Credits: Ferrari Media Center
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Il Circus della Formula 1 fa tappa questo weekend a Città del Messico, su un circuito che è tornato recentemente nel calendario anche grazie all’ascesa di Sérgio Perez nello sport. Tuttavia l’Autodromo Hermanos Rodriguez ha radici profonde nella storia del Mondiale, avendo ospitato le gare di F1 dal 1963 fino al 1970 e dal 1986 al 1992. 50 anni fa, nella seconda edizione del Gran Premio del Messico, John Surtees scrisse una pagina di storia indelebile del motorsport con la Ferrari “blu”, conquistando il titolo piloti della stagione 1964 e diventando il primo e (finora) unico pilota nella storia ad essere diventato Campione del Mondo sia in Formula 1 che nel Motomondiale.

John Surtees Ferrari F1 1964
Credits: Ferrari Media Center

Un record ancora unico…

Il pilota britannico, già amato in Italia per i 7 titoli vinti con MV Agusta nel Motomondiale negli anni 50, era alla sua quarta stagione completa in Formula 1 e la sua seconda con la Ferrari. Egli avrebbe potuto rappresentare la Scuderia di Maranello già al primo anno nel 1961, ma “Big John” ritardò il suo arrivo alla Rossa in quanto allora non si sentì ancora pronto per il Cavallino Rampante. Prima di allora ci furono alcune apparizioni con la Lotus nel 1960 (con un secondo posto a Silverstone) e due stagioni con una Cooper e una Lola della Yeoman Racing che hanno fatto da “ambientamento” prima di vestire la tanto ambita tuta della Ferrari nel 1963.

Amore a prima vista con la Ferrari

Col Cavallino Rampante fu amore a prima vista e i frutti si videro soprattutto in quell’anno: la Ferrari arrivò all’ultima tappa del Mondiale 1964 (che si chiudeva in Città del Messico) davanti nella classifica costruttori di 43 punti contro i 42 della BRM e i 37 della Lotus, mentre John Surtees era secondo in classifica piloti con 34 punti e doveva inseguire Graham Hill (BRM) a quota 39. Per conquistare il titolo piloti, Surtees doveva vincere la gara o arrivare secondo e sperare che Hill non arrivasse sul podio. In lotta ci fu anche il campione uscente Jim Clark (Lotus) a 30 punti e fu proprio il britannico a firmare la pole position del Gran Premio con Dan Gurney (Brabham) in prima fila accanto a lui e la coppia composta da Lorenzo Bandini e John Surtees in una seconda fila tutta Ferrari.

I due piloti però ebbero monoposto diverse tra loro poiché l’italiano, colui che era stato etichettato dal team manager Eugenio Dragoni come colui che avrebbe riportato il titolo piloti nel nostro paese a bordo della Rossa di Maranello, corse col nuovo motore V12 della Ferrari 512 mentre il britannico era a bordo della 128 col ‘classico’ V8. Inoltre, fu la seconda ed ultima volta che le monoposto di Maranello vennero schierate dalla scuderia North American Racing Team (NART) di Luigi Chinetti in seguito alla protesta del Drake verso le autorità sportiva italiane per la mancata omologazione della 250 LM per le gare di durata categoria Gran Turismo.

Il recap della gara 

Alla partenza Jim Clark riuscì a partire bene ed a mantenere saldamente la prima posizione, mentre Surtees scese fino al 13° posto per un problema con il cinturino degli occhali (stesso problema di Graham Hill). Al 13° passaggio Surtees era già risalito al quinto posto dietro a Clark, Gurney, Hill e Bandini: successivamente l’italiano raggiunse Hill e lo mise sotto pressione fino al giro 31 quando, in un tornante, Bandini ed Hill furono protagonisti di un contatto. Lorenzo riprese la marcia dietro a Surtees, mentre Graham fu costretto a rientrare ai box due volte a causa dei danni riportati alla sua monoposto, dovendo così alzare bandiera bianca sulle sue ambizioni iridate.

Sembrava tutto apparecchiato per il secondo titolo di Jim Clark, ma a 8 giri dalla fine la sua Lotus subì la rottura del motore Climax (tubatura dell’olio), facendolo crollare fino al quinto posto in classifica nelle ultime tornate. Così al traguardo fu Dan Gurney a conquistare la vittoria del GP Messico, mentre John Surtees col secondo posto divenne il Campione del Mondo di Formula 1 1964, sigillando insieme a Lorenzo Bandini la vittoria della Ferrari nel Mondiale e Costruttori completando un’impresa che ispirerà molti piloti (tra cui un certo Valentino Rossi) ma che non verrà mai più eguagliato fino ad oggi.

E nonostante la sua storia d’amore con il Cavallino verrà interrotta improvvisamente nel 1966 a causa del suoi diverbi con Dragoni, John Surtees era e rimane tutt’oggi amato dai Tifosi e dagli appassionati di motori che, anche 7 anni dopo la sua morte, continuano a rendere omaggio alla sua figura leggendaria: quella del “figlio del vento".

Andrea Mattavelli