F1 | Nei test di Montmeló dilaga la moda delle T-Wings
Andando più nel dettaglio, il regolamento tecnico 2017 prevede un alettone posteriore più basso e arretrato rispetto all’asse-ruote posteriori, facendo lavorare così quest'ultimo in una zona più perturbata e meno efficace, generando di conseguenza meno deportanza e carico aerodinamico al posteriore. Per questo è stata reintrodotta la "pinna di squalo" per cercare di aumentare la deportanza, ma a scapito della guidabilità in curva: infatti, la pinna andrebbe a ridurre la deportanza generata dall'alettone posteriore causando un imprevedibile sottosterzo.
Per evitare ciò, e rendere la vettura più prevedibile, i tecnici Mercedes e Ferrari in primis (poi copiati da gran parte delle altre scuderie) hanno sfruttato una zona grigia del regolamento inserendo l'ormai "famosa" T-Wing. Questo piccolo spoiler ha il compito di far riattaccare il flusso verso l'alettone posteriore, mantenendo il vortice generato dalla pinna costante anche in curva. Inoltre, questa zona grigia si estende lungo tutto l'asse verticale, visto che i i profili sono aumentati: la Mercedes ha raddoppiato i profili orizzontali (cerchio arancione) andando ad aumentare la sezione del “palo” che li regge, mentre la Williams ha inserito un profilo più in basso (cerchio giallo) appena sopra lo scarico andando ad usufruire della spinta dell'aria calda dei gas di scarico.
Questa soluzione adottata dal team britannico ricorda vagamente il profilo che collegava le paratie laterali che schermavano le ruote posteriori a metà anni 2000 (nella foto la Ferrari F248 del 2006).
Per ora questa soluzione risulta perfettamente legale, ma si rischia un proliferare di tanti profili orizzontali lungo tutta l'altezza della pinna, quasi come se fosse una...tapparella veneziana.
Michele Montesano
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