F1 | GP Giappone, le pagelle ai protagonisti
Nico Rosberg 10. L'unico pericolo per lui è che nelle ultime gare venga assalito dalla nikefobia, in gergo la paura di vincere. Ma se dovesse affrontare il resto della stagione nella maniera con cui ha corso nelle ultime gare ci sarebbe davvero poco da fare per il suo rivale nella corsa al titolo. Anche a Suzuka la superiorità è stata disarmante, con pole al sabato per soli 13 millesimi e gara in solitario la domenica, per la vittoria numero 23 che lo porta ad eguagliare Nelson Piquet.
Max Verstappen 9. Sempre più una conferma. Sfrutta al meglio le disavventure altrui, vedi penalizzazioni Ferrari, e grazie alle strategie sogna addirittura l'aggancio a Nico Rosberg. Nel finale deve contenere il ritorno di Hamilton e lo fa con una manovra che, nonostante il reclamo poi ritirato della Mercedes, fa discutere per l'ennesima volta il paddock.
Lewis Hamilton 5. Il ritiro di Sepang quando era saldamente in testa sicuramente avrà lasciato delle scorie in lui, ma quando sbagli in modo così grossolano la partenza non puoi che prendertela con te stesso. Per lui ora il titolo mondiale è un Everest da scalare, ma conoscendolo ci proverà fino alla fine.
Sebastian Vettel 8. Nel Sol Levante si rivede il vero Seb. Partenza senza fare danni e ritmo gara davvero consistente che a furia di sorpassi (alcuni davvero belli) lo portano a giocarsi il secondo posto con Verstappen. Poi la solita strategia suicida degli uomini in Rosso lo fa precipitare addirittura al 4° posto. AAA cercasi urgentemente stratega...
Kimi Raikkonen 8. La notizia della sua penalizzazione rovina il risveglio e la colazione dei tanti ferraristi che si erano addormentati con la certezza di poter contrastare la Mercedes, grazie alla strepitosa qualifica di Iceman. Invece la fragilità della Ferrari lo fa retrocedere in ottava posizione, da dove nonostante l'ottimo passo non riesce ad esprimere quanto di buono fatto nel corso del weekend. Ma lo strepitoso Q3 rimane eccome...
Daniel Ricciardo 5. Di come in Formula 1 le cose cambino in fretta lui ne è l'esempio lampante. Solo sette giorni fa vincitore in Malesia, a Suzuka non riesce mai a trovare il passo per poter ambire a qualcosa in più del 6° posto finale.
Sergio Perez 7,5. Alla prima curva è addirittura 3° agevolato dalla partenza al rallentatore di Hamilton. Poi deve cedere il passo alle Ferrari e alla Red Bull ma grazie alle strategie finisce davanti alle Williams, incamerando altri preziosi punti in chiave iridata e blindando di fatto il 4° posto nel Mondiale Costruttori.
Nico Hulkenberg 7,5. Fa il massimo che può con il potenziale che ha a disposizione. Bellissimo il sorpasso all'esterno della chicane ai danni di Bottas.
Felipe Massa 6,5. Il passo non eccelso e la differente strategia non permettono al brasiliano di coltivare sogni di gloria. Le prime fasi della gara sono delicate anche a causa di mescole differenti rispetto alla concorrenza, ma l'ingresso in zona punti è l'obiettivo a cui Grove ambiva e che viene raggiunto non senza qualche difficoltà.
Vallteri Bottas 6,5. Come il suo compagno di squadra non può che fare di necessità virtù. Prova con strenua resistenza a difendere la posizione su Hulkenberg, ma deve arrendersi alla manovra da manuale del collega tedesco.
Romain Grosjean 5. Dopo essere entrato in top ten ci si aspettava davvero di più da lui e dalla sua Haas. Invece per il francese c'è davvero poca gloria da raccogliere ed aver solo sfiorato la zona punti è motivo di grande rammarico
Jolyon Palmer 7. Altra gara consistente per l'inglese che, dopo aver conquistato i suoi primi punti iridati, pare aver ritrovato la verve di un tempo. L'unico rammarico è quello di essere partito troppo dietro, dato che lottare per la zona punti non pareva essere così un'utopia.
Daniil Kvyat 6. Arriva come era partito. Nonostante la gara esente da errori, paga dazio rispetto alla concorrenza a causa della scarsa potenza della power unit 2015 Ferrari. Di più è impossibile fare...
Kevin Magnussen 5. In Renault provano a farlo risalire optando per una strategia ad una sosta, ma nonostante ciò non riesce ad andare oltre il 14° posto finale.
Marcus Ericsson 6,5. Per lo svedese una buona gara date le posizioni guadagnate rispetto alla qualifica, grazie alla strategia ma anche ad una prestazione senza sbavature.
Fernando Alonso 6. Meno polemico rispetto allo scorso anno (con un team radio decisamente più soft) ma la sostanza non cambia. La poca potenza della power unit Honda non può fargli replicare le ultime positive prestazioni.
Carlos Sainz Jr. 5. Frustrato dalla sua power unit, non riesce nell'intento di superare il connazionale Alonso. La sua prestazione è lo specchio degli attuali mali della Toro Rosso.
Jenson Button 5. Partito dal fondo della griglia per il cambio della power unit, in gara non riesce ad imprimere un passo consistente lamentando gli stessi problemi di scarsa potenza del compagno di squadra.
Felipe Nasr 5. Anche lui su una strategia ad una sosta cerca di recuperare diverse posizioni, ma non trova mai un ritmo che lo possa far risalire rispetto al 18° posto finale.
Esteban Gutierrez 4,5. Un errore che vanifica la qualifica ed una possibile zona punti e da quel momento per il messicano è black out totale.
Esteban Ocon 5. Da un po' di gare a questa parte deve preoccuparsi più di dare strada da doppiato che fare duelli con chi lo precede.
Pascal Wehrlein 5. Come per il compagno di squadra non ha mai il passo per agganciare le macchine che precedono.
Vincenzo Buonpane