McLaren accusata da Red Bull: acqua nelle gomme?
McLaren accusata da Red Bull: acqua nelle gomme? Credits: Pirelli Area Press

La voce, che si è diffusa nel paddock nella giornata di oggi in Brasile dopo la Sprint e nel periodo di attesa di inizio delle qualifiche, è stata resa nota da Auto Motor und Sport: secondo la testata tedesca, la Red Bull avrebbe accusato la McLaren (e non solo) di iniettare acqua nelle gomme con l’obiettivo di migliorarne l’usura e il raffreddamento. 

Volano le accuse tra Red Bull e McLaren

Dopo il mini-DRS della McLaren, bandito dopo Baku, e il regolatore d’altezza del “front bib” della Red Bull messo nel mirino ad Austin, la Red Bull ha alzato l’asticella, accusando la McLaren di raffreddare le gomme inserendo dei piccoli quantitativi d’acqua per rallentarne il riscaldamento e – di conseguenza – l’usura delle mescole una volta in azione. Secondo Auto Motor und Sport, sull’accusa mossa dalla Red Bull si è messa in azione la FIA, per verificarne la veridicità. Sembrerebbe, tuttavia, che Red Bull non abbia portato prove concrete, sebbene Red Bull stessa anni fa abbia provato a mettere in pratica questo trucco prima che venisse reso illegale. Adesso l’idea è che degli ex-dipendenti di Red Bull abbiano tentato di provare a utilizzare questa tecnica.

Cosa dice il regolamento

Il regolamento tecnico della Formula 1 specifica come, all’articolo 10.8.4, che le gomme devono essere gonfiate solo con aria o azoto e che “qualsiasi procedura volta a ridurre il quantitativo di umidità nel pneumatico e/o nel suo gas di gonfiaggio è vietata”. Secondo Red Bull, McLaren (e, sottolineiamo, altri team non conosciuti) aggiungerebbe acqua attraverso le valvole delle gomme poco prima che vengano messe sulle vetture, il che consentirebbe di mantenere le gomme in una finestra ideale di temperatura con evidenti vantaggi. La FIA – e la Pirelli – sono al lavoro per capire se queste accuse sono vere.

La reazione di Pirelli

Interrogato sulla questione da Sky Sport, Mario Isola è entrato in merito spiegando come Pirelli agisce normalmente e quali sarebbero i vantaggi di avere dell’acqua nelle gomme. 

Noi forniamo le gomme ai team con aria secca, è sempre stato deciso così perché l'umidità nel pneumatico rende difficile il controllo delle pressioni e le fa salire. C'è una discussione in corso, l'acqua all'interno del pneumatico che in parte vaporizza permetterebbe il trasferimento di temperatura dal pneumatico al cerchio e una gomma che degrada meno, perché la gomma resta più fresca. Quindi sarebbero disposti ad un incremento di pressione, perdendo di prestazione, ma mantenendo una gomma più stabile. È tutto da provare. La Federazione è stata coinvolta, noi collaboriamo con la Federazione, se ci chiederanno verifiche le faremo.

Secondo Isola, verificare un’accusa di questo tipo è estremamente difficile e sarebbe fattibile solo nel momento in cui le gomme vengono smontate dalle monoposto.

Come si verifica una cosa di questo tipo? Si può vedere allo smontaggio delle gomme, è difficile che si trovi acqua, i quantitativi sono piccoli, con strumenti che misurano l'umidità all'interno dello pneumatico. Bisognerebbe controllare le gomme appena si fermano per avere una situazione realistica, facendo rilevamenti, altrimenti le condizioni cambiano.

Verifiche regolari dopo la Sprint

La FIA, dopo la Sprint del mattino, ha confermato in un documento ufficiale come “tutte le gomme usate dai piloti durante la Sprint sono state controllate” e non sono state trovate irregolarità. Il dado però è tratto e tra Red Bull e McLaren ora è guerra in pista e fuori.

Mattia Fundarò