Tutta la gara in quattro curve: già perché è esattamente così che si è disputata la corsa italiana, con gran parte dei risultati finali segnati durante il primo giro. Tutto bene al via per gli uomini di Arrivabene, con le prime due posizioni che non cambiano ed Hamilton che si accoda alle Rosse. Quello che sembrava l’ostacolo più insormontabile, dunque, passa senza problemi. I guai però iniziano poco dopo, gia alla seconda variante: Vettel prende la scia di Raikkonen e Hamilton a sua volta fa lo stesso da dietro con Seb. Alla staccata della Roggia il tedesco cerca l’interno sul compagno, non accorgendosi però che da dietro LH44 tira una staccata paurosa sul lato esterno. Nella manovra Raikkonen mantiene la prima posizione, mentre invece Sebastian, nel tentativo (forse inutile) di cercare di resistere a tutti i costi al sorpasso della Mercedes, finisce per sbattere sulla freccia d’argento e girarsi con danni alla vettura. Si ritroverà costretto a fermarsi al box e a rimontare dall’ultima posizione.

Seb, cosi non si va da nessuna parte: anche se forse molti non saranno d’accordo, e nonostante sarebbe sicuramente Lewis Hamilton a meritare la prima parte di questo nostro Focus, trattandosi del Gran Premio d’Italia vogliamo dare subito spazio alla situazione Ferrari, non risparmiando (purtroppo) alcune critiche. Per Monza a Maranello avevano “impacchettato” una macchina formidabile. Forse una delle vetture migliori e più complete dell’intera storia del Cavallino, sicuramente di una spanna superiore a tutte le altre. Basta andare a vedere l’esito delle qualifiche di sabato per capire di cosa parliamo. La superiorità tecnica vedeva la corsa come una pura e semplice formalità, in una giornata dove anche se fosse andato tutto storto non poteva comunque vincere la Mercedes, ma poteva solo “perdere la Ferrari”. E cosi è stato… Anzi no, scusate: non ha perso la Ferrari, ha perso il pilota. Già, perché parliamoci chiaro: al netto della situazione Raikkonen (autore di un’ottima prestazione ma fuori da questa analisi, perché già fuori dal mondiale), in questo momento i "problemi" a Maranello prendono il nome di Sebastian Vettel. D'accordo che è lui a tenere alta la lotta iridata, che spesso guida in modo incredibile, che ha 4 titoli in tasca e che è un campionissimo il quale nella maggior parte dei casi fa la differenza e ci fa divertire. Ma è innegabile che in quest’ultimo periodo, Seb ci stia mettendo del suo per far venire un...colpo a Maurizio Arrivabene. Pensateci: a partire dal GP di Germania l’ottimo lavoro di Binotto & Co. ha portato in pista una vettura imbattibile, con Vettel che però ha evaporato il vantaggio portando a casa una sola gara delle 4 disputate da allora. A muro in Germania, errore nelle qualifiche ungheresi, erroraccio qui a Monza. Che sommati alla spiattellata di Baku, al tamponamento su Bottas alla prima curva in Francia e ad una disattenzione nelle qualifiche in Austria che è valsa una penalità in gara, si tramutano in una marea di punti lasciati per strada. E se il tuo avversario si chiama Hamilton, certi lussi non te li puoi permettere. Sicuramente quello di Monza, comunque, rimane l’Errore con la E maiuscola: sei in lotta per il Mondiale, con 17 punti di ritardo, e ti ritrovi a Monza con una tuta rossa. Sei nella posizione di poter regalare una gioia ai tifosi dopo decenni di imprecazioni, e cosa fai? Ti metti a voler resistere a tutti i costi a Hamilton, sapendo che è solo il primo giro e che ce ne sono altri 52, durante i quali hai tutto il tempo (e una super macchina) per ricambiare il “favore”? Suvvia...

