La guerra fredda è ufficialmente scoppiata in casa Mercedes. In tanti si aspettavano la prima scintilla, la prima frattura, la goccia capace di far traboccare il vaso di una rivalità già da qualche settimana latente. Il Bahrain era stato solo l'antipasto: a Montecarlo è arrivato il piatto forte. Hamilton contro Rosberg, al termine di una qualifica che ha fatto discutere, che farà discutere, che lascia in bocca l'amaro gusto del sospetto. In attesa della vendetta: ma quella sì che sarà un portata da tenere in serbo e da servire fredda, al momento giusto.

Il fattaccio. L'episodio contestato è avvenuto quando mancava meno di un minuto al termine del Q3, nel momento in cui i due piloti Mercedes, dopo una qualifica tiratissima, si trovavano (manco a dirlo) al primo e secondo posto, impegnati a giocarsi la pole sul filo dei millesimi nel corso del proprio ultimo tentativo. Se non fosse che Rosberg, una volta giunto alla staccata del Mirabeau, finiva lungo tirando dritto nella via di fuga. Una manovra che obbligava i commissari ad esporre le bandiere gialle, costringendo i piloti che sopraggiungevano alle spalle del tedesco (tra cui, per l'appunto, Lewis Hamilton) ad abortire il proprio ultimo giro. Posizioni dunque congelate con Rosberg che poteva festeggiare raggiante la propria seconda pole consecutiva nel Principato, al quale faceva da netto contrasto il muso lungo di Hamilton, evidentemente sentitosi defraudato della possibilità di giocarsi la pole. Ma quanto volontariamente?

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