Ricordiamo che il progetto nella fase iniziale era stato impostato da James Allison ovvero l'attuale direttore tecnico della Mercedes, per poi essere ereditato da Mattia Binotto, Simone Resta e da Rory Byrne, ritornato a lavorare quasi in pianta stabile a Maranello. Inutile dire che in seguito a questi avvicendamenti il progetto 668 (nome in codice della futura Rossa) ha subito notevoli rallentamenti e, dovendo partire dal ruolo di inseguitrice, ciò non gioca assolutamente a favore delle ambizioni di successo.

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Partiamo dal musetto che, stando ai nuovi regolamenti, sarà più lungo in ossequio alle normative e leggermente più alto, con innegabili vantaggi di carattere aerodinamico: infatti sarà maggiore il flusso che attraverserà la parte inferiore della vettura andando così ad alimentare il diffusore. Contrariamente a quanto ipotizzato inizialmente, esso dovrebbe mantenere la medesima configurazione della passata stagione, presentando una protuberanza centrale ma dalle dimensioni decisamente più contenute (evidenziata in arancione). Inoltre, verrà introdotto l’S Duct (evidenziato in rosso), componente già in uso da molti altri team che permetterà di incrementare notevolmente l'efficienza aerodinamica dell'anteriore, pulendo il flusso al di sotto della vettura ed incanalando il flusso turbolento sulla parte superiore del muso.

Passiamo ora ad un altro elemento molto delicato: la sospensione anteriore, che manterrà lo schema push-rod. Pur essendo meno efficiente in termini aerodinamici, è di più facile progettazione nei cinematismi e di facile gestione, essendo gli elementi posizionati sulla parte superiore della monoposto. La nuova Ferrari adotterà uno schema molto simile a quello della Mercedes, ovvero una sospensione con inverter idraulico: si tratta di un sistema che permette, tramite un accumulatore solitamente posto nella pancia laterale, di controllare l'assetto della vettura, ridurre il rollio in curva garantendo un bilanciamento ottimale in qualsiasi condizione. Il tutto anche nei trasferimenti di carico più repentini, come accelerazioni e frenate, trasferendo sempre la giusta pressione sugli pneumatici e sfruttandoli sempre nella finestra prestazionale “range” ottimale: nulla però a che vedere con le sospensioni in grado di variare l'assetto aerodinamico sviluppate dalla Red Bull e considerate irregolari.

Ma andiamo ad approfondire la vera novità della Ferrari e, più in generale, di tutte le monoposto della stagione che sta per iniziare: l'allungamento del passo sia per fini meccanici (maggiore dimensione del serbatoio), che per scopi prettamente aerodinamici, visto che diventerà di vitale importanza far lavorare nel migliore dei modi il nuovo diffusore dalle dimensioni più generose. E' proprio qui che la Ferrari sembra abbia effettuato un errore di valutazione, allungando sì il passo, ma di soli 5 cm: infatti (come anticipato da FUno Analisi Tecnica) si sta parlando di un modellino che sta girando in galleria del vento dotato di un passo decisamente maggiore. L'aumento del passo serve soprattutto per far lavorare le monoposto con un assetto ancora più picchiato: il famoso rake, con l'obiettivo di migliorare l'efficienza del fondo piatto e sopperendo alla mancanza di carico generato dal nuovo alettone posteriore.

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I nuovi deviatori di flusso o bargeboards, da quest'anno più grandi, svolgeranno un lavoro ancora più determinante: oltre ad essere utilizzati per direzionare l'aria turbolenta proveniente dall’ala anteriore, essi avranno la funzione di creare un vortice che viaggia lungo il bordo inferiore di quest'ultimi e contribuisce a sigillare l'area inferiore del corpo vettura. Per questo verranno applicati numerosi tagli su di essi (segnati in verde) di scuola Mercedes, che servono a separare e generare vortici, a ridurre la resistenza e rinvigorire il flusso che andrà ad alimentare il posteriore della vettura, nell'intento di evitare che ristagnino riducendo così l'efficienza nella parte posteriore.

I deviatori verticali (evidenziati in viola), come da regolamento, saranno molto più semplificati nel loro disegno rispetto alla passata stagione. Verrà reintrodotta la pinna di squalo (nel disegno in giallo) sul cofano motore, sia perché essa non è più vietata dal regolamento, ma anche perché lo spoiler posteriore è ora più arretrato e lavora in una posizione meno favorevole. La pinna, raccogliendo tutta l'aria attorno alla presa dinamica, indirizzerà il flusso verso l'alettone posteriore creando più deportanza al posteriore e aumentando così la stabilità nelle curve veloci. Proprio per questo l'alettone posteriore deve lavorare in sinergia con la pinna, in particolar modo l'attuatore del DRS (evidenziato in blu), il quale non deve interferire eccessivamente con essa.

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Discorso a parte per il motore. Inizialmente si era pensato che il turbo sarebbe stato diviso dal compressore, ispirandosi alla power unit Mercedes. Invece sarà mantenuto lo stesso schema della passata stagione, con l'accoppiata turbo-compressore unito e posta dopo il motore, evolvendo i vari componenti e mantenendo un occhio all'affidabilità, visto che si potranno usare al massimo quattro unità per l'intera stagione. L'obiettivo dichiarato per il propulsore è di raggiungere i 1000 CV di picco e, contemporaneamente, “addolcire” la curva di erogazione della potenza ed essere più parco nei consumi risparmiando chilogrammi di benzina e ottenendo una vettura più leggera, ma sempre entro le norme. Considerando che con i nuovi pneumatici gli spazi di frenata si ridurranno drasticamente e, in alcuni casi, le curve si percorreranno parzializzando il gas, la Mgu-K verrà utilizzata poco, quindi spetterà alla Mgu-H produrre la maggior parte di energia extra da utilizzare nell'arco del giro.

Per sapere a che punto si trovi la Ferrari non resta che pazientare: i primi responsi, anche se parziali, ci saranno nelle prove di Barcellona, ma per capire appieno dove si troverà nello schieramento bisognerà attendere le qualifiche del GP di Melbourne.
L'attesa si fa sempre più spasmodica, ormai manca poco: riusciranno gli uomini Ferrari a sovvertire i "pronostici" invernali?

Michele Montesano

 

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