Siamo arrivati al giro di boa di questo campionato del mondo: è giunto dunque il momento di consegnare agli annali le prime, parziali, valutazioni della stagione 2016.

In un Mondiale che si preannunciava come quello del definitivo rilancio di casa Ferrari, il ruolo di schiacciasassi lo ha invece ricoperto, ancora una volta, il team Mercedes. I tedeschi hanno confermato il dominio incontrastato messo in scena nelle precedenti due stagioni aggiudicandosi ben 10 delle 11 gare fin ora disputatesi, con l'unica eccezione rappresentata dal Gran Premio di Spagna, vinto dalla Red Bull con Verstappen, dopo il contatto al via tra le due monoposto di Brackley. Le Frecce d'Argento hanno inoltre fatto registrare la pole position in altrettante gare: è stato infatti Ricciardo l'unico pilota in grado di interrompere lo strapotere tedesco in occasione del GP di Monaco.

Ora, come chiunque possa facilmente intuire, il bilancio meramente statistico non può che rasentare la perfezione per la scuderia di Stoccarda. Entrambi i piloti in testa al mondiale, un vantaggio siderale sulle inseguitrici nella classifica costruttori, il tutto incorniciato da una superiorità disarmante. Come sempre però non è tutto oro ciò che luccica e anche il team teutonico ha evidenziato qualche piccolo difetto in quello che, all'apparenza, sembrerebbe costituire un meccanismo perfetto ed infallibile. Tale pecca è da ricercarsi nel fattore "umano". Le vetture no: quelle certamente sono perfette, senza la minima imprecisione progettuale. I due piloti invece hanno talvolta dimostrato di poter mandare all'aria la supremazia della casa di Stoccarda. Come sempre, quando delle persone con emozioni si affrontano, queste ultime giocano inevitabilmente un ruolo chiave. Ed è altrettanto vero che i due piloti Mercedes siano entrambi grandi campioni con la vittoria come unico obiettivo. L'unico obiettivo: ecco, questo è il "problema" più grande che i tedeschi devono risolvere.

La Formula 1 è uno sport individuale o di squadra? Entrambe le risposte sono corrette, dato che esistono due classifiche distinte. Una per i piloti (individuale) ed una per i costruttori (a squadre). Ma quale delle due ha più peso?

Se lo si dovesse chiedere ad un qualsiasi pilota risponderà la prima. Così come un team principal dirà la seconda. Le grandi scuderie sono più o meno sempre riuscite a trovare un compromesso. Compromesso che spesso si traduce in prima e seconda guida, provvedimento che in Mercedes non sembrerebbero intenzionati a mettere in atto. "Lewis e Nico sono e saranno sempre liberi di lottare per la vittoria. A patto che non danneggino il team." Quante volte abbiamo udito queste parole uscire dalla bocca di Toto Wolff o Niki Lauda?

Ed effettivamente è così: Hamilton e Rosberg hanno sempre dato spettacolo e prova del loro talento in pista, deliziando il pubblico con duelli sempre ricchi di emozioni. A volte fin troppo, Barcellona docet.

Tutto questo porta ad un bilancio non esattamente impeccabile sotto il punto di vista "piloti" per la Mercedes. Avere due compagni di box estremamente competitivi rischia sempre di diventare deleterio con il passare del tempo. Ad oggi il borsino dice che Lewis comanda la classifica dopo una strepitosa rimonta ai danni di Nico. Ma la situazione potrà ribaltarsi ancora diverse volte nei prossimi 11 appuntamenti.

Gli obiettivi dei campioni del mondo per questa seconda parte di campionato saranno principalmente tre. Mettere definitivamente in cambusa il terzo titolo costruttori consecutivo, evitare crolli nel rapporto tra i suoi due alfieri, garantendo allo stesso tempo la possibilità ad entrambi di giocarsi il titolo fino alla fine ed infine raccogliere più dati possibili per poter mettere in strada una vettura in grado di vincere anche l'anno prossimo, con il cambio di regolamento previsto per il 2017. L'unica speranza che al momento gli avversari coltivano per contrastare il dominio targato Mercedes.

Alessandro Gazzoni

 

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