F1 | Messico, il focus sul Gran Premio
Partenza caos, vincono i furbi. Al semaforo verde dalle prime file scattano tutti senza sorprese (a parte Vettel che retrocede su Massa). Hamilton mantiene la prima posizione e sceglie una traiettoria interna alla prima curva per evitare il ritorno del compagno di squadra che da dietro sfruttava la sua scia nel lungo rettilineo. La manovra sembra intelligente, se non per il fatto che la staccata ritardata del campione del mondo su una traiettoria non idonea, per delle ovvie leggi fisiche, non può permettergli di riuscire a percorrere curva 1. L’inglese, esperto com’è, capisce subito che ormai il danno è fatto, e si rende conto che un dritto del genere metterebbe un punto sul discorso mondiale. Così, dato il layout favorevole del settore, LH44 decide di tagliare di gran carriera per prati, non alzando per niente il piede e ritrovandosi “di fatto” in pista dopo curva 3. Per dirla in soldoni, quello che alla prima curva sarebbe dovuto essere un errore che costava posizioni, si è tramutato in una manovra che ha messo Hamilton saldamente in testa con più di un secondo di vantaggio sul gruppo. Dietro di lui, intanto, nemmeno il povero Rosberg ha avuto vita facile. Come ad Austin, Nico ha fatto di tutto per stare lontano dai guai, non accennando minimamente manovre azzardate e lasciando tutto lo spazio possibile in curva 1 per evitare contatti. Purtroppo per lui però, al suo interno questa volta non c’era Ricciardo come in Texas, ma c’era “Pazz Verstappen”, che senza pensarci troppo ha deciso di andare addosso alla seconda Mercedes per prendere la seconda posizione. Il contatto fortunatamente non ha causato danni, e Rosberg (smaltita la paura) è riuscito a mantenere il secondo posto grazie ad una manovra furbesca simile a quella che aveva appena fatto il suo compagno di colori. Non fosse stato per la Safety Car che qualche secondo dopo ha annullato tutti i distacchi, forse in direzione gara due domande se le sarebbero fatte…
La rimonta e la beffa di Seb. Dopo il deludente repertorio offerto da macchina e pilota negli ultimi lustri, in Messico abbiamo finalmente rivisto un redivivo Vettel con una solida Ferrari sotto il sedere. Partito male al via, si ritrova dietro un Felipe Massa insuperabile che gli fa perdere un’eternità, utile per rimpiangere ancora di più il disastro in qualifica. Con un’ottima strategia però (insolito per gli ultimi spettacoli del muretto in rosso), Seb si ritrova con pista libera riuscendo finalmente a sfruttare una monoposto stranamente molto competitiva, mettendo in fila una serie di giri veloci che se fosse partito davanti avrebbero forse creato imbarazzo anche alle Mercedes. Grazie al passo schiacciante, il numero 5 riesce a risalire la china ritrovandosi ai margini del podio, con il solo Verstappen davanti a lui a separarlo dalle illustri gradinate. A 4 giri dal termine, il 4 volte iridato non ci pensa due volte e attacca la Red Bull dell'olandese, seguito a sua volta da un velocissimo Ricciardo che arrivava di gran carriera con gomme nuove e mescola più performante. L’assalto ha luogo in curva 1, con Vettel che riesce a mettere in crisi il figlio di Jos costringendolo all’errore. Baby Max va lungo e Vettel riesce a passare... O almeno questo è quello che sembra per qualche frazione di secondo. Giusto finchè Max (che stava per prati), non ha "intelligentemente" deciso di sfruttare il layout favorevole del tracciato e di tagliare le prime due curve, rientrando in pista dopo curva 3 (come Hamilton al via) e ritrovandosi “di nuovo” davanti a Vettel. La manovra è inconcepibile, e il team dei bibitari comunica subito al proprio pilota di cedere la posizione. Max però se ne infischia e tiene dietro la Ferrari fino al traguardo, facendogli tra l’altro perdere un sacco di tempo utile alla risalita di Ricciardo, il quale riesce addirittura a tentare un attacco ai danni di Seb non portato a termine solo grazie ad una chiusura durissima da parte del tedesco. Al traguardo, è tutta una farsa. La direzione gara, come al solito in veste “bradipo”, fa andare Verstappen in retropodio, decidendo di infliggergli solo all'ultimo un penalty di 5 secondi che mette di fatto Vettel in terza posizione. A comunicazioni eseguite, è cosi Vettel a festeggiare con lo champagne accanto ai piloti Mercedes, felice per il “furto evitato”. Qualche ora dopo, però, la felicità rossa viene spenta dalla Federazione, che decide di penalizzare di 10 secondi (piu 2 punti sulla patente) il povero Vettel per il modo in cui ha chiuso Ricciardo, mettendo di fatto l’australiano al terzo posto seguito a ruota dall’altra “lattina”, con Seb ad occupare quindi il quinto posto finale. Assurdo.
