I nuovi regolamenti varati saranno la luce in fondo al tunnel per il WRC?
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Lo attendevamo da tempo, e finalmente il grande giorno del “nuovo” WRC è arrivato. Il Consiglio Mondiale FIA, riunitosi a Kigali, in Rwanda, ha finalmente reso pubblici i nuovi regolamenti tecnici che entreranno in vigore a partire dal 2027, e che segneranno un punto di svolta fondamentale per la massima categoria del mondo del traverso. Una vera e propria rivoluzione che era assolutamente necessaria per cercare di dare una svolta, rendendo il campionato più appetibile e aperto all’ingresso di nuove case. La domanda è una sola: sarà efficace e sufficiente per risollevare le sorti del WRC e del motorsport in generale?

Flessibilità e costi bassi i punti cardine

Il nuovo regolamento partorito in seguito a mesi di meeting, dichiarazioni trasversali e scelte non condivise tra fans, team e organizzatore aprirà certamente un nuovo capitolo nella storia del WRC. Si tratta di una vera e propria apertura nell’ottica di un contenimento dei costi e di una flessibilità regolamentare che certamente potrà fare da testa di ponte verso nuove realtà interessate all’ingresso nel Mondiale.

Partiamo da un dato fondamentale: le nuove Rally1 andranno ad avere un costo nettamente inferiore a quelle attuali. Il prezzo “limite”, diciamo così, del pacchetto completo sarà di 345.000 euro. Costi fortemente ridotti, non c’è che dire, grazie a diversi aspetti, tra cui il prezzo dei componenti e la durabilità di questi. Oltre alla riduzione dei costi sulle vetture, di riflesso i team potranno giovare di un abbassamento sostanziale su quelli che sono i costi fissi relativi alla logistica, al numero di persone impiegate sui campi di gara e alle strutture, grazie anche ad una implementazione e alla fruibilità dei dati da remoto. 

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“Un futuro più luminoso”: sarà così per il WRC e il motorsport in generale?

Accanto a questo aspetto, la flessibilità nei nuovi regolamenti sarà certamente fondamentale. Flessibilità che verrà coniugata in due aspetti fondamentali. Il primo riguarda la scelta del segmento di produzione delle vetture; esse saranno infatti identiche nella cella di sicurezza, ma questa potrà essere contenuta da tipologie di auto completamente diverse. SUV, berline, hatchback ma anche concept car ancora non presenti sul mercato: la sfida sarà apertissima da questo punto di vista. In secondo luogo, la flessibilità andrà anche a riguardare la motorizzazione. I propulsori saranno infatti alimentati da carburanti 100% ecologici, con la possibilità di implementare tecnologie ibride o full electric, andando però sempre a rispettare il tetto dei 345.000 euro. Ovviamente, sarà impostato una sorta di BoP in stile WRX per equiparare le prestazioni. Insomma, ci sarà veramente la possibilità per tutti di esprimersi al meglio, almeno sulla carta. 

Dal 2025 cambia il punteggio

C’è un altro aspetto regolamentare su cui si è intervenuto nei giorni scorsi, che riguarderà il WRC già a partire dalla prossima stagione. Il famigerato sistema di punteggio introdotto nel 2024, infatti, è già stato sottoposto ad una revisione sostanziale. A partire dal Rally di Monte Carlo di gennaio, la scala di punti elargita ai protagonisti sarà questa: 25-17-15-12-10-8-6-4-2-1. Il cambiamento sostanziale riguarda l’eliminazione del congelamento della classifica al termine della giornata di sabato, tornando così a favorire la costanza nell’arco di tutta la durata del rally. 

Resta in vigore la regola del Super Sunday, ma con meno punti a disposizione solo dei migliori cinque al termine della giornata (5-4-3-2-1), così come la Power Stage il cui sistema di punteggio non subirà modifiche. Un cambiamento che è un atto di buonsenso, dopo le perplessità e le proteste sollevate nel corso della passata stagione, dove spesso chi ha vinto il rally si è trovato a portare a casa un punteggio inferiore a quello di altri protagonisti. 

Una rivoluzione che apre le porte e potrà essere da esempio

Ora, per esprimere un giudizio completo su quanto stabilito dal Consiglio Mondiale e dal promoter in merito al futuro del WRC occorrerà ovviamente attendere di vedere all’opera i nuovi regolamenti. Certo, alcune considerazioni possiamo farle già da ora. Ci si aspettava una brusca virata, in seguito all’eliminazione dell’ibrido con un anno di anticipo e le tante chiacchiere dei mesi scorsi, ed effettivamente questa è stata registrata. L’imposizione di un budget cap di per sé potrebbe essere positiva, e portare tanti nuovi attori ad essere interessati. Chiaro, però, che bisognerà cercare di attuare tutte le misure più idonee alla verifica da parte della Federazione, per evitare scandali o situazioni poco chiare come avviene praticamente in tutte le realtà che lo applicano (F1 su tutte). 

C’è però un altro aspetto che vale la pena di sottolineare e che dovrebbe stare alla base di tutte le categorie che rappresentano il massimo livello in ogni specialità del motorsport. Al contrario delle filosofie che sempre di più si stanno andando a delineare in questi ultimi decenni, il WRC ha optato per una apertura e una libertà di progettazione che sembra veramente provenire da un’altra epoca. Pensiamoci un attimo: in teoria, a partire dal 2027 sarà possibile vedere impegnate vetture diversissime tra loro, spinte da propulsori filosoficamente praticamente agli antipodi. In barba alla standardizzazione imperante ovunque di questi tempi. Si tratta di una scommessa importante, e che potrà dimostrare come anche con l’impegno di budget tutto sommato non fuori dal mondo si possa impostare un progetto di vertice e vincente. Un ritorno al passato da questo punto di vista, che non potrà fare altro che bene. 

Insomma, gli ingredienti per aprire sempre di più il mondo del WRC e renderlo più appetibile parrebbero esserci tutti, e anche i protagonisti e i team principal si sono detti favorevoli a questa rivoluzione. Ora non resta che attendere gli sviluppi, ovviamente con l’acquolina in bocca per un futuro che si prospetta molto interessante. 

Nicola Saglia