Proprio a Montecarlo, nella prima storica edizione del 1950 e seconda gara assoluta della neonata categoria regina dopo l’esordio di Silverstone, Juan Manuel Fangio coglie la prima vittoria in carriera imponendosi a bordo dell’Alfa Romeo 158, doppiando tutti i presenti in pista e realizzando il primo Grand Chelem della storia (pole, vittoria, giro veloce). Il GP di Monaco del 1950 è ricordato anche per il debutto della Ferrari in Formula Uno, che con Alberto Ascari (2°) va subito a podio. Questa corsa monegasca viene rimembrata anche per essere quella in cui debutta il motore posteriore, presente sulla Cooper.

Parlando di Monaco merita una menzione particolare Maurice Trintignant, pilota francese che ha corso a cavallo tra gli anni ’50 e ‘60. Trintignant ha colto le sue uniche due affermazioni in carriera proprio nel Principato: la prima nel 1955 con la Ferrari, la seconda nel 1958 alla guida di una Cooper del Rob Walker Racing Team. Ad oggi quella britannica resta l’unica scuderia privata capace di vincere una corsa senza aver mai costruito una propria monoposto.

Nel 1959, a bordo invece di una Cooper ufficiale, Jack Brabham riesce a trionfare per la prima volta nella top class. L’australiano, che in carriera si regalerà tante soddisfazioni e ben tre titoli iridati, in quella circostanza firma anche il giro più veloce di gara. L’anno successivo fa festa la Lotus, che taglia il traguardo il primo posizione con Stirling Moss. Un successo importante per la scuderia britannica, che aveva debuttato proprio a Monaco nel 1958, il primo firmato Colin Chapman.

Anche la McLaren, così come la Ferrari, ha iniziato il proprio legame con la Formula Uno nel Principato. Correva l’anno 1966 e la scuderia fondata dall’omonimo pilota neozelandese Bruce, che corre quella corsa, è costretta al ritiro per un problema riscontrato sul motore Ford (un po’ come accade oggi con la power unit Honda, corsi e ricorsi storici…). L’anno seguente l’evento di Montecarlo viene purtroppo segnato dall’incidente mortale di Lorenzo Baldini, con il successo (il primo in carriera) dell’australiano Denny Hulme.

Tra gli anni ’70 e ’80 sono ben tre i piloti che festeggiano, nel feudo della Famiglia Ranieri, la loro prima gemma in carriera. Stiamo parlando di Jean-Pierre Beltoise (1972), Patrick Depailler (1978) e del nostro Riccardo Patrese (1982). Un’edizione, quest’ultima, ricca di colpi di scena e con continui ribaltamenti in testa alla classifica. Patrese, unico dei presenti in pista a tagliare il traguardo a pieni giri, viene informato del successo solo a margine del giro d’onore. Una vittoria che l’italiano, all’epoca in Brabham, dedica a Gilles Villeneuve, scomparso qualche settimana prima a Zolder nelle qualifiche del GP del Belgio. Proprio il canadese, nel 1981, permette alla Ferrari di centrare a Monaco la prima vittoria con motore turbo della propria storia.

Il pilota che ha legato indelebilmente il proprio nome al GP di Monaco è chiaramente Ayrton Senna. Il compianto brasiliano detiene tuttora il record di vittorie (6, cinque delle quali consecutive ottenute tra il 1989 e il 1993) e di pole position (5). Proprio a Montecarlo, il 3 giugno 1984, il mondo della Formula Uno conosce il talento di Senna che, a bordo della modesta Toleman e in condizioni meteo proibitive, conquista il primo podio in carriera piazzandosi alle spalle del vincitore Alain Prost dopo essere partito dalla 13ma posizione. Una corsa che il brasiliano avrebbe potuto anche vincere, se la direzione non avesse deciso di sventolare la bandiera rossa.

Nella classifica delle gare più “folli” corse nel Principato figura certamente ai primi posti l’edizione del 1996. Un GP caratterizzato dai capricci del meteo in cui vedono la bandiera scacchi solo quattro vetture, di cui solo le prime tre a pieni giri. A trionfare è Olivier Panis che coglie così il primo acuto in carriera, riportando al successo la Ligier dopo 15 anni di digiuno. Nel 2004 a far festa è Jarno Trulli, che conclude un weekend da sogno condito da pole e vittoria. Il successo del pescarese, che sale per la prima volta sul gradino più alto del podio, interrompe la striscia di cinque successi consecutivi di Michael Schumacher, costretto al ritiro dopo un contatto con Juan Pablo Montoya nel tunnel.

Chiudiamo questo pezzo Flashback citando Julies Bianchi. Nella sua breve carriera il pilota francese, morto nel luglio 2015 in seguito alle gravi lesioni riportate nell’incidente verificatosi nove mesi prima a Suzuka, coglie proprio a Montecarlo gli unici punti in carriera grazie al 9° posto ottenuto con la Marussia nell’edizione del 2014. 

Piero Ladisa

 

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