WSBK | Genesio Bevilacqua di Althea Racing: “Sarebbe ora di unire MotoGP e SBK”
Genesio Bevilacqua, patron del team Althea Racing, dopo l’intervento a Radio LiveGP si è lasciato condurre in una lunga chiacchierata che ha portato a delineare un progetto interessante. Con la crisi economica dovuta al Covid-19, la soluzione potrebbe essere di unire MotoGP e SBK per massimizzare esposizione e contenere i costi. Senza dimenticare l’EWC.
Genesio Bevilacqua, che ne pensi della ripartenza del CIV?
“Guarda io ero nel gruppo della conversazione, ovviamente ero al margine perchè per Althea Racing il CIV è una piattaforma di lancio ma non è l’obiettivo primario quindi ho lasciato spazio a chi lo svolge a tempo pieno. Non mi attendevo si parlasse di progetti triennali, per noi è interessante al punto di schierare Gabellini, che ha di fatto un contratto con noi. Ma sempre come piattaforma di lancio, anche se oggi più che mai campionati nazionali ed europei diventano a mio parere fondamentali.”
Parlaci della tua visione del motorsport internazionale nel futuro
“Facciamo una premessa: gli organizzatori dei campionati sono aziende. Ognuno difende la propria posizione e giustamente le aziende devono generare profitto, ma dal 2013, in cui si è formalizzata l’acquisizione della SBK da parte della Dorna, non ho capito il tipo di gestione che stanno svolgendo. Mi sembra solamente che la Superbike ha perso parecchio negli ultimi 7 anni, partendo dall’idea della EVO in cui noi abbiamo creduto ma che non è più andato da nessuna parte. Sarebbe stato perfetto, avrebbe permesso di applicare una formula simil-CIV che ridurrebbe i costi e mostrerebbe come un’azienda abbia lavorato sul prodotto di base. Ma non credo più a questa favola.”
Facciamo un excursus storico
“Dopo il 2008, momento in cui la crisi ha colpito soprattutto i figli poveri del motorsport, i Flammini hanno dato filo da torcere con la SBK anche alla stessa MotoGP, soprattutto a livelli di visibilità. Dall’acquisizione da parte della Dorna però non sembra ci sia una strategia che renda più attraente la serie. Prima di tutto, immagino che non ci sia pubblico a sufficienza per due campionati, gli anni coinvolgenti e con grandi budget sono finiti. Così ho immaginato: perchè non unificare i palinsesti ed unire i due campionati?”
Cioè?
“Se per strada chiedi cos’è la MotoGP ad una persona, ti risponderà Valentino Rossi. Se chiedi cosa sia la SBK, la maggior parte delle persone vanno in confusione. Però le case sono interessate ad entrambi i campionati, sia per far vedere la massima espressione della tecnologia che per far vedere la propria moto di serie all’opera. Quindi perchè non unire entrambe le cose in una sola formula, che permetterebbe una visibilità enorme a tutte e due le realtà? “
Non sarebbe screditante ad esempio per Honda, che in SBK non vince da tempo?
“No, perchè se i due campionati fossero uniti il disimpegno non esisterebbe. La Honda non ha mai partecipato con la propria emanazione diretta, mentre ora hanno deciso di intervenire. Questo avrebbe reso molto diversa la situazione e se le due realtà fossero unite anche le altre case risparmierebbero molto a livello di organizzazione e tecnologia. Una sola hospitality, una chiara differenza tra prodotto di serie e prototipi, la possibilità di creare delle fiere vere e proprie ad ogni gara!”
In che senso?
“Per fare un esempio, Honda Thailandia sarebbe sicuramente interessata ad una cosa del genere. Durante le gare basta che i concessionari ed i distributori possano creare una grande esposizione dei prodotti delle case, in modo da massimizzare l’esposizione sempre durante le gare. Ed in più, aumenterebbero l’indotto di circuiti e campionato partecipando alle spese dell’appuntamento. Basterebbe poi rendere le moto SBK completamente Stock per abbattere i costi e rendere chiara la differenza tra prodotto derivato dalla serie e prototipi sviluppati dalle case.”
Sarebbe anche comodo per gli spostamenti di categoria
“Ovviamente, è molto più semplice approcciarsi dalla SBK alla MotoGP piuttosto che dalla Moto2 o dalla Moto3. Alle case non interessa la Moto3 così com’è ora, è un esborso di soldi immane. Io ho creato il progetto con Moriwaki con il nostro trofeo, ma poi l’organizzatore ha creato all’interno del Motomondiale un campionato che secondo me starebbe meglio in una formula europea. Attualmente l’entry class costa quanto e più di una Superbike e non forma i piloti a sufficienza per poi poter competere nelle massime espressioni.”
E dove si trova il problema?
“Secondo me il retaggio storico da competitor della SBK sta in qualche modo inibendo qualcuno che non concepisce l’idea di unire le due cose. Questo genera un campionato che in caso di necessità si può vendere senza problemi e come effetto collaterale vediamo delle Superbike che costano un’enormità e che a Jerez, con Rea in sella, certe volte si mette dietro svariate MotoGP.”
E la Moto2?
“Chi l’ha inventata è un nemico del motociclismo. Cioè, una casa storica come MV Agusta, vanto italiano che ha scritto la storia delle competizioni su due ruote, costretta a montare un motore Triumph? A mio parere, senza cercare di essere troppo poetico, è contro l’etica del motociclismo. La Moto2 è inutile, proprio come la Moto3 che ormai sembra una ‘motozappa’ con 40 piloti che fanno il tempo solamente in scia. Ci vogliono idee alternative.”
Il Covid-19 quindi potrebbe essere quasi un alleato?
“Si sta parlando di weekend unificati per necessità proprio a causa del virus. Mi dà fastidio il fatto che ci voglia una crisi del genere per avere un’idea a cui la matematica non può dare torto. Qualche personaggio non si è dato per vinto ed ora di necessità vien fatta virtù. Poi bisognerebbe chiedere all FIM perchè fa contratti pluriannuali su queste cose, così come il maggior azionista dei due campionati dovrebbe chiedere spiegazioni sulla gestione dell’assett SBK.”
Genesio Bevilacqua e Althea Racing nell’Endurance. Ti è mai venuto in mente?
“L’EWC è un’isola felice ed è composta da persone che ancora hanno i valori del motociclismo. Però anche lì con limitazioni, se tu vedi i budget per la 8h di Suzuka sono costi che non hanno nulla a che vedere con il resto del campionato. L’Endurance francese è diverso, gli upgrade sono pressochè artigianali, il che rende il campionato più vivo e dà modo agli ingegneri ed ai meccanici di esprimersi. Niccolò Canepa, David Checa il fratello di Carlos, Lagrieve... tutti piloti che si sono trovati bene. È anche possibilie che l’EWC sia una dimensione più appropriata per i team, ma dall’altro lato penso sia il caso di cominciare a pensare di ottimizzare anche i campionati in stile MotoGP e SBK. E dovrebbe essere una cosa fatta in comune, tutti insieme.”
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