F1 | Tambay e la Ferrari: dall'eredità di Gilles al trionfo di Imola '83
La scomparsa di Patrick Tambay getta un velo di tristezza nel mondo del motorsport e della Formula 1 in particolare, per la perdita di uno dei piloti più rappresentativi nel periodo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta. Il francese ha legato alla Ferrari il momento probabilmente più alto della sua carriera, contribuendo in maniera decisiva alla conquista dei titoli Costruttori nelle annate 1982 e 1983, in un periodo particolarmente travagliato nella storia del Cavallino.
MARANELLO E QUELLA CHIAMATA INASPETTATA
La chiamata di Tambay a Maranello arrivò infatti in un momento segnato dalla tragica scomparsa di Gilles Villeneuve, avvenuta nelle qualifiche del GP del Belgio a Zolder il fatidico 8 Maggio 1982. Il pilota parigino, all'epoca 33enne, sembrava infatti avviato ad una fase discendente della propria carriera, dopo i buoni risultati conquistati con la McLaren durante la propria seconda stagione in Formula 1. Nonostante un accordo preliminare con la Arrows, infatti, quell'annata non vide il francese ai nastri di partenza, tanto da indurlo a guardare con interesse alla CanAm, categoria americana nella quale aveva già conquistato due titoli.
L'AMICIZIA CON GILLES
Lo scenario mutò rapidamente con la tragica scomparsa di Gilles, pilota con cui lo stesso Villeneuve aveva instaurato nel corso degli anni un profondo rapporto di amicizia. I due si erano infatti conosciuti in Canada nel 1976 durante una gara di Formula Atlantic, ritrovandosi poi l'anno dopo a debuttare contemporaneamente in Formula 1 nell'appuntamento di Silverstone. Durante il primo periodo di permanenza in Europa, la famiglia del canadese fu persino ospitata nella casa di Tambay a Cannes, prima di trasferirsi definitivamente nella vicina Montecarlo.
Dopo il tragico pomeriggio di Zolder, la Ferrari schierò il solo Pironi nei tre appuntamenti successivi, prima di convocare a partire dalla gara di Zandvoort il pilota francese, il quale si trovava in una condizione fisica tutt'altro che ottimale. Nei quattro round seguenti, il francese inanellò una serie di risultati positivi (centrando il suo primo successo in Germania) che lo proiettarono nel lotto dei candidati per la vittoria finale, complice anche il grave incidente che coinvolse l'altro ferrarista Pironi. Un nuovo problema fisico accusato durante una seduta di allenamento lo costrinse però a saltare due degli ultimi tre appuntamenti stagionali, non impedendogli però di guadagnarsi la conferma per l'anno successivo.
IL 1983 ED IL TRIONFO DI IMOLA
La stagione 1983 lo vide raggiunto in Ferrari dal connazionale René Arnoux. La vettura mostrò sin da subito un buon potenziale e Tambay si affermò come uno dei principali protagonisti nelle posizioni di vertice. In occasione del Gran Premio di San Marino a Imola, il francese si ritrovò spinto dalla passione del pubblico di fede ferrarista che lo voleva vincitore per onorare la memoria di Villeneuve, ad un anno di distanza dall'ultima gara disputata dal pilota canadese proprio sul tracciato del Santerno.
Nonostante alcuni problemi al motore, Tambay si ritrovò in testa dopo l'uscita di scena da parte di Riccardo Patrese, finito contro le barriere alle Acque Minerali ed in grado di scatenare il controverso tripudio dei tifosi. La Rossa numero 27 tagliò per prima il traguardo con il francese che alzò entrambe le mani dal volante in segno di trionfo: rimasto senza benzina nel giro di rientro, venne letteralmente "scortato" dai tifosi sino ai box.
La seconda parte di stagione si rivelò per lui meno fortunata, impedendogli di andare oltre un comunque onorevole quarto posto in classifica finale. Il suo percorso in Ferrari era comunque avviato verso la conclusione, visto l'accordo ormai da tempo siglato tra il Cavallino e l'astro nascente Michele Alboreto. La sua carriera lo vide poi affrontare un paio di stagioni con alcuni buoni piazzamenti in Renault, prima di affrontare la sfortunata esperienza con la Lola Haas nel 1986 che rappresentò la fine della sua carriera in Formula 1.
Con Patrick Tambay se ne va un pilota gentiluomo, dallo stile pulito ed elegante, ma allo stesso tempo particolarmente efficace, al punto da consentirgli di affermarsi in diverse categorie ed in contesti tra loro assai differenti. Adieu, Patrick.
Marco Privitera