MotoGP | GP Portogallo: Pedro Acosta a podio, il confronto con i grandi
Lo spagnolo diventa il 3° più giovane ad andare a podio in top class: i numeri rimangono tali, ma com'è il paragone rispetto ai grandi del Motomondiale?
Il Gran Premio del Portogallo di MotoGP, disputato qualche giorno fa sul tracciato di Portimão, ha visto Pedro Acosta conquistare il primo podio nella classe regina al secondo tentativo. Il pilota di Mazarrón ha portato a termine una gara sensazionale, che lo mette già tra i favoriti per il prosieguo della stagione. I paragoni con i grandi del motociclismo si sprecano, andiamo quindi a vedere un po' di numeri.
Solo Lorenzo, Pedrosa e Márquez meglio di Acosta al debutto
Sulla gara di Pedro Acosta si è già parlato ampiamente negli scorsi giorni, sottolineando la performance del debuttante come una delle migliori di tutti i tempi. Evitando i vari discorsi da bar, è giunto il momento di dare un rapido sguardo ai numeri. Restringendo il campo all'era MotoGP (ovvero dalla stagione 2002, ndr), il numero di campionissimi in grado di fare meglio nella prima stagione in top class è piuttosto ristretto. Andando in ordine cronologico, Daniel Pedrosa ha ottenuto il 2° posto all'esordio sul tracciato di Jerez de la Frontera, in occasione del GP di Spagna 2006. Stesso risultato ottenuto da Jorge Lorenzo nel 2008, quando con Yamaha conquistò il primo podio di carriera al GP del Qatar. Infine, Marc Márquez arrivò 3° a Lusail al debutto in MotoGP.
Solo questi tre fenomeni sono stati in grado di fare meglio del #31 di GASGAS. Pareggia col campione del Mondo Moto2 in carica Jorge Martín. Lo spagnolo, che ha debuttato in MotoGP nel 2021, ha impressionato tutti fin da subito in sella alla Desmosedici. Sul circuito di Lusail, al secondo Gran Premio sullo stesso circuito (il primo denominato GP del Qatar mentre il secondo GP di Doha, ndr), Martín ha chiuso al 3° posto dietro ai due francesi Quartararo e Zarco. Altri piloti celeri a conquistare il primo podio sono nomi del calibro di Casey Stoner (2° in Turchia nel 2006 al 3° GP, ndr) o Brad Binder, vincitore a Brno, terzo appuntamento della stagione 2020.
Il confronto con Valentino Rossi
Dopo aver parlato della MotoGP moderna, è arrivato il momento di fare un piccolo passo indietro per parlare di Pedro Acosta rapportato a Valentino Rossi. I due, oltre allo sconfinato talento, condividono anche una personalità spiccata, capace di entrare nei cuori degli appassionati. È già celebre il paragone fatto dallo spagnolo tra il suo debutto in MotoGP e la perdita della verginità: un'uscita “Rossiniana”, direbbe qualcuno. “The Doctor” ha debuttato nell'allora 500cc nel 2000, peccando di inesperienza nelle prime gare. VR46 ha infatti dovuto aspettare Jerez de la Frontera, al 4° appuntamento stagionale, per festeggiare il primo podio in 500cc, per poi vincere il primo GP a Donington Park, 9ª prova stagionale. Rimanendo sulle due tempi, è ormai storia il debutto di Max Biaggi nel 1998: il romano, in sella alla Honda del team Kanemoto, vinse il Gran Premio del Giappone sullo storico tracciato di Suzuka al debutto assoluto.
Quanto valgono le statistiche?
Il titolo è stato volutamente scritto in maniera provocatoria: potrebbe benissimo essere il più classico degli “acchiappa-click”, ma la riflessione da fare sarebbe un'altra. Ovvero, quanto valore hanno le statistiche? Ma soprattutto, si possono comparare piloti di epoche così diverse? I numeri, nella maggior parte dei casi, rimangono numeri. Che Pedro Acosta sia un fenomeno lo si sapeva ben prima dell'inizio della stagione: il podio di Portimão ne è solo una conferma, ma il giudizio sul classe 2004 spagnolo non sarebbe cambiato se fosse salito per la prima volta sul podio al COTA piuttosto che a Jerez de la Frontera.
Il dato curioso sarebbe un altro: Pedro Acosta, a 19 anni e 304 giorni, è il 3° pilota più giovane della storia a salire sul podio in una gara della classe regina. Il primato spetta a Randy Mamola (19 anni e 261 giorni, ndr), 2° a Imatra (Finlandia) nel 1979. Se Mamola è piuttosto conosciuto tra gli appassionati, al secondo posto c'è Eduardo Salatino, 3° nel Gran Premio d'Argentina 1962. Il podio di Salatino è arrivato in circostanze piuttosto particolari, dato che la maggior parte degli europei disertarono una trasferta così onerosa. Spesso la velocità con la quale si raggiunge un risultato non è sinonimo di successo, come testimonia Mamola stesso: l'americano, nonostante il ricordo che genera negli appassionati di lunga data, conta zero titoli mondiali conquistati.
Pedro Acosta: la spensieratezza che rende la MotoGP più godibile
Nella storia del motorsport in generale ci sono stati parecchi piloti che, per il proprio stile di guida spericolato e funambolico, sono entrati nel cuore degli appassionati. Spesso, però, quest'ultimi non hanno avuto troppo successo: forse è proprio questo uno dei motivi per il quale sono adorati. Risulta lampante l'esempio di Jack Miller, per citare il più recente. Pedro Acosta potrebbe tranquillamente inserirsi in questa categoria. Nel Gran Premio del Portogallo lo spagnolo non ha di certo badato al consumo delle sue Michelin, un tema critico per molti piloti. Sorpassi su sorpassi per “El tiburón” nei 25 giri sul rollercoaster portoghese, senza dover rendere conto a nessuno dell'usura dei propri pneumatici. I sorpassi del #31 hanno rappresentato buona parte di quelli fatti durante tutto il Gran Premio. Oltre ad essere talentuoso Acosta, almeno nei primi due weekend dell'anno, ha regalato spettacolo nelle battaglie. Questo rende le gare più godibili, in generale: il nuovo fenomeno della MotoGP ha tutte le carte in regola per diventare il volto del futuro del Motomondiale, che probabilmente andrà in mano a Liberty Media, stando alle notizie degli ultimi giorni.
Valentino Aggio
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