Dopo quasi un anno dall’ultimo saluto, la famiglia del pilota ha intentato un’azione legale nei confronti della Federazione Internazionale dell’Automobile, della Formula One Management e del team Marussia (scuderia per la quale correva il povero Bianchi).  “Cerchiamo giustizia per Jules, e vogliamo stabilire la verità sulle condizioni che hanno portato all'incidente di nostro figlio durante il Gran Premio del Giappone - ha dichiarato Philippe Bianchi, il padre - abbiamo tante domande senza risposta, oltre alla sensazione che l'incidente e la morte di Jules si sarebbero potuti evitare se non fossero stati commessi una serie di errori".

Dello stesso parere, anche Julian Chamberlayne, legale della famiglia Bianchi: "La morte di Jules si poteva evitare. Il rapporto della Fia propone una serie di raccomandazioni su come implementare la sicurezza, ma non individua gli errori che furono commessi in quel frangente e che ebbero come conseguenza la morte di Jules. Nelle conclusioni che sono state fornite, vengono elencati una serie di elementi che hanno contribuito al drammatico esito, citando come responsabile principale lo stesso pilota. La sua famiglia chiede delle risposte precise, e vuole che si individui davvero chi ha sbagliato".

Ma l’incidente del povero Bianchi, poteva davvero essere evitato? Ed è davvero possibile che le vere responsabilità della tragedia, non siano mai state veramente chiarite? Una cosa è certa: la FOM non ha mai reso pubblici i video dell’incidente del pilota francese. Nemmeno quelli della stessa camera car montata sulla Marussia. La ricostruzione dell’accaduto la si deve ad un video amatoriale girato e reso pubblico da uno spettatore giapponese, che casualmente riuscì ad immortalare la tragica fatalità.

A suo tempo, la Fia escluse ogni responsabilità esterna per l’accaduto, descrivendo in una relazione di 396 pagine come purtroppo si sia trattato di errore dello stesso pilota, che non alzò (a loro dire) sufficientemente il piede dall’acceleratore sotto il regime di bandiere gialle. Sta di fatto però che, a bordo pista, in una posizione molto rischiosa, si trovava un trattore che semplicemente non doveva essere lì. Senza il quale il pilota sarebbe finito “solo” contro il muro di gomme (rivelatosi sempre un ottimo ammortizzamento per gli impatti).

Qualunque sia stata la vera causa dello schianto comunque, ora la Formula Uno dovrà rispondere di quanto accaduto in quel maledetto Gran Premio, cercando di capire se veramente la tragedia si poteva evitare, o se qualcuno deve ancora essere punito. In tutto ciò, qualunque potrà essere il verdetto finale, rimarrà per sempre il dolore per la scomparsa di un giovane talento francese, promessa dell’automobilismo mondiale che nella massima formula non ha purtroppo avuto il tempo di dimostrare il suo valore in pista, ma che grazie alla sua personalità e gentilezza è rimasto incastonato per sempre nel cuore di noi tutti. 

Daniel Limardi

 

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