F1 | I dubbi per la ricollocazione del GP dell'Azerbaijan nel 2020
Nonostante ci sia un'apertura verso la risoluzione di un nuovo calendario F1 del 2020, in un articolo recentemente pubblicato sul sito di Forbes, Arif Rahimov, direttore esecutivo del Baku City Circuit, ha spiegato come attualmente regni l'incertezza sulla ricollocazione del GP dell'Azerbaijan.
Una nuova collocazione nel calendario 2020
Attualmente, all'atto pratico, non possiamo parlare di un calendario 2020. Sappiamo solo che, dell'elenco originario, sette gare sono state rinviate a data da destinarsi, mentre due (Australia e Montecarlo) sono state definitivamente cancellate.
Attualmente pare sia in discussione una bozza che prevede un double header di apertura al Red Bull Ring, ma, com'è facile immaginare, non c'è ancora nulla di definito.
Il GP dell'Azerbaijan (originariamente in calendario a giugno) è uno degli eventi su cui pende una risoluzione per una nuova collocazione nel calendario ed Arif Rahimov ha espresso le proprie perplessità e dubbi su questo esercizio, scorporando il problema su più livelli.
La logistica
Il direttore esecutivo osserva come, dal punto di vista logistico, la preparazione del tracciato richieda dalle dieci alle dodici settimane. Per quanto riguarda il meteo, la situazione non sarà più ottimale per un Gran Premio da metà ottobre in poi.
La manutenzione del tracciato costa circa 30 milioni di dollari l'anno e Rahimov deve far quadrare i conti. "Se le condizioni saranno soddsifatte, penso potremo ospitare un'altra grande gara, senza significativi impatti negativi sulle vendite dei biglietti": il punto di vista del direttore esecutivo sembra abbastanza ottimista, tuttavia vengono poste delle condizioni.
Tenendo conto delle tempistiche, facendo due conti, una delle condizioni da soddisfare dovrebbe essere l'avere sul tavolo una decisione finale sul calendario revisionato, da parte della Formula 1, entro metà agosto.
Evitare una riproposizione di Melbourne
Le altre condizioni hanno un carattere più politico-commerciale. Rahimov afferma di avere trovato un accordo di massima con la Fomrula 1: la conferma della nuova data sarà possibile solo quando la minaccia di un'altra cancellazione sarà passata.
Il discorso qui si fa più fine. Non solo il Paese ospitante deve essere riaperto e fuori dal lockdown, ma lo stesso deve valere per i Paesi da cui provengono le scuderie. Se in questi Paesi il virus fosse ancora attivo, ci sarebbe il rischio di una replica di quanto successo in Australia con la McLaren. Da questo punto di vista, importa relativamente che l'Azerbaijan sia uno dei Paesi in cui le cifre dell'emergenza siano relativamente limitate.
Ovviamente si vorrebbe evitare quanto visto a Melbourne. L'evoluzione del contagio e le decisioni dei governi dei vari Paesi saranno gli elementi decisivi: in questo contesto, il GP di Baku e la Formula 1 devono stare a guardare ed adeguarsi.
La risposta del pubblico
Baku è e rappresenta un'economia molto dinamica (quella dell'Azerbaijan): l'evento del GP muove molto capitale nell'indotto. Arif Rahimov ovviamente è a conoscenza di questo trend e deve cercare di massimizzarne quanto più possibile gli effetti.
Se da una parte "(...) uscendo dalla quarantena potremmo vedere un improvviso boost nel settore dell'intrattenimento", contando l'effetto combinato di una prolungata "reclusione" in casa e la cancellazione di alcuni eventi in calendario, dall'altra Rahimov sottolinea come bisogna considerare sia il potenziale impatto sociale di questa crisi sanitaria (la gente potrebbe evitare glii eventi pubblici anche una volta arginato il Covid-19) sia gli effetti del rimbalzo dell'economia sulle disponibilità dei fan.
Decisioni difficili
Come si può notare, la situazione è piuttosto complicata sotto diversi punti di vista. L'ultima parola sulla definizione del nuovo calendario (non solo della GP dell'Azerbaijan) non spetta ad una persona sola, ma a più entità. Per questi motivi, non sarà facile trovare una soluzione in grado di accontentare tutti, ma il tempo stringe.
Luca Colombo