F1 | GP Singapore 2024 - Commento LIVE Gara

A volte, certe notizie lasciano davvero senza parole. Negli ultimi mesi ne avevamo lette e sentite tante, troppe, sul conto di Michael Schumacher: da chi lo dava già per spacciato e costretto a vita su un letto d'ospedale, a chi si divertiva a mettere in giro voci false e infondate a proposito delle sue condizioni di salute. Così, giusto per godere di un po' di visibilità ed infischiandosene di quell'etica che dovrebbe sempre accompagnare chi si occupa di fare informazione. Ma nulla a che vedere con quanto confermato nella giornata di ieri dallo stesso entourage del sette volte campione del mondo, le cui cartelle cliniche sono state trafugate dall'ospedale di Grenoble (nella foto) nel tentativo, presumibilmente, di essere rivendute al migliore offerente. Semplicemente allucinante. Di tentativi di violare la stretta privacy imposta dalla famiglia del tedesco ce n'erano stati, da quel 29 dicembre in poi: una su tutte, il tentativo di un "giornalista" tedesco che si era travestito da prete nell'intento di intrufolarsi nel reparto di terapia intensiva dove Michael era ricoverato. Tentativi che giustificano, adesso più che mai, la scelta della famiglia di proteggere l'ex-ferrarista, recentemente trasferito in una clinica di riabilitazione in Svizzera, centellinando i comunicati ufficiali solo in seguito a variazioni significative nelle sue condizioni di salute.

E proprio Sabine Kehm, portavoce del tedesco, dopo la diffusione delle prime indiscrezioni sulla Bild ha voluto confermare la notizia: “Nei giorni scorsi – si legge nel comunicato ufficiale – documenti e dati sullo stato di salute di Schumacher sono stati rubati e offerti ai media in cambio di soldi. Chi offre questi dati sostiene che si tratti della cartella clinica di Michael. Non possiamo giudicare se i documenti sono autentici, ma il fatto è questo: i documenti sono stati rubati e il furto è stato denunciato. Le autorità sono state informate. Attiriamo l'attenzione dei media sul fatto che l'acquisto di tali documenti-dati e la loro pubblicazione è vietata. I dati provenienti da cartelle cliniche sono altamente confidenziali e non possono essere resi pubblici. Saremo quindi, in ogni singolo caso, tenuti ad adire alle vie legali nei confronti di qualsiasi pubblicazione del contenuto o riferimento alla cartella clinica” ha concluso la nota. L'auspicio è che gli sciacalli responsabili di un simile gesto possano venire presto a galla. E stavolta essere loro a dover pagare duramente.

Marco Privitera

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