NASCAR | Phoenix: Chase Briscoe svetta nella 'Valley of the Sun'
Chase Briscoe diventa in quel di Phoenix il 200° vincitore diverso della storia della NASCAR Cup Series. Il #14 di Ford svetta per la prima volta in carriera al termine di una gara oltremodo interessante che si è decisa negli ultimi tre giri.
Phoenix: Briscoe gestisce in finale, Blaney ed Elliott sconfitti
Chase Briscoe è stato semplicemente perfetto nella seconda metà di una competizione che è iniziata sotto il dominio di Penske con Ryan Blaney. L'autore della pole-position. dopo aver ceduto a William Byron (Hendrick #24) la Stage 1, è stato il migliore nella seconda frazione. Il #12 del 'Capitano' ha primeggiato su Chase Elliott (Hendrick #9), unico rivale nella parte centrale della gara.
Quest'ultimo è salito in cattedra nei minuti seguenti prima di perdere ogni speranza di successo a meno di 30 giri dalla fine. Erik Jones (Petty GMS #43), dopo esser finito a muro in curva 2, ha concesso a tutti di fermarsi in pit road per l'ultima volta, una sosta amara per il georgiano. Il campione 2020 ha infatti perso contatto con Chase Briscoe dalla fine della Stage 2 era diventato uno dei candidati per il successo finale.
I minuti seguenti sono stati oltremodo complessi per Elliott che a meno di 10 passaggi dalla conclusione è finito in testacoda nel raccordo che porta a curva 3. Chase Briscoe si è ritrovato a dover gestire gli ultimi tre passaggi, una missione non semplice. Ross Chastain (Trackhouse Racing #1) e Tyler Reddick (RCR #8), rispettivamente secondo e terzo sotto la bandiera a scacchi, hanno provato ad impensierire il primato del nativo dell'Indiana che è riuscito nell'impresa di riportare la Ford #14 a segno. Dobbiamo infatti risalire all'estate del 2018 (Michigan) per ritrovare una gioia per l'ex auto di Clint Bowyer, attuale opinionista di FOX Sport per la NASCAR
Prossima gara tra meno di una settimana in quel di Atlanta, catino completamente rinnovato in cui ci sarà da divertirsi. Ricordiamo infatti l'importante riconfigurazione delle quattro pieghe che rendono l'ovale georgiano un 'mini superspeedway'
Luca Pellegrini