MotoGP | Le pagelle di metà stagione: KTM, eterna incompiuta?
A metà stagione KTM non è riuscita a consolidarsi nel ruolo di anti-Ducati, come era nelle speranze degli austriaci: Acosta vera nota lieta, ma non basta.
L’obiettivo – non tanto nascosto – era quello di puntare al titolo, tant’è che dalle parole pronunciate da Pit Beirer nel giorno della presentazione della squadra ufficiale KTM traspariva una certa fiducia nella possibilità di poter puntare al titolo nel 2024, forti di una squadra “pronta per riuscirci”. E invece a Mattighofen la prima metà di stagione ha consegnato pochi risultati di spicco, diverse delusioni e un terzo posto nella classifica Costruttori dietro anche all’Aprilia.
KTM Factory Racing, poca concretezza: 5,5
“Ovviamente il nostro grande obiettivo, il nostro grande sogno, è quello di puntare al titolo Mondiale e penso che nel 2024 siamo pronti per riuscirci”: così Pit Beirer a inizio anno dichiarava quasi apertamente di voler puntare al bersaglio grosso, forte di anni di grande crescita del progetto MotoGP marchiato KTM, spinta da un forte recruiting e da grossi investimenti.
Fattori che però, dopo 9 gare disputate, non sono rispecchiati da quelli che sono i risultati raccolti: il team ufficiale ha ottenuto un solo podio, il secondo posto di Brad Binder (voto: 6) al debutto in Qatar (si esclude la Sprint), e una lunga serie di piazzamenti in top-10 che non bastano assolutamente per una sufficienza. Una carenza di risultati di alto livello che fa il paio con quello che è il digiuno di vittorie di KTM, che non vince un GP da Thailandia 2022 quando Oliveira trionfò sul bagnato di Buriram.
Il progetto MotoGP di KTM è in una fase di stallo a livello tecnico. L’arrivo di Dani Pedrosa nel 2019 come collaudatore aveva proiettato la RC16 nella cerchia delle moto più competitive, mentre in questo momento sembra che lo sviluppo si sia rallentato, con Jack Miller che al Sachsenring aveva segnalato come le ultime vere grosse novità sono arrivate a Misano a settembre, con il telaio in fibra di carbonio che poi non ha subito più modifiche. E ciò pone KTM e la sua RC16 in una posizione di rincalzo, con Ducati che è sempre un passo avanti a tutti e con Aprilia come prima inseguitrice, come suggerisce anche la classifica Costruttori nella quale KTM è terza a 10 punti dalla casa di Noale.
Anche tra i piloti, Jack Miller (voto: 4,5) sta vivendo una delle stagioni peggiori della sua carriera e il solo 5° posto di Portimao come piazzamento migliore dell’anno giustifica la decisione di KTM di liberarlo a fine stagione dopo un biennio deludente sotto tutti i punti di vista. Binder (voto: 6), invece, aveva iniziato l’anno con l’obiettivo di consolidare il quarto posto nel Mondiale del 2023 ma al Qatar non hanno fatto seguito prestazioni di pari livello, sebbene il sudafricano sia costantemente in top-10. Realtà che però cozza con quelle che erano le aspettative e con quello che è il talento di Binder, che tuttavia non vince un GP – escludendo le due Sprint vinte a inizio 2023 – da Austria 2021.
Per non farsi mancare nulla, anche il mercato non tiene totalmente tranquillo il team. Se, sempre Beirer, a inizio anno dichiarava come il team avesse “le persone giuste nelle giuste posizioni e anche la coppia di piloti mi rende molto contento”, al termine delle prime 9 gare della stagione Jack Miller sa già di dover fare spazio a Pedro Acosta, mentre tra il management Fabiano Sterlacchini – ormai ex-head of technology – ha lasciato il team poco prima del Sachsenring, motivato con una mancanza da casa – e un contratto in scadenza – che hanno impedito a KTM e Sterlacchini di continuare il loro rapporto lavorativo. Un segnale di come in KTM le cose effettivamente non stiano andando lisce.
Tech3 trascinata da Acosta: 6,5
Su Pedro le aspettative erano alte e sinora queste sono state pienamente rispettate. Il talento è cristallino e Pedro lo ha mostrato in più occasioni. Per Acosta il debutto stellare del Qatar dove ha messo in mostra i primi spazzi delle sue potenzialità è stato poi seguito subito dal secondo posto di Portimao, che gli ha consentito di diventare il terzo pilota più giovane di sempre a conquistare un podio in Classe Regina.
Podio replicato ad Austin, che a molti ha fatto pensare come Acosta potesse addirittura pensare a obiettivi importantissimi già nell’anno del debutto. Ovvio pensare come le prestazioni di Acosta siano state una benedizione per KTM, che si è ritrovata così un gioiello e che dall’anno prossimo lo avrà già nel team ufficiale al fianco di Brad Binder. Più difficili invece le ultime gare, dove Acosta ha fatto anche una serie di errori normali per un rookie come lui. Nonostante tutto, Acosta è andato in vacanza come la migliore delle KTM in classifica, dove è sesto a quota 110 punti, a +2 su Brad Binder, ma ciò non ha accontentato lo spagnolo che al Sachsenring si è detto “poco contento” dei suoi risultati.
Sicuramente potevamo fare meglio, ma anche molto peggio. Ho sbagliato cadendo a Le Mans, Barcellona e ad Assen e non so quanti punti avrei potuto fare. Anche al Sachsenring abbiamo avuto un nuovo problema. Sicuramente abbiamo perso tanti punti, se penso che Márquez ne ha 166, noi ne abbiamo persi parecchi. Essendo cresciuto un po’ con la mentalità austriaca secondo la quale siamo meglio di quanto facciamo, penso che possiamo sempre fare meglio. Non guardo alle scuse, guardo alle soluzioni e mi do un 4,5.
Secondo noi, Acosta sinora meriterebbe un 8 per quanto mostrato sinora, considerando anche come KTM, in questo momento, sia indietro nella corsa agli sviluppi, ma gare come quella dell’Austria e la doppia di Misano rappresentano delle opportunità importanti per provare a ottenere ulteriori risultati di rilievo.
Per Augusto Fernandez (voto: 5) era invece prevedibile la fine dell’avventura in Tech3 a fine 2024. Il mercato ha regalato a KTM due occasioni da cogliere con l’arrivo di Enea Bastianini e Maverick Viñales, due profili con un background decisamente più importante e consolidato di Fernandez che in questa stagione ha raccolto la miseria di 17 punti, 32 in meno rispetto allo stesso punto nella scorsa stagione. Decisamente troppo poco per potersi guadagnare un terzo anno con un costruttore che in passato non si è fatto problemi a cacciare senza rimpianti Zarco, Gardner, Raul Fernandez, Lecuona e Petrucci.
Lo sviluppo chiave per il futuro
Da Silverstone KTM dovrà necessariamente mostrare dei progressi per provare quantomeno a sopravanzare Aprilia e a confermare il secondo posto ottenuto nel 2023. Dovrà provarci mettendo mano allo sviluppo di una moto che in questo momento si è plafonata su sé stessa e lo potrà fare contando su Acosta – che avrà un minimo di esperienza in più rispetto all’inizio dell’anno – e su un Binder che è costretto a dover alzare l’asticella considerando anche i tre anni di digiuno da vittorie. Questa seconda parte di stagione sarà importante anche in ottica 2025, quando KTM schiererà 4 moto ufficiali identiche e conterà anche sul supporto di Bastianini e Viñales: un all-in per schiodare la Ducati dal trono della MotoGP.
Mattia Fundarò