Indycar | Ericsson, lo svedese d’America
Marcus Ericsson sembra finalmente aver trovato la sua dimensione! Il biondino svedese, alla terza stagione in Indycar, ha vinto già due gare, ed è attualmente in lizza per la conquista del titolo, che si assegnerà tra un mese a Long Beach. Alzi la mano chi ci avrebbe mai scommesso, dopo la sua fuoriuscita dal Circus nel 2019!
Da oggetto misterioso a gregario di Leclerc in Alfa Sauber
La carriera di Ericsson in F.1 era iniziata in sordina, alla guida di una Catheram poco competitiva e costantemente afflitta da problemi di natura economica. Il team inglese fu costretto a saltare anche alcune gare, e rientrò per l’ultima del 2014 ad Abu Dhabi solo grazie ad un crowdfunding sulla rete.
Le qualità di Marcus, però, non erano passate inosservate. Le vittorie in F.BMW inglese e in F.3 giapponese, sommate agli ottimi risultati in GP2, parlano effettivamente da sole. A dargli fiducia, nel Circus, è stata la Sauber, team da sempre attento a scovare nuovi talenti da mettere sotto i riflettori. Certo, fondamentale fu l’appoggio di sponsor importanti dalla Svezia, ma Ericsson meritava una possibilità.
Purtroppo per lui, le prestazioni del team elvetico non sono mai state da annoverare tra le migliori, nonostante l’ingresso nei punti già dalla prima gara del 2015 in Australia. Le due annate successive furono assolutamente incolori, per lui e per la scuderia, in palese difficoltà a livello tecnico ed economico. Nel 2018, la svolta: Alfa Romeo entrò a supportare il team in forma ufficiale, e i risultati si cominciarono a vedere già dalle prime gare.
Per Marcus, però, non furono tutte rose e fiori, anzi. La stagione, infatti, vide il debutto al suo fianco di quello che già allora era considerato l’astro nascente di casa Ferrari, Charles Leclerc. Ericsson non sfigurò, certo, ma subì il confronto in termini numerici. Da segnalare, inoltre, il grande spavento in FP2 a Monza, quando un guasto al DRS mandò la sua vettura in barriera alla Prima Variante con conseguente cappottamento multiplo della sua C37.
L’approdo in Indycar con Schmidt Peterson
Il 2019 segnò un cambiamento importante a Hinwil, con l’ingresso in maniera sempre più importante di Alfa Romeo. A questo punto, e con l’arrivo di Raikkonen e Giovinazzi, per Ericsson le porte iniziarono a chiudersi, ma venne trattenuto come terzo pilota, viste le ottime doti di analisi del comportamento della vettura mostrate negli anni precedenti.
Quando tutto sembrava essere fermo, ecco che arrivarono le prime voci da oltreoceano. Diversi team Indycar iniziarono ad interessarsi ad Ericsson, e a spuntarla fu alla fine Arrow Schmidt Peterson. Lo svedese riuscì ad ottenere un contratto annuale, a tempo pieno; attenzione, ovali compresi! Questo dato la dice lunga sul coraggio e sulle capacità a volte troppo sottovalutate dello svedese; non sono tanti, infatti, gli europei, che già dal primo anno se la sono sentiti di affrontare i terribili speedway americani!
Alla corte di Ganassi
Evidentemente, nel campionato americano Marcus Ericsson ha trovato il terreno ideale per mettersi in mostra. Dopo un anno, infatti, ecco arrivare l’offerta che ogni pilota d’oltreoceano spera di ricevere prima o poi: il Chip Ganassi Racing lo vuole in squadra al fianco di un mostro sacro come Scott Dixon! Dopo un 2020 di assestamento, con comunque ottimi risultati, ecco il 2021 che potrebbe avere il sapore del riscatto verso tutti i suoi detrattori.
Sono già due le vittorie nel suo ruolino di marcia, entrambe ottenute su circuiti cittadini. Dopo la prima di Detroit, ecco quella rocambolesca di Nashville. La gara sul nuovo circuito del Tennessee sembrava finita per lui dopo soli quattro giri, a causa del tamponamento ai danni di Sebastien Bourdais in fase di ripartenza. Dopo aver sostituito il muso, ecco però che la sua Dallara era pronta per ripartire e approfittare delle situazioni in pista per andare a vincere.
Highlight della gara è sicuramente la difesa dagli attacchi di uno scatenato Colton Herta. Il giovane californiano, dopo aver dominato il weekend, si è trovato alle spalle di Ericsson, provando a passarlo in tutti i modi possibili. Marcus, però, non ha mollato, e alla fine Colton è andato a muro, tradito forse dalla foga e dalla giovane età.
Nella sua avventura americana, Ericsson sta mostrando tutto quello che era sembrato mancare al pilota visto in F.1. Velocità, costanza e grinta sono le basi del successo in Indycar, e lo svedese le sta mostrando in ogni sua uscita.
Da Indianapolis a Long Beach: sprint finale decisivo
Ora, le ultime cinque gare della stagione saranno decisive per Ericsson e per tutto il team Ganassi, che vede i suoi alfieri in lotta, con Palou leader della classifica. Certo, lo spagnolo e Scott Dixon sembrano essere più costanti, ma in una stagione così imprevedibile, l’importante è essere sempre pronti ad approfittare di ogni situazione.
Comunque vada a finire questo 2021, sicuramente è e sarà importantissimo, perché segna una svolta decisiva nella carriera dello svedese. Finalmente, Ericsson si è trovato a poter dimostrare tutte le sue qualità, grazie anche ad un team di prim’ordine nell’ambiente da corsa americano, e anche il futuro sembra essere più roseo di quanto ci si potesse immaginare. Non resta ora che attendere il prossimo appuntamento di Indy!
Nicola Saglia