Vettel, che stacco: in realtà la corsa inizia bene per la Ferrari. Vettel, dalla sua seconda piazzola, scatta meglio di Hamilton (partito “ovviamente” in pole), e con una manovra tiratissima per via degli spazi ristretti, riesce a portarsi in testa dopo curva 1. Dietro di loro, tutto procede più o meno senza cambiamenti. L’esultanza di Maranello per la leadership conquistata da Seb però, dura abbastanza poco, in quanto Lewis fa capire da subito che proprio non ce n’è. L’inglese è visibilmente più veloce, e il sorpasso è solo questione di tempo. Sorpasso che infatti arriva dopo nemmeno 6 giri, con Vettel che, avendo capito che il passo della Mercedes è di un altro livello, nemmeno prova a difendersi.  

Guerra tra Bottas e Ricciardo: dietro i due contendenti al titolo, è vera “guerra” fra gli altri. Bottas occupa inizialmente la terza posizione, e deve difendersi da un Daniel Ricciardo che sferra degli attacchi impressionanti da lontano. L’australiano, rendendosi conto di non avere la velocità per sopravanzare la Mercedes, decide di andare “all in” e tentare il tutto per tutto alla prima curva, dove per tre tornate consecutive tira al povero Valtteri una serie di staccate così ritardate da avere un fuso orario diverso. Purtroppo per il “bibitaro” però, la lotta durerà poco, a causa di un guasto al motore che metterà fine alle ostilità.

Raikkonen in ascesa e Verstappen in vera rimonta: dopo una partenza non proprio felice, chi piano piano stava risalendo la china è Kimi Raikkonen. Dopo una manciata di tornate, essendosi liberato dell’ottimo Ocon e complice il ritiro di Ricciardo, il finlandese in rosso raggiunge il connazionale argentato per la lotta al podio. I due se le danno di santa ragione per un po', raggiungendo persino Sebastian Vettel che là davanti procede a rilento e che a breve si sarebbe fermato per il secondo pitstop. Dopo aver preso le misure, e una volta trovata strada libera da Vettel che stava pittando, finalmente Iceman trova lo spunto necessario per superare. Il tutto mentre da dietro affila le corna il pilota più “indemoniato” del momento, ovvero Max Verstappen. Il figlio di Jos, causa penalità in griglia, scattava dalla sedicesima posizione, e durante il Gran Premio è una vera e propria furia. Scansa gli avversari come birilli, e dopo la sua seconda sosta ai box inizia a far capire agli altri che sul finale di gara dovranno vedersela anche con lui per il podio.

Sosta in più per Sebastian Vettel: durante il duello sopracitato la gara di Seb continua nel più totale anonimato. Nonostante il cambio gomme insieme agli altri, il passo non c’è, e non solo non può minimamente pensare ad Hamilton là davanti, ma come scritto sopra deve addirittura guardarsi le spalle da Bottas e Raikkonen che stanno recuperando terreno. Cosi, contro ogni previsione, a Maranello decidono di passare al piano B, e di richiamare il numero 5 al box per un secondo pitstop. Sebastian esegue, e si ritrova in quarta posizione con una mescola più fresca, dovendo pensare però a Max Verstappen che con la sua stessa strategia si ritrova e meno di due secondi. I giri successivi, complice il cambio gomme, sono velocissimi sia per Seb che per Max, i quali sul finale raggiungono il povero Bottas. Il primo ad attaccarlo è Seb, con uno di quei sorpassi all’esterno (con tanto di doppiato a fare da ostacolo) destinati ad essere lasciati ai posteri. Nemmeno Max ci mette molto, e dopo una serie di “affiancamenti” nel terzo settore sopravanza il finlandese, il quale ad Austin le ha prese praticamente da qualsiasi cosa avesse le ruote.

Solo Raikkonen davanti: superato Bottas, a separare Vettel e Verstappen dal podio c’è solo Kimi Raikkonen (con mescole meno fresche). Il sorpasso di Seb dura ovviamente poco, complice forse un ordine di scuderia, mentre quello di Verstappen si dimostra ben più complicato. L’olandesino raggiunge Iceman proprio durante l’ultimo giro, e non avendo abbastanza velocità per tentare l’attacco sul dritto, si “inventa” qualcosa di impossibile: nelle ultime curve, riempie tutti gli specchietti di Kimi cercando pertugi da tutte le parti, e a tre curve dal traguardo prova a infilarsi in uno spazio che non esiste. Il ferrarista ovviamente non se l’aspetta, e rimane impietrito nel vedere una Red Bull venir fuori dal nulla. Podio sfumato dunque per il numero 7, salvo poi vederselo riassegnare per un colpo di scena dopo il traguardo: secondo la direzione gara infatti, Verstappen ha superato Raikkonen tagliando un pezzo di pista (effettivamente aveva tutte e quattro le ruote oltre la linea di delimitazione), e decide di infliggergli un penalty di cinque secondi, che relega di fatto il figlio di Jos in quarta posizione.

Conclusioni e opinioni? La gara texana ha offerto parecchi spunti su cui valutare. Innanzitutto, per “toglierci” il discorso sugli altri, c’è da dire che la nuova lineup Renault sarà molto competitiva nel 2018, grazie ad un Carlos Sainz che alla prima presenza ha dimostrato di averne eccome. In secondo luogo, crediamo sia necessario esprimere la nostra solidarietà a Fernando Alonso, che ad Austin è stato protagonista del ritiro numero 11 su 16 gare. Wow. Tornando alla lotta al vertice, tralasciando la penalità di Verstappen che era assolutamente “ingiusta” (hanno infatti tutti tagliato ovunque per tutto il weekend), considerando anche il titolo costruttori matematicamente portato a casa da Mercedes, crediamo non serva un genio per ammettere che al momento, le freccie d’argento, continuano ad essere le vetture migliori. Sempre le più veloci su quasi tutti i circuiti, e soprattutto indistruttibili sotto ogni condizione. Se non fosse per la mediocrità di Bottas, probabilmente avremmo ancora entrambi gli alfieri di Stoccarda nelle prime due posizioni del mondiale, e nonostante l’incredibile prestazione messa in pista da Maranello, in Ferrari faranno bene a valutare. E’ infatti vero che il mondiale rosso è stato incredibile e che il Cavallino è stato il team che ha migliorato di più, ma è anche vero che per l’ennesima volta si arriva secondi. Contro questa Mercedes, “tutto” deve essere perfetto, e nonostante un’ottima prestazione non sono ancora su quel livello. Ovviamente bravi tutti e...vi siamo vicini nella sconfitta, ma ora i tifosi si aspettano la “macchina migliore” del mondiale 2018. Per l’ennesima volta, siamo qui a dire che “vinceremo l’anno prossimo”, e la cosa a dire la verità, sta diventando antipatica.

Daniel Limardi

 

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