F1 | GP Bahrain, una Red Bull stile... Ferrari a Sakhir
Tra usura elevata, problemi al pit e ai freni, un weekend da dimenticare per le vetture di Milton Keynes

Dopo il trionfo di Max Verstappen a Suzuka, il weekend nel Golfo Persico ha segnato un brusco ritorno alla realtà per il team Red Bull. Se, da un lato, i primi punti segnati in questo 2025 da Yuki Tsunoda possono essere un segnale confortante, tutto il resto ha lanciato messaggi preoccupanti da non sottovalutare. In una F1 che corre così veloce, il rischio è che la squadra di Milton Keynes perda di vista il bandolo della matassa, e questo potrebbe avere conseguenze pesanti per il futuro, visti i venti che spirano dall’Olanda. Insomma, una Red Bull che non vedevamo così in difficoltà da tempo, quasi in... stile Ferrari.
Vettura lenta e problemi ai freni: il weekend da incubo di Max
In termini di usura e gestione gomme, il tracciato di Sakhir è uno dei più impegnativi di tutto il Mondiale F1. Proprio questo ha fatto venire a galla tutti quei problemi che in Giappone, vuoi per caratteristiche intrinseche di vettura e pista, vuoi per la nuova riasfaltatura, erano rimasti ben nascosti, anche grazie ad una prestazione da fenomeno di Verstappen. Le luci artificiali dell’isola non sono bastate a rischiarare del tutto la serata delle due RB21, mai veramente a proprio agio da queste parti.
Il problema fondamentale, per le monoposto di Milton Keynes, oltre ad una cronica mancanza di ritmo, si è rivelato proprio essere l’eccessivo consumo delle gomme, che ha portato Verstappen, e anche Tsunoda, a non poter mai contare più di tanto su un bilanciamento ideale anche a livello di grip. Tutto questo, però, era ampiamente previsto, tant’è che con entrambe le macchine, si è arrivati in gara con due treni di hard nuove, montate da Max e Yuki rispettivamente nel corso del decimo e undicesimo passaggio. Il problema, però, è stato che la Pirelli bordata di bianco si è rivelata essere la gomma meno adatta in gara, e questo ha messo entrambi nei guai per buona parte di gara, con il giapponese mai in grado di attaccare Jack Doohan per una buona ventina di passaggi.
A ciò si sono aggiunte problematicheimportanti ai freni per tutta la durata del weekend, con Max a lamentarsi in più di un’occasione con il muretto. Lo stesso olandese, particolarmente laconico nel dopo gara, ha sottolineato come il weekend sia andato male anche per questo motivo, anche se le problematiche sono evidentemente più generali. Il sorpasso finale ai danni di Pierre Gasly non può certo fungere da foglia di fico per tutto il resto.
È andato storto tutto ciò che poteva andare storto. Il ritmo è stato pessimo. Abbiamo i nostri problemi, e anche se vinci una gara, questi non spariscono. Dobbiamo continuare a discuterne e cercare di migliorare.

Se anche il semaforo fa le bizze...
Oltre ai vari grattacapi dal punto di vista tecnico, sono emersi anche alcuni temi importanti dal punto di vista della gestione delle soste ai box per gli uomini Red Bull. Entrambi i piloti, infatti, hanno visto i propri pit stop rovinati da un malfunzionamento del semaforo che dà il via una volta terminate le operazioni di cambio gomme, posizionato proprio davanti alla visiera del driver. A Sakhir, sia Max che Yuki si sono trovati di fronte ad una luce rossa perenne, mai diventata verde. Questo ha fatto perdere a entrambi un po’ di concentrazione, oltre che decimi preziosi, vista la loro situazione in pista. Se ne sarà sicuramente parlato nella riunione post gara tra Marko, Horner e Paul Monaghan, i tre più alti in grado in casa Red Bull. Il manager di Graz ha anche rilasciato dichiarazioni importanti ai giornalisti presenti in Bahrain.
È un giorno molto difficile per la Red Bull, questo è evidente a tutti noi. Dobbiamo ritrovare al più presto buone prestazioni dalla vettura, e anche i pit stop devono tornare a funzionare. La macchina non è la più veloce e i pit stop non funzionano. Questo non è accettabile.
Max (e il suo “clan”) sempre più inquieto?

È ormai dalla burrascosa stagione 2024 che non si fa altro che parlare del suo futuro in ottica 2026. Max Verstappen è un quattro volte Campione del Mondo che non fa mistero delle sue sensazioni poco positive in seno al team con cui ha costruito i successi che lo stanno elevando sempre più all’interno della F1. Dal Bahrain, proprio nelle ore appena successive al GP, sono rimbalzate diverse notizie (o presunte tali) che lo vorrebbero in pratica con un piede già fuori da Red Bull.
In questi giorni, i media tedeschi hanno più volte ripreso la notizia di un riavvicinamento tra lo zoccolo duro dei collaboratori di Max e il board di Mercedes F1, Toto Wolff in particolare. News, questa, che già all’inizio del 2024 era circolata, in concomitanza con il caso Horner e tutte le sue conseguenze. Ora, dall’olanda si attenderebbe un passo avanti da parte del team di Brackley, con Verstappen che potrebbe sfruttare una clausola nel contratto se le prestazioni della RB21 dovrebbe continuare a rivelarsi poco positive.
Intanto, dai garage di Sakhir è rimbalzata la notizia, inizialmente lanciata dall’inviato Sky Sports F1 di un diverbio acceso tra Raymond Vermuelen, manager dell’olandese, e Helmut Marko. Non è dato sapere cosa si siano detti i due, ma è facile immaginare che la scarsa competitività della vettura potrebbe essere al centro dello scambio di batture.
Insomma, in casa Red Bull tira un’aria tutt’altro che positiva, e la vittoria a Suzuka non ha certo rasserenato gli animi. Ora si guarda a Jeddah, ma è chiaro che se dovesse arrivare proposte allettanti da Mercedes (o anche altre realtà), Max si guarderà intorno con particolare interesse e attenzione.
Nicola Saglia