Start senza sorprese. Quasi in modo “insolito”, vista la location, al via la prima curva non riserva sorprese. Kimi scatta bene e mantiene la pole position guadagnata sabato, mentre Seb spegne agilmente i probabili entusiasmi di Bottas. Nessuna sorpresa dunque, con le posizioni che dopo la “Sainte Devote” sono pressochè simili a quelle sentenziate dalle qualifiche. Niente guizzi nemmeno da parte di Hamilton, che dopo il disastro del sabato, al semaforo riesce appena a sopravanzare Vandoorne.  

Unico pitstop e unica chance. Trattandosi di Montecarlo, fino al momento dei pitstop si assiste alla solita “parata” più che ad un Gran Premio di Formula Uno, con le vetture in fila indiana a seguirsi senza nessuna possibilità di sorpasso. Gli unici sogni di gloria per i piloti, derivano dalla singola fermata ai box prevista per tutti. A rompere gli indugi per primo è Max Verstappen, che per cercare di portarsi in zona podio sorprendendo Bottas con il classico undercut, anticipa tutti. Al giro successivo, la manovra viene emulata dallo stesso Valtteri e anche dal leader della gara Raikkonen. La strategia di fermarsi per primi però, si dimostrerà subito perdente, in quanto il traffico al rientro in pista non permetterà all’olandese di sorpassare la Mercedes, e la mescola supersoft contro le ancora super performanti ultrasoft montate da chi rimane in pista più a lungo, si dimostra più lenta nonostante la maggiore “freschezza”.

L’assalto di Vettel. Capitolo a parte, lo merita quello che ha fatto Seb. Partito secondo dopo una qualifica non brillantissima, segue per tutto il primo stint il proprio compagno, conscio del fatto che senza situazioni inaspettate, passare in testa è impossibile. Questo finchè Kimi, come detto, non viene richiamato al box in risposta agli undercut di Verstappen e Bottas. A quel punto, il 4 volte iridato si ritrova la pista completamente libera, e decide di giocare il carico da 11 tirando fuori tutto quello che può dalla sua Ferrari. Grazie anche ad una mescola ultrasoft resistente, “spara” quattro giri da qualifica che definire assurdi sarebbe riduttivo, e dopo aver pittato si ritrova in pista nella posizione 1. Da li in poi sarà una cavalcata vincente fino al traguardo, che con Hamilton giunto settimo rappresenta la prima vera fuga nel Mondiale. Se questo è il Vettel di quest’anno, Lewis farebbe seriamente bene a preoccuparsi. Il tedesco finora non ha sbagliato niente, e sta aggredendo ogni Gran Premio senza lasciare nulla alla concorrenza. Mai un errore, mai un’incostanza o una situazione imbarazzante. Guida sempre fortissimo e si fa trovare pronto in ogni situazione. Su 6 gare disputate, metà le ha vinte e nelle altre è giunto secondo, senza dimenticare che alcune di queste ultime, senza particolari episodi accaduti, avrebbe forse anche potuto vincerle. Come pronunciato via radio da Arrivabene a Sebastian nel giro d’onore: “Avanti”!!

Mercedes irriconoscibile. Tra le cose meno spiegabili di ciò che si è visto a Montecarlo, occupa un posto di rilievo sicuramente la Mercedes. Nel Principato, qualifica di Bottas a parte, la performance non è mai stata di livello. Anzi Valtteri è riuscito un po' a limitare i danni giungendo quarto, ma Lewis è precipitato sin dal giovedì. La vettura appare nervosa, imprevedibile e difficile da guidare. Tra i guardrail monegaschi, più che frecce d’argento, le monoposto tedesche sembravano dei goffi elefanti da circo con la nostalgia dell’Africa. Ci si continua sempre di più a chiedere se la scelta del passo “extra lungo” in stile pullman, non sia stata forse una mossa infelice per Stoccarda. Nell’era Power Unit, al netto di incidenti e guasti, è la prima volta che sul podio di un Gran Premio non c’è almeno un pilota Mercedes…

Bravo Sainz. Pessimi Button e Perez. Oltre ai vincitori, merita un elogio dedicato anche Carlos Sainz. Forse il pilota meno inquadrato di tutta la gara, ma il suo rendimento è stato assolutamente di tutto rispetto. Ha fatto il massimo che poteva fare, ottenendo il sesto posto finale dietro ai “top” e davanti ad Hamilton. Per lui, visti i contratti degli altri, sarà complicato riuscire a sedersi su sedili più illustri nel 2018. Ma il fatto che se lo meriterebbe alla grandissima, è al di fuori di ogni ragionevole dubbio. Discorso opposto per Button e Perez. Entrambi piloti di valore e di grande esperienza, nonché protagonisti di una buona prestazione fino a un certo punto del weekend (specie per Button che, nonostante l’inattività, ha girato nei tempi di Vandoorne). A dir poco scandalosi però, nelle fasi finali di gara. Prima Button ha centrato in pieno il povero Wehrlein con una manovra “inspiegabile”, costringendolo a stare per una decina di minuti in obliquo su un muretto, e poi Perez ha distrutto la gara di Kvyat centrandolo in pieno alla “Rascasse”. Sul serio ragazzi: siete bravi, ma certe “cappellate” da voi no eh…

Honda, in bocca al lupo con Fernando. Per chiudere, vorremmo fare i nostri migliori auspici alla Honda, nel tentativo di trovare un modo disperato di convincere Fernando Alonso a rimanere. Ricordiamo che a Montecarlo lo spagnolo era assente, in quanto ha deciso di partecipare alla 500 miglia di Indianapolis con una vettura messagli in pista dalla stessa McLaren e motorizzata dai nipponici. Il risultato è stato che nonostante Fernando abbia “ammutinato” la Formula Uno in cerca di una piccola soddisfazione in America visti gli innumerevoli problemi nella massima categoria, anche a Indianapolis il costruttore giapponese ha distrutto i sogni di gloria dello spagnolo, fornendogli un motore che puntualmente è andato in frantumi anche lì. Tanto per essere coerenti. E l’accaduto fa ancora più male, se si pensa che il campione di Oviedo era in lotta per vincere, nonostante fosse alla sua prima esperienza a Indy. Se è vero che Button ha fatto pipì nella Mclaren Honda F1 di Fernando, lo stesso Alonso speriamo abbia fatto “di peggio” nella vettura che ha guidato alla 500 miglia. Cosi, per sfregio…!

Appuntamento tra due settimane, con il Circus che si sposterà in Canada, su un circuito assolutamente diverso da Montecarlo. Pista di motore, potenza e grandi accelerazioni precedute da staccate poderose. Chissà se la Ferrari confermerà il suo dominio. O chissà se Mercedes, su una pista meno “raffinata”, riuscirà a ricordare ai competitors chi è che ha comandato nelle ultime stagioni…

Daniel Limardi

 

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