L'ultimo giorno dell'anno coincide anche con la pagella dedicata alla scuderia che si è classificata ultima nel Campionato Costruttori: stiamo parlando della Williams. L'enfasi sul concetto di "ultimo" non è affatto casuale, così come non si tratta di una critica grossolana e gratuita: il nome Williams ha un passato glorioso e la sua divisione di engineering è un nome molto quotato nel settore, dunque un 2019 così brutto non può e non deve passare inosservato.

TEAM: VOTO 3. Il 2019 della Williams è una diretta conseguenza del 2018 ed evidenzia un trend che tira verso il basso: dal terzo posto nel 2014, all'inizio dell'era turbo-ibrida, si è costantemente scivolati verso l'ultimo posto, con la miseria di un punto raccolto in ventuno gare nella stagione appena conclusa, tra l'altro in un contesto di inflazione del punteggio che regala numeri in doppia cifra perfino a realtà indecifrabili come la Haas.

Per farla breve, la scuderia di Grove affronta la stagione 2019 con una vettura consistentemente lenta, lontanissima dai primi e lontana da un larghissimo centro gruppo (dove la competizione è serrata): praticamente la Williams corre in un altro campionato. Presentarsi con un progetto sbagliato o sviluppato male è anche giustificabile, ma correre "al risparmio", per una cronica mancanza di pezzi di ricambio (evidenziata già nei test invernali), è un'eventualità talmente surreale che ci fa valutare la scuderia con un tre "sulla fiducia".

Secondo gli ambienti inglesi, la ragione di questa china discendente molto pericolosa è da cercare nella dirigenza della scuderia, più che nel reparto tecnico o tra i piloti: qualunque sia la ragione è meglio che nel 2020 la musica cambi, perché aspettare la "rivoluzione" del 2021 potrebbe essere troppo tardi.

ROBERT KUBICA: VOTO 6. Il ritorno in Formula 1 di Robert Kubica è stato davvero brutto: la favola bella che si prospettava è andata in frantumi una volta che si è visto quello che poteva offrire la Williams nel 2019 e una volta che si è compreso il ruolo del polacco, una calamita per avere un po' di esposizione mediatica in più.

Robert guadagna l'unico punto nel caotico GP di Germania (sfruttando la doppia squalifica delle Alfa Romeo) e se da un lato si può elogiare la capacità di tenere la situazione sotto controllo, dall'altro si può dire che la fortuna abbia fatto pescare le decisioni giuste al momento giusto.

La sufficienza è assicurata per due motivi: 1) con una situazione di team così non si può valutare compiutamente l'operato di un pilota e allora diamo un sei politico che così...un numero lo abbiamo messo; 2) ha portato a casa un punto.

Nel confronto con il compagno di squadra è uno a zero per Robert: palla al centro, ma il season high è un evento isolato rispetto al resto dell'anno, in cui il polacco è più lento del suo compagno di squadra.

Non sapremo mai se la storia del materiale migliore destinato esclusivamente a Russell sia vera o falsa (ma, del resto, stiamo parlando di un pilota junior team Mercedes…) e il contorno di mugugni e malumori non ha fatto altro che inacidire la figura di un pilota che avrebbe ancora qualcosa da dire e dare in pista.

GEORGE RUSSELL: VOTO 6+. Il punto più alto del 2019 di George Russell è stata la spettacolare prestazione nei test post-Campionato di Abu Dhabi al volante di una Mercedes AMG.

Quanto detto già fornisce un'idea di come sia difficoltoso valutare oggettivamente la stagione del pilota britannico e quanto sia difficile non cedere alla tentazione di valutarla con un S.V. (senza voto) anche alla luce della considerazione numero uno relativa al compagno di squadra.

Il talento di Russell è evidente agli addetti ai lavori (infatti Toto Wolff ha deciso di puntare su di lui per il futuro, sbarazzandosi di Ocon): l'anno speso con una Williams senza speranza nelle retrovie evidenzia doti velocistiche e capacità di capitalizzare (tante posizioni guadagnate al via e, in Ungheria, un miracolo a sfiorare l'ingresso in Q2).

Il voto è poco più alto del compagno di squadra perché, nonostante la classifica finale, il britannico è costantemente il più veloce del duo; inoltre, come già detto, la particolare situazione potrebbe indurre a gonfiare le valutazioni, cosa che vorremmo evitare.

Rimaniamo quindi in attesa di una vettura più competitiva (che il britannico sicuramente merita) per vedere, anche attraverso errori, realmente di che pasta sia fatto.

Luca Colombo

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