Lo Yas Marina Circuit è un impianto costruito dove una volta non c'era niente, a cominciare dall'isola che lo ospita: gli organizzatori locali non hanno badato a spese per la costruzione di tutta la struttura da gara (i bene informati parlano di numeri attorno agli ottocento milioni di sterline, tra l'altro cifra calcolata nel 2009, anno di consegna dell'impianto) e per riservarsi un esclusivo gettone di presenza in calendario come evento conclusivo della stagione. In quest'ottica non stupisce che nel 2014 si sia trovata una (molto discutibile) soluzione, unica nella storia della Formula 1, per tenere aperto il campionato e viva l'attenzione sulla gara: l'assegnazione del doppio punteggio. Il progetto dell'impianto è una summa di tutto quello che il bagaglio tecnico e culturale dell'architetto Tilke può offrire, il cui risultato è un circuito adagiato su un piano quasi perfetto (l'escursione tra il punto più alto e quello più basso è di venti metri) nel quale ogni curva ed ogni allungo sembrano essere calibrati cercando in maniera esasperata una perfezione asettica. Uno sforzo davvero notevole, ma la realizzazione risulta, per coloro che seguono la gara sprofondati nel divano di casa, essere... "bella senz'anima", per dirla alla Riccardo Cocciante. Il nocciolo della questione è semplice: se dovessimo elencare i tratti salienti del tracciato di Abu Dhabi, quasi nessuno avrebbe a che fare con una curva o un settore del circuito. E dire che siamo di bocca buona, dato che guardiamo con una lacrimuccia di nostalgia anche a curve non proprio memorabili, come la sinistra-destra in salita del Tanaka International di Aida...

Dunque quali sono i nostri punti preferiti del tracciato di Abu Dhabi? Sicuramente possiamo citare l'albergo Viceroy, un vero colpo di genio di architettura: dalle suite si domina il porto e il mare, sotto il ponte che collega le due dependance passa il tracciato del Gran Premio (e probabilmente la curva di uscita dalla chicane è il tratto più interessante dell'intero tracciato) e la struttura reticolare di vetro e acciaio, grazie ad un gioco di luci, di notte cambia colore con un effetto incredibile. Oppure possiamo menzionare l'uscita dai box, unica nel suo genere: siccome non c'era posto per far rientrare le vetture in sicurezza lungo la prima curva, si sfreccia in una specie di sottopasso tipo parcheggio del centro commerciale, per poi saltare fuori all'uscita dei veloci curvoni iniziali. Come non citare poi il Ferrari World, quella struttura colorata di rosso a forma di tanga vicina al circuito? Si tratta del parco divertimenti a tema Ferrari, dove è possibile prendere un ottovolante a forma di Formula 1 (con tanto di musetto anteriore e alettone posteriore) che viaggia a velocità pazzesche, contribuendo in maniera decisiva alla digestione di chi ci sale per un giro.

Nonostante la presenza di un Gardaland griffato con il Cavallino Rampante, la Rossa di Maranello non hai mai avuto gran fortuna sul Yas Marina Circuit: infatti, fino ad oggi, si contano zero vittorie. Nel 2010 il ferrarista Alonso arriva sul circuito per difendere il primo posto nel Piloti sull'arrembante Webber alla guida di una Red Bull, ma la strategia fotocopia dello spagnolo sull'australiano favorisce Vettel, terzo incomodo in Campionato, e l'imbottigliamento di Fernando dietro Petrov garantisce a Sebastian il primo titolo iridato. Nel 2014 si consuma la fine dell'idillio tra lo spagnolo e la Ferrari, proprio nel famoso fine settimana che vale doppio. Il campionato è un affare a due tra Hamilton e Rosberg, con il tedesco indietro rispetto all'inglese: la matematica sballata di un evento del genere potrebbe favorire il ribaltone in testa alla classifica, ma un'impasse all'ERS mette Rosberg fuori dai giochi in maniera definitiva. Nel 2016 Nico si prenderà la sua rivincita su Lewis: la battaglia in pista non si gioca sulla prestazione, ma sul logorio nervoso dato che l'inglese prende il comando della gara e imposta un ritmo blando per tenere compatto il gruppo e sperare che qualcuno si metta in mezzo tra lui e il tedesco, favorendo l'alchimia delle differenze di punteggio per prendersi il quarto titolo. Strategia da canna del gas che magari funziona nei videogiochi, ma non nella realtà: Nico arriva secondo e sbanca la classifica portando a casa il titolo Piloti.

La notte di Abu Dhabi riporta anche Kimi Raikkonen, sulla ruspante Lotus motorizzata Renault, alla vittoria nel 2012: Kimi è sornione nell'aspettare il momento buono per assestare la zampata, ma involontariamente consegna alla leggenda i suoi team radio, tra i quali quel "leave me alone, I know what I am doing" che diventerà un classico negli anni a venire. Se potessimo esprimere un desiderio, ci piacerebbe vedere Kimi primo sotto la bandiera a scacchi anche quest'anno, perché se lo merita e perché su un tracciato così senz'anima serve un personaggio vero. Ma, soprattutto, vogliamo vedere la sua espressione mentre brinda con la bevanda all'acqua di rose.

Luca Colombo

 

 

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