vanno chiaramente aggiunti i bonus della Power Stage, rimasti invariati rispetto al passato. Che dire: un sistema a dir poco cervellotico, della cui introduzione nessuno sentiva il bisogno.
Quando i rally mondiali diventano… Sprint Race
Non si tratta di un esperimento del tutto nuovo nel mondo del traverso. Basti pensare alle due gare separate nel Tricolore, introdotte qualche anno fa. Resta il fatto che il 2024 del WRC vivrà una situazione decisamente surreale, perché contraria allo spirito della categoria e, in definitiva, di qualsiasi competizione riguardante sfide contro il tempo su percorsi predefiniti.
Nel corso della sua lunga storia, infatti, il regolamento del Mondiale Rally ha subìto tante modifiche, ma restando sempre fedele ad un assioma fondamentale. In sostanza, chi impiega meno tempo a chiudere la gara, rispettando tutti i regolamenti, è il vincitore, e deve essere premiato come tale al termine dell’evento, portando a casa più punti rispetto ai rivali. Bene: tutto questo, con i nuovi regolamenti, andrà tranquillamente a farsi benedire, per usare un eufemismo, con buona pace dello sport.
Facendo due conti facili, infatti, il crearsi di situazioni paradossali sarà più che possibile: ad esempio, il secondo classificato alla fine, andando a sommare tutti i punti presi, potrebbe averne conquistati più del vincitore stabilito il sabato sera. C’è forse un modo peggiore per sminuire una vittoria, se non quello di fare i conti alla fine della giornata e vedere che chi ha terminato dietro ha preso più punti per il Mondiale?
Difficile creare interesse
Formalmente, la Federazione ha introdotto questo nuovo sistema per evitare che le PS della domenica mattina continuino ad essere delle mere fasi interlocutorie in vista della Power Stage. Scusate, verrebbe da dire: ma allora non sarebbe stato meglio togliere i punti all’ultima prova del rally, senza creare tutto questo bailamme?
Sembra quasi che ci sia lo zampino di...Liberty Media, dietro a tutta questa rivoluzione. Nel mondo del motorsport iper-social, iperattivo e iper...finto (va detto), non si vuole più accettare che un evento di questo tipo non possa interessare in ogni momento. Ma ci saranno sempre e comunque fasi di studio, belle per altri motivi, apprezzate dai veri appassionati, quelli che si vuole a tutti i costi sostituire con un nuovo pubblico che sa ben poco della disciplina, ma fa storie su Instagram e quindi genera "like".
Infine, una considerazione: come si può sperare di creare interesse in questo modo? Il WRC ormai da diversi anni versa in uno stato poco felice, con poche Case interessate a entrare, la fuoriuscita di un marchio storico come Citroen e un pubblico sempre più esiguo. Come si può pensare di attrarre nuovi interlocutori e nuovi appassionati con un sistema di punteggio che richiede un foglio excel per ogni evento? Questo resta un mistero bello e buono.
Del doman non v’è certezza
Francamente, erano altri gli aspetti su cui sarebbe stato opportuno concentrarsi per rilanciare la categoria. Innanzitutto, bisogna capire quale direzione intraprendere dopo il 2025. L’introduzione dell’ibrido sulle vetture si è rivelata un vero e proprio boomerang, che ha generato ancora più difficoltà a team e piloti, facendo lievitare i costi e aumentando esponenzialmente i malumori, tanto che si è più volte paventata l’opzione di eliminare la componente elettrica dalle macchine (che sono veramente bellissime e super performanti).
Nel 2024, sarà concesso di correre senza l’ibrido, ma applicando comunque una componente elettrica fittizia, evitando quindi di creare differenze di peso evidenti. Insomma, siamo di fronte ad una categoria che, purtroppo, è agonizzante da tempo, e pare che gli enti governativi del motorsport non vogliano fare nulla di concreto per salvarla.
Costruttori senza interesse, piloti che si disimpegnano e punteggi deliranti: il WRC non gode di buona salute, e il futuro si fa sempre meno roseo. Peccato, ma che rabbia!
Nicola Saglia