F1 | Il Ruanda spinge per riportare l'Africa nel calendario
Il paese africano parlerà con Domenicali e gli altri a fine settembre per provare a riportare il continente nel Crcus 30 anni dopo l'ultima gara a Kyalami
La Formula 1 continua ad attrarre ed a cercare nuovi paesi su cui espandere il proprio calendario: l’ultimo ad arrivare prepotentemente sulla scena è il Ruanda, paese dell’Africa orientale su cui lo stesso CEO Stefano Domenicali ha ammesso che ci saranno discussioni per cercare un accordo per il futuro.
Africa e Ruanda protagoniste?
L’Africa manca nel calendario della F1 dal 1993, anno dell’ultimo GP Sudafrica a Kyalami. Negli ultimi anni lo stato era tornato al tavolo con Liberty Media per provare a ritornare ad ospitare il Gran Premio, ma la concorrenza negli anni è aumentata a dismisura tra il rinnovo dei storici circuiti europei e le nuove gare in America (Miami, Las Vegas) e in Medio Oriente (Jeddah, Qatar).
Ora il candidato ad ospitare la Formula 1 in Africa è il Ruanda, un paese più piccolo e con meno storia rispetto al Sudafrica, ma con desideri potenzialmente più grandi di entrare nel giro del motorsport. Una delegazione del Rwanda Development Board era andata ad incontrare Mohammed Ben Sulayem e i rappresentanti della FIA durante il weekend del GP Monaco ed a dicembre ospiteranno nella loro capitale a Kigali l’annuale gala di fine stagione.
Domenicali sul Ruanda: “Fanno sul serio, meeting pianificato a settembre”
A rafforzare le loro ambizioni ci ha pensato anche Stefano Domenicali: il manager italiano, durante un’intervista esclusiva rilasciata ad Autosport, ha dichiarato parole molto interessante sul progetto presentata dal Ruanda per entrare in Formula 1.
Fanno sul serio, hanno presentato un buon piano per un circuito permanente e attualmente avremmo un meeting con loro verso la fine di settembre. Vogliamo andare in Africa ma per farlo dobbiamo avere il giusto investimento e il giusto piano strategico. Dobbiamo avere il momento giusto e dobbiamo fare in modo che anche in quel paese, in quella regione e in quel continente ci sia la giusta accoglienza perché loro, ovviamente, hanno altre priorità. Dobbiamo stare molto attenti nel fare le giuste scelte.
Parole che confermano dunque uno stato molto avanzato nelle discussioni tra Liberty Media e lo stato africano, anche per via del desiderio del Mondiale di ritornare nel “continente nero”. Secondo Stefano, però, tale prospettiva deve essere meditata e preparata per bene.
Stefano strizza l’occhio alla Thailandia: “Dopo Singapore andrò a Bangkok”
Continuando sulla intervista concessa ad Autosport, Domenicali ha riflettuto sulla trasformazione dello sport e il suo stato di salute, anche alla luce del grande interesse da parte del Ruanda ma anche di altri paesi, soprattutto nel sud-est asiatico, di ospitare un Gran Premio nel futuro.
Fino al 2020 eravamo in una situazione in cui il numero di posti che volevano ospitare la Formula 1 non era così numeroso. Pertanto non eravamo in grado di applicare quella che direi essere una pressione costruttiva per far crescere ciò che possiamo offrire ai nostri clienti e i nostri fan. Ora siamo dalla parte opposta. Abbiamo così tanti posti intorno al mondo che vogliono ospitare la F1 che ci permettono di lavorare insieme a tutti loro per far crescere l’esperienza. Con 24 gare ne vedo alcune che rimarranno stabili e possiamo mettere a punto quelle con cui stiamo discutendo per vedere quale sarà il futuro a medio termine. Non vedo grandi cambiamenti in arrivo nel breve termine, ma nei prossimi mesi discuteremo del 2026, 2027 e 2028. Abbiamo diverse opzioni ma siamo a buon punto.
In conclusione dell’intervista è stata fatta una domanda su un possibile inserimento nel calendario della Thailandia, uno dei paesi asiatici più vociferati per ospitare la F1 nel futuro insieme alla Corea del Sud e all’Indonesia. I piani originali parlavano di un tracciato cittadino a Bangkok, ma è tutto ancora da decidere e valutare.
Andrea Mattavelli