F1 | Sargeant, un triste finale già scritto sin dall'inizio?
L'appiedamento di Logan Sargeant pareva ormai inevitabile; il team Williams, però, non è esente da colpe.
Tanto tuonò che piovve. Dopo il botto in qualifica a Zandvoort, in cui aveva distrutto la sua Williams, la situazione di Logan Sargeant sembrava ormai essere alquanto compromessa. E oggi, alla vigilia del Gran Premio d’Italia, è stato annunciato che l’americano sarà sostituito proprio a partire dalla gara brianzola dall’argentino Franco Colapinto. Senza entrare nel merito della vita agonistica del sostituto, il triste crepuscolo della carriera nel Circus dell’americano lascia un po’ di amaro in bocca, per diversi motivi. Prima di tutto perché era sembra sembrato da sempre un po’ fuori luogo (più avanti spiegheremo il senso di questa affermazione), e poi perché, diciamolo chiaramente, il team Williams è sembrato in diverse occasioni essere poco propenso ad affiancarlo nel modo corretto.
Da quinto in F2 a sostituto di Latifi
Il ragazzo di Fort Lauderdale, Florida, ha fatto il proprio debutto nel Circus durante il Gran Premio del Bahrain del 2023, tra lo scetticismo generale. La stagione precedente, infatti, Sargeant la aveva chiusa quinto nel campionato cadetto, mentre nel 2020 aveva battagliato per il titolo di Formula 3 con Piastri fino all’ultimo round del Mugello. In tanti, all’epoca, ipotizzarono un intervento importante da parte di Liberty Media, che con tre GP negli States aveva tutto l’interesse ad avere un pilota a stelle e strisce in griglia. Logan, allora, era effettivamente l’unico giovane ad avere i punti necessari per ottenere la Super Licenza, con tutte le (giuste) polemiche che ne seguirono.
Paradossalmente, quella del debutto fu forse una delle prestazioni migliori del concittadino di Ryan Hunter-Reay. Impressionò per la velocità mostrata, e sembrò che la Williams avesse finalmente trovato il pilota in grado di sostituire un Nicholas Latifi che oramai da diverso tempo sembrava non essere in grado di riprendersi dal finale del 2021 e dalla serie di beceri e ingiusti insulti vomitatigli addosso dal mondo dei social. Ecco, da lì in poi, però, tra il canadese e Sargeant le differenze sono sembrate sempre più assottigliarsi, fino quasi a sparire del tutto.
Il 2023, così come il 2024 (fino a Zandvoort), sono state due stagioni che, va detto, allo stesso Sargeant hanno riservato più delusioni che soddisfazioni. Quella in corso, poi, avrebbe dovuto mostrare una crescita, una maturazione che, oggettivamente, non c’è stata. Logan, lo abbiamo detto più volte, è parso spesso un corpo estraneo da questa F1. Taciturno, poco incline a rendersi simpatico (almeno in pubblico), ha fatto molta fatica a conquistarsi l’interesse del pubblico. Inoltre, su di lui pesa quel ritiro a Doha quando ammise di non farcela fisicamente. Certo, il suo è stato un atto di responsabilità, verso sé stesso e gli altri; nel motorsport, però, certe cose lasciano il segno. Ma, per amor di verità, una domanda occorre farsela: è solo e soltanto colpa di Sargeant?
Una Williams poco… “collaborativa”
L’americano ha avuto, forse, la “sfortuna” di trovarsi in un team storico, sì, ma che ormai ha perso tutta la sua grandezza. La Williams è in una fase di ristrutturazione che dura ormai da un decennio, e anche James Vowles, che ha preso le redini del team nel 2023, fa fatica a imprimere una direzione precisa allo sviluppo della squadra. Lo avevamo scritto in almeno due occasioni, l’ultima delle quali al termine di un GP del Canada che fu praticamente un calvario. D’altronde, la classifica parla chiaro: se Sargeant non è stato in grado di portare a casa neanche un punto, Albon ne ha fatti solo quattro. Insomma, non è che la differenza sia così evidente, almeno stando a guardare le aride cifre.
C’è poi un altro fattore da considerare, che non è per nulla secondario: la stessa squadra, infatti, con Logan non è stata certo tenera. Quanto successo a Melbourne (anche se qualcuno con la memoria corta se ne è dimenticato in men che non si dica) è qualcosa che avrebbe tagliato le gambe a più di un giovane pilota, soprattutto se bisognoso di fiducia e di chilometri. È vero, ci sono sicuramente di mezzo fior di contratti: ma restare ai box a guardare correre con la tua macchina il pilota che ha distrutto la sua per un errore è qualcosa che lascia il segno sicuramente. E anche l’annuncio di Sainz in ottica 2025 non lo ha certo aiutato a trovare la prestazione mancante, con la porta sbattutagli praticamente in faccia.
Insomma, Sargeant ha sempre dato l’impressione di vivere una carriera un po’ precaria, di quello che è lì ma neanche lui sa bene il come e il perché. I dubbi di chi, già prima del suo esordio, pensava non fosse all’altezza, si sono trasformati in realtà ancora prima del previsto, e ora la F1 andrà a correre in Texas e a Las Vegas senza uno yankee tra le sue fila. Liberty Media vorrà correre ai ripari?
Ora per l’americano si aprirà una nuova fase della carriera. Si è parlato di un possibile interessamento da parte di Prema in ottica IndyCar; se così non fosse, certamente il mondo dell’endurance potrebbe essere una valida alternativa. Staremo a vedere; per ora non resta che augurargli il meglio, e di riuscire finalmente a correre senza troppe pressioni.
Nicola Saglia