Ormai sembrano davvero non esserci più dubbi: manca soltanto l’annuncio ufficiale (che potrebbe arrivare già dopo la pausa estiva del Circus) per rendere noto a tutti un accordo in grado di gettare lo scompiglio nelle consolidate gerarchie di questa Formula 1 figlia dell’era-turbo. Dal prossimo anno, infatti, la Red Bull verrà spinta dalle Power Unit Mercedes, per l’occasione ribattezzate con il marchio Aston Martin, sancendo così la parola fine ad una collaborazione pluriennale e ricca di successi con Renault.

Come un matrimonio ormai senza amore, come una coppia sfaldatasi per la presenza di un terzo (attraente) incomodo, l’unione tra il team di Milton Keynes e la casa francese ormai da tempo era sul punto di collassare: troppo evidenti le responsabilità a carico della componente transalpina nel processo di decadenza in atto nella scuderia, trasformatasi in un anno e mezzo da realtà pigliatutto al poco gradevole ruolo da comprimario. Le dichiarazioni polemiche dei vertici del team (Helmut Marko in testa) avevano soltanto contribuito ad accelerare una rottura ormai parsa inevitabile, con il chiaro intento da ambedue le parti di virare verso destinazioni e partner tecnici differenti tali da poterne consentire di mantenere immutato il prestigio e l’immagine. Ed ecco che è arrivata, servita (o quasi) su un piatto d’argento la soluzione: dopo qualche ammiccamento (ma fino a che punto reale e consistente?) con la Ferrari, Red Bull ha scelto di puntare sul migliore prodotto oggi presente sul mercato in termini di Power Unit. Stringendo un accordo inedito con Mercedes, ovvero fino a pochi mesi fa gli acerrimi rivali da sconfiggere (con tanto di battaglia diplomatica più volte andata in scena) con l’obiettivo di riportarsi ai vertici della Formula 1 e di restituire a sé stessa il ruolo a cui ci aveva abituato nel corso delle ultime stagioni: quello di protagonista assoluta.

E’ stata una trattativa riservata, quella condotta tra le parti, con pochi spifferi e le prime indiscrezioni emerse soltanto qualche settimana fa: eppure, sin da subito è emersa in tutta la propria evidenza la presenza del marchio Aston Martin nell’operazione, quasi a voler rendere ancora più suggestivo e affascinante un matrimonio sul quale in pochi fino a qualche tempo avrebbero scommesso qualcosa. Il tutto è stato reso possibile principalmente da due ordini di cose: da un lato, come detto, la volontà di Red Bull di svincolarsi dalla Renault, magari proprio con la presenza di un marchio strategico (vedi Aston Martin) a suggellare l’iniziativa; dall’altro l’ormai dichiarata intenzione della casa francese di tornare a fare tutto da sé, acquistando un team già esistente (la trattativa con la Lotus è ormai in dirittura d’arrivo) per una sorta di “back to the future” in grado di rilanciarne l’immagine e la credibilità, dopo la fallimentare esperienza di queste ultime due stagioni, caratterizzata dall’impietoso confronto proprio con la formidabile unità realizzata dalla casa di Stoccarda.

Ma, come detto, serviva una ciliegina sulla torta per dare il giusto contorno all’operazione, anche dal punto di vista commerciale: ed ecco che è entrata in scena l’Aston Martin, con cui la Mercedes ha stipulato già al termine dell’annata 2013 una partnership tecnica che prevede la fornitura dei V8 tedeschi ai modelli stradali della casa britannica. Forte già di una presenza importante nel WEC (l’Aston Martin è infatti diretta concorrente della Ferrari in GT Pro) il glorioso brand d’oltremanica potrà ora spiccare il grande salto verso il Circus della Formula 1, con il proprio logo che apparirà sulle fiancate delle future Red Bull (e, addirittura, si vocifera, contrassegnando il nome della PU che verrà assegnata al team di Milton Keynes), in virtù di quel 5% del suo capitale azionario rilevato recentemente proprio dalla stessa Mercedes. Un intreccio a più mani, insomma, con la Casa della stella a tre punte che, da un lato, fornirà i propulsori ad un team dalle risorse tecniche e umane indiscutibilmente di prim’ordine, dall’altro vedrà giocoforza ridimensionato il peso specifico delle dirette rivali, Ferrari e Renault. In ogni caso, il futuro promette scintille: e non soltanto in pista.

Marco Privitera

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