Caro Max, cosi no! Doverosa una piccola analisi sul comportamento in pista del figlio di Jos. Il ragazzino è velocissimo, un fenomeno. Uno di quei piloti tosti come piacciono alla gente. Questo nessuno può metterlo in dubbio. Lo stesso Briatore lo descrive come la “reincarnazione di Alonso”. Ma per essere un campione vero per il pubblico, devi innanzitutto essere un grande uomo. Non si può entrare nelle grazie dei tifosi con una condotta di gara indecente e oltre i limiti delle regole e del buon senso. Senza parlare di manovre passate, in Messico Max ha fatto un casino: prima di tutto ha rischiato per ben due volte di sbattere fuori Nico Rosberg che non era esattamente il primo che passava, ma è un ragazzo che ha un sogno da tutta una vita, quello di diventare campione del mondo di Formula Uno. Lo insegue sin da quando era bambino, e quest’anno potrebbe davvero essere la volta buona. E’ giusto, secondo Max, rompere le uova nel paniere di un pilota solo perché lui confonde la realtà con la Play Station? Per carità, dà spettacolo. Ma non è questo il modo di farlo. E per la manovra su Seb poi, ci sarebbe soltanto da stendere un velo pietoso. Non solo ha “taroccato” il risultato, ma ha anche sparato a mille nelle interviste post gara. Serve una dimostrazione per metterlo in riga, e questa ovviamente non può essere rappresentata da un misero penalty di 5 secondi. Che fine hanno fatto le squalifiche di un tempo? Se “Re” Schumacher potesse raccontare, parlerebbe della sua radiazione dal mondiale ’97 per aver toccato Villeneuve, o della sua squalifica durata diverse gare partita da un fondo piatto fuori misura sulla sua Benetton nel ’94…
Federazione, che vergogna. Qui ci sarebbe da parlare per ore. Ma visto che nessuno ascolta, ci limitiamo solo a qualche battuta. In Messico abbiamo assistito alla disfatta della Formula Uno. Gente che ha tagliato la prima curva senza squalifiche, e gente che per la stessa manovra è stata penalizzata. Abbiamo visto Verstappen andare addosso a Rosberg alla prima curva senza ricevere sanzioni, quando invece lo stesso Nico era stato penalizzato per molto meno in Malesia ai danni di Raikkonen. E soprattutto, come spesso succede, abbiamo assistito alle “non penalità” nei confronti del figlio di Jos. A parte quanto detto sul primo giro, il piccolo Max è scorretto e menefreghista, e a tratti pericoloso per l’incolumità degli altri piloti. In Messico andava punito severamente. Il senso dei penalty non è quello di togliere un determinato risultato, ma deve essere quello di “far capire” ad un pilota che una cosa non va fatta. Ma invece, per Max non è arrivato nessun messaggio. Basta analizzare quanto accaduto con Vettel: Seb in quel frangente l’aveva superato, quindi se lui non avesse fatto il furbo sarebbe arrivato quarto o anche quinto (visto il ritorno su gomma performante del compagno di squadra). Cercando l’imbroglio, invece, oltre che rischiare di rimanere terzo, alla fine l'olandese si è visto assegnare il quarto posto, che al netto di tutto sarebbe comunque stato il suo “massimo” risultato. Addirittura la sua penalità non è nemmeno bastata per metterlo dietro allo stesso Vettel che da lui ha subìto l’onta dell’imbroglio. Quindi, la prossima volta, perché Max non dovrebbe riprovarci? Alla fine non ci ha perso nulla, e anzi sembra averci guadagnato. Quindi perché non guidare sempre così? Al suo posto lo farebbe chiunque. Proviamo a dargli una squalifica pesante per una volta, tipo fargli saltare una gara o roba simile. E vedrete che poi impara la lezione…
Appuntamento in Brasile ora, con il penultimo weekend mondiale. Dove Nico Rosberg, se vincesse la gara, al di là del piazzamento di Hamilton, diventerebbe il nuovo campione del mondo di Formula Uno. Ci si vede a San Paolo.
Daniel Limardi
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