Brad Binder KTM Motegi
Credits: KTM Media Rob Gray (Polarity Photo)

Il GP del Giappone della MotoGP è agli antipodi per le due case che osano sfidare la Ducati, ovvero, KTM e Aprilia. Per la compagine austriaca il bilancio è positivo: la pista di Motegi sembra aver ridato un pizzico di competitività alla RC16. A Noale, invece, sembra notte fonda, dopo l’ennesimo weekend deludente.

KTM marcia a Motegi grazie al fattore umano

Nella MotoGP il pilota fa ancora la differenza, come dimostrato da Pedro Acosta. Lo spagnolo a Motegi è stato incredibile, come dimostrato dalla pole position conquistata il sabato mattina. Nella Sprint si è giocato addirittura la vittoria prima di cadere a tre tornate dalla conclusione. Nella gara domenicale ha dato filo da torcere a Francesco Bagnaia nei primi giri, ma è caduto di nuovo. Il doppio zero finale non ci voleva per Pedro, mai così in forma come in questa occasione. La sensazione è che questi errori siano frutto di un’immaturità che è normale per un ragazzo di 20 anni, al suo primo anno in classe regina e con pochi anni alle spalle nelle classi minori. Gli servirà come esperienza per il futuro.

Il più concreto della pattuglia austriaca è stato Brad Binder. Come Acosta, anche il sudafricano aveva un gran passo, se non per competere per il podio almeno per un piazzamento tra i primi cinque. Già nella Sprint sembrava potesse mettersi in mezzo alla lotta interna tra le Ducati, ma un problema di natura elettronica lo ha fermato sul più bello. Si è rifatto con gli interessi nella gara di oggi, dove ha girato in maniera impeccabile e difeso la posizione dagli attacchi delle Desmosedici di passaggio. Brad ha visto la bandiera a scacchi al sesto posto, appena fuori dalla top five. Si è rivisto anche Jack Miller, il quale ha terminato il Gran Premio al decimo posto. Non è capitato spesso quest’anno vedere l’australiano in zona top ten, ma va detto che Motegi è una pista a lui amica. Qui nel 2022 ha vinto con la Ducati, dominando fin dall’inizio. Nel mondiale costruttori, KTM conferma la sua posizione di anti-Ducati, consolidando la seconda posizione. Sono 20 i punti di vantaggio nei confronti dell’Aprilia. A proposito di Aprilia…

Aprilia Motegi Espargaro
Credits: Piaggio Group Press

Aprilia fa fatica in attesa della rivoluzione

Da un po’ di gare Aprilia appare alquanto spenta, ed il GP del Giappone non ha fatto eccezione. Maverick Viñales aveva dato un segnale più che positivo in qualifica, centrando una prima fila quasi insperata. Ma nelle due gare ha compromesso tutto. Nella Sprint si è dimenticato di disattivare l’abbassatore anteriore, perdendo posizioni fino a concludere nono. Nella gara lunga ha di nuovo pasticciato in partenza per poi cadere e chiudere anzitempo la sua giornata. Dall’altra parte dei box, Aleix Espargaró non è mai stato della partita, raccogliendo un nono posto finale dopo lo zero di ieri.

Alla luce di questo scenario, la rivoluzione che Aprilia porterà in seno la prossima stagione appare positiva. La coppia di piloti è inedita, con Jorge Martin (che potrebbe portare in dote il numero 1 del campione del mondo) e Marco Bezzecchi. Il duo troverà una moto nuova ma anche uno staff in gran parte rivisto. È di questo weekend la notizia dell’assunzione di Fabiano Sterlacchini come nuovo direttore tecnico, al posto di Romano Albesiano. Sterlacchini, ex uomo di fiducia di Gigi Dall’Igna, potrebbe riuscire a Noale ciò che non ha fatto a Mattighofen, cioè applicare la ricetta Ducati ad una moto che adesso sembra perdere colpi. 

Riccardo Trullo

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