Hamilton: è lui l’espressione delle parole “campione del mondo”! Nel pensiero comune, il titolo piloti dovrebbe premiare colui che durante la stagione si è dimostrato il driver migliore, giusto? Ecco, al netto di come andrà a finire, appare ampiamente improbabile che qualcuno possa dire che l’inglese non merita tale onoreficienza anche nel 2018. Finora non ha sbagliato niente….NIENTE! Mai una staccata fuori posto, mai un contatto per colpa sua, mai una manovra azzardata o episodi che possano ostacolare la sua corsa al titolo. E se pensate che sia solo fortuna o che si tratti del risultato dell’andarci “cauti”, vi sbagliate: ricordate infatti i risultati sul bagnato (dove serve un gran piede), i giri che fa in qualifica e quanto forte stia andando in tutte le gare. In un momento in cui guida una gran macchina che però non sembra più essere la migliore del lotto, è lui a fare la differenza. Anche a Monza: al contrario della situazione Ferrari, non è stata la Mercedes ad aver vinto la corsa… è stato Hamilton. Chapeau!

Kimi Raikkonen pronto al ritiro? Evitando di parlare della sua gara brianzola (dove è stato evidente l’ottimo lavoro), vorremmo spendere piuttosto due parole per la situazione “contratto” del finlandese: è prassi da sempre che, durante il GP di Monza, Ferrari annunci la line-up piloti per l’anno successivo. Ebbene, questa cosa in questa stagione non ha avuto luogo, il che può far giungere ad un solo epilogo: Kimi Raikkonen, a fine stagione, con ogni probabilità non sarà più un pilota Ferrari. Non c’è ancora un annuncio ufficiale e per ora sono solo supposizioni, ma pare ormai scontata e definitiva la staffetta fra Iceman ed il giovane Charles Leclerc. Ok, Kimi qui è andato fortissimo e sicuramente avrebbe ancora molto da dare, ma la realtà è che se in Ferrari vogliono ricominciare a vincere come qualche anno fa, questo passaggio di consegne è assolutamente da portare a termine. Nonostante buone performance, infatti, diciamoci la verità: alzi la mano chi in questa gara ha veramente pensato per un solo attimo che Kimi avrebbe vinto la corsa. Per carità: è un pilota veloce e affidabile, ma il suo rendimento negli ultimi anni ha portato la gente da casa a dargli (a ragion veduta) poca fiducia. E vista la qualità degli avversari in pista, in Ferrari farebbero bene a schierare due cavalli di razza, ovvero due piloti che possano essere “entrambi” con pari possibilità di vincere il mondiale, anziché accontentarsi di uno che sai benissimo che potrà fare solo da scudiero. Brutto dirlo parlando di un ex campione del mondo, ma purtroppo è così. Logica e sensata dunque la scelta di portare Leclerc nel team, specie perché se le doti del monegasco fossero davvero quelle che sembrano, la mossa potrebbe spingere anche Vettel a migliorarsi per non rischiare il sorpasso interno…

Altro da dire? Sia chiaro che non commentiamo volutamente i casini sorti dai team orders Mercedes ai danni di Bottas. Sarà brutto a vedersi, antisportivo, antitelevisivo o come diavolo volete chiamarlo. Ma è legale e perfettamente in sincrono col concetto di azienda che sposa una squadra di Formula Uno, oltre che episodio già visto sin dall’alba dei tempi. La cosa dunque non dovrebbe scandalizzare nessuno, se non lo stesso Bottas, forse… Quel che proprio non ci è piaciuto, semmai, è legato all'esibizione che ha preceduto il Gran Premio d’Italia di quest’anno: cosa diavolo era quella "mosceria" cantata da Al Bano in apertura di evento? Abbiamo forse l’inno nazionale più bello dell’intero pianeta, ed è un piacere ascoltarlo così com’è. Quindi perché “deturparlo” in questo modo?

Appuntamento a Singapore, dove Vettel (se davvero vuole portare a casa questo Mondiale) dovrà provare a fare una sola cosa: vincere!

Daniel Limardi

Foto Bonora Agency

 

 

{jcomments on}