Guidare una monoposto in pista è sempre un’emozione. Se poi si tratta di una Predator’s Pc015, al lato emotivo si aggiungono il divertimento e il gusto della guida di una vettura compatta ma molto veloce. Questo è il resoconto di un test al circuito 'Tazio Nuvolari' di Cervesina, svolto da un cronista prestato per un giorno (con risultati ovviamente inesistenti...) al ruolo di pilota.

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“Riusciremo a metterti in macchina?”

Appena arrivato, le vetture Predator’s sono pronte a scendere in pista, sotto lo sguardo attento del patron Corrado Cusi, che subito mi fa sbrigare tutte le pratiche burocratiche necessarie per poter prendere parte al test. Dopo pochi minuti, scrutandomi più attentamente, e valutando le mie dimensioni non certo da fantino, mi chiede con un sorriso sornione: “Riusciremo a farti salire in macchina?”.

Lì per lì sembra una battuta, ma quando, una volta indossata la tuta, provo a calarmi nell’abitacolo della Pc015, mi rendo conto che le problematiche sono reali. Il cockpit, come in tutte le monoposto, non è certo tra i più larghi, e le spalle non entrano, per quanto mi sforzi, in quel buco maledettamente stretto. A questo punto entra in scena Paolo: un meccanico di quelli 'vecchio stile', con il sorriso contagioso, la battuta pronta e una soluzione sempre a portata di mano.

“Vieni giù, ci penso io!”, è la sua sentenza. La soluzione al problema, in realtà, è molto più semplice di quanto sembri: via il sedile, seduta diretta sul telaio. “Starai scomodo, ma almeno ci stai!” mi dicono, e a me va benissimo. Dopo un breve briefing tecnico, e risolto il problema non indifferente del casco (anche qui, una taglia L “adattata” togliendo gli interni), è ora di fare sul serio: sono le 14:30, e si scende in pista.

Prima dentro, e via: lo shock iniziale

All’accensione, mi scappa il piede sull’acceleratore, e il motore alle mie spalle emette un latrato rabbioso, attirando gli sguardi tra il divertito e il compassionevole di tutti i presenti. Marco, fondatore e boss di LiveGP (a cui andrà sempre la mia riconoscenza) che sta filmando, mi fa segno con il pollice alzato: tutto è pronto, faccio partire gli altri, più esperti di me, poi è la mia volta.

I ragazzi del gruppo Predator’s mi avevano avvertito: “La prima volta, se non riesci a dosare la frizione e la macchina si spegne, non preoccuparti, è normale, dovrai prenderci la misura”. Invece, accade un mezzo miracolo: la “mia” Pc015 marcia che è uno spettacolo, e posso finalmente uscire dalla pit lane per la mia mezz’ora in pista.

Il primo giro, seppur effettuato ad una velocità da gita del Circolo Anziani ad Alassio, è uno shock per uno che non è abituato alla monoposto. La seduta bassa, infatti, fa sì che la visuale sia particolarissima: il muso non si vede, coperto dalle gomme, spunta solo il baffo laterale dell’alettone. Dopo i primi due passaggi, in cui le curve mi vengono addosso ad una velocità incredibile, mi rendo conto che mi sono dimenticato un dettaglio fondamentale: respirare! La tensione, infatti, ha fatto sì che compissi due giri praticamente in apnea.

La Predator's Pc015 a Cervesina. Credits: Marco Privitera

Mezz’ora di puro godimento

Una volta passato il colpo iniziale, comincia il vero godimento alla guida di questa monoposto leggera e veloce. Il motore alle mie spalle canta che è uno spettacolo, e sul lungo rettifilo del Circuito Tazio Nuvolari è meraviglioso inserire tutte le marce fino alla sesta.

La pista non è eccessivamente complicata da imparare anche per un neofita, ma non mancano i punti di interesse, tra cui la chicane finale veloce e la doppia sinistrorsa, di cui non riesco mai ad indovinare la traiettoria corretta. Una volta presa confidenza, la guida diventa più fluida e mi rendo conto di poter osare qualcosina in più, sempre tenendo un occhio agli specchietti per far passare i piloti più veloci.

Ritardando un po’ (poco) le staccate e spingendo più a fondo in curva, la bellezza e il piacere di guida aumentano, e i giri passano in un batter d’occhio. A pochi minuti dalla fine, un’altra vettura esce di pista alla “esse” veloce, e viene esposta la bandiera rossa. Tutti ai box, sessione finita e vetture spente; il mio test è terminato, ma l’adrenalina tarda a scendere!

In conclusione, il test di una Predator’s in pista è altamente consigliato a tutti coloro che volessero vivere un’esperienza unica in pista. Un grande applauso va a Corrado Cusi e alla sua squadra: professionisti seri e disponibili, capaci di organizzare un campionato e giornate in pista a basso costo ma ad altissimo divertimento. A pensarci bene, c’è un solo difetto: una volta scesi, non si vede l’ora di tornare su una Pc015!

Per chi volesse effettuare un test, tutte le informazioni su giornate in pista e campionati sono disponibili sul sito www.predators.it. In alternativa, è possibile scrivere all'indirizzo e-mail [email protected] oppure visitare la pagina Facebook Predator's Official.

Nicola Saglia