SimRacing | F1 Esports, il recap 2022: Blakeley è il nuovo re
La sesta stagione di F1 Esports Series si è conclusa con i successi di Lucas Blakeley tra i piloti e McLaren Shadow tra i team. E' stato il campionato che ha visto la lotta più competitiva ed aperta della storia di questa categoria, con cinque piloti in lotta, ma alla fine solo uno ha prevalso.
La novità principale ai blocchi di partenza è il passaggio al 50% della distanza reale per le gare, contro il 35% della season precedente. Il calendario prosegue con lo stesso format dei tre eventi per ciascuna tranche di gare, per un totale di dodici appuntamenti in calendario.
OPMEER L'UOMO DA BATTERE, RONHAAR LA SORPRESA
L’uomo da battere era Jarno Opmeer a bordo della Mercedes per la seconda annata consecutiva, ma la pre-stagione ha esaltato un ottimo Lucas Blakeley, già terzo in campionato nel 2021. L’inglese è passato nella pausa invernale dall’Aston Martin alla McLaren, dove ha trovato Bari Boroumand. Fra le possibili sorprese, invece, c'è sicuramente Thomas Ronhaar. Il vincitore della Pro Exhibition dello scorso maggio è approdato in Haas con l’obiettivo di far risalire il team supportato da R8G Esports. Aspettative confermate, se non addirittura superate: Ronhaar chiude il 2022 in terza posizione come Rookie of The Year, con quattro pole position e due vittorie in cascina.
LA SCALATA VERSO IL TITOLO DI BLAKELEY
La stagione si apre con un Blakeley in piena forma, lanciato verso l’obiettivo più grande. L’inglese vince le prime due gare (Bahrain ed Imola), e non scende dal podio nemmeno a Silverstone. La fase centrale sembra essere quella più rischiosa per il portacolori McLaren, nella quale le ottime prestazioni in qualifica rendono pericolosi i rivali in campionato. Tuttavia, non essendoci mai un unico inseguitore che macina punti, Blakeley non ha mai lasciato il comando della classifica, tornando in grande spolvero per la tappa finale che gli ha assegnato il titolo piloti. Forte del supporto in casa McLaren, la stagione del britannico vede come peggior risultato il settimo posto in Messico, ciò significa dodici volte a punti su dodici gare; una crescita esponenziale di Lucas. Per coloro che non lo sapessero, fu scartato durante il Pro Draft del 2018, per poi tornare da pilota Racing Point nel 2019, vincere la sua prima gara nel 2021 con l’Aston Martin e adesso il passo decisivo, quello del titolo piloti.
IL LAVORO DI SQUADRA IN CASA MCLAREN SHADOW
Ciononostante, l’occhio di riguardo delle varie scuderie è sempre rivolto alla classifica dei team, grazie alla quale il montepremi viene suddiviso. Ed è proprio McLaren Shadow a far la voce grossa in questa stagione: non solo Blakeley, anche Boroumand ha portato a casa i punti necessari a permettere di portare il titolo a Woking con due gare di anticipo. L’iraniano aveva già stupito tutti con delle prestazioni sul giro secco, ma non era mai arrivato fin qui il successo in gara. La stagione 2022 lo ha consacrato anche da questo punto di vista, con la vittoria arrivata a Spa, oltre ad altri cinque podi in bacheca. Boroumand è stato matematicamente in lotta per il titolo fino alla fine, ma il suo lavoro per la squadra non è mai mancato. Una vera e propria ricetta vincente.
RASMUSSEN ETERNO SECONDO, BRILLANO IDOWU E JOB IN ALPHA TAURI: TIRA NUOVA ARIA IN RED BULL?
Per la quarta volta consecutiva chiude in seconda posizione Frederik Rasmussen. Per il danese, il più vincente a livello di singole vittorie nella storia dell’F1 Esports Series, sembra una sorta di maledizione il titolo piloti. Se negli scorsi anni (2021 a parte) c’è stata la vittoria del titolo a squadre come consolazione, in questa stagione l’amaro in bocca è pesante. Rasmussen chiude l’anno con quattro pole (poleman della stagione a pari merito con Ronhaar), ma soli due successi. Il vero passo falso è stato in Messico, dove la freddezza glaciale del danese ha ceduto ed è arrivato l’unico zero stagionale.
Anche Red Bull Racing Esports deve accontentarsi del secondo posto, replicando il risultato del 2021. Tuttavia, la differenza di passo in questa stagione tra Rasmussen e Kiefer è stata evidente: il tedesco non ha mai trovato il ritmo necessario per puntare costantemente alle zone alte di classifica. Marcel chiude il 2022 con l’unico acuto del secondo posto ad Imola, ma con poche certezze di occupare quel sedile anche per la prossima stagione. Infatti, nella sorella minore di Red Bull, l’Alpha Tauri, hanno brillato Idowu e Job, entrambi in top 10 in classifica piloti. Per il primo addirittura tre podi e una pole position, mentre per il campione PESC 2020 una costanza migliore ma senza un assolo. Il tutto con sole otto gare corse sulle dodici in programma, a causa della rotazione prevista dal team di Faenza con Joni Tormala.
OPMEER LASCIA LA CORONA DOPO DUE ANNI: L'OLANDESE PAGA LE QUALIFICHE
In difficoltà rispetto ai suoi standard Jarno Opmeer. Il bi-campione conclude la stagione al quinto posto, con i due squilli in Messico e Stati Uniti. Malgrado alcune rimonte dove l’olandese ha dimostrato di avere il ritmo per stare con i migliori, la mancanza più grave è stata la qualifica. Il pilota Mercedes ha subito diverse eliminazioni in Q1, le quali hanno compromesso molte gare, dovendo partire dal fondo. In aggiunta a ciò, il clima in Mercedes non è parso lo stesso che gli ha permesso di vincere il titolo nel 2021. La solida coppia Opmeer-Moreno ha fatto spazio al debuttante Benham nelle ultime gare. Non conosciamo i motivi di tale scelta, o se fossero prefissati, ma sicuramente quello di Brackley sarà un’ambiente da tenere sotto controllo per il 2023.
L’unica altra squadra a vincere almeno una gara è l’Alfa Romeo, che ottiene il gradino più alto del podio in Giappone con Nicolas Longuet. L’italo-francese è partito un po' in sordina, ma nel finale di stagione il lavoro con la squadra ha iniziato a dare i suoi frutti. In casa Alfa Romeo Sauber anche Dani Bereznay si è riaffacciato nelle zone alte della classifica dopo un 2021 disastroso. Chissà che il 2023 non possa essere l’anno del riscatto per il duo dell’Alfa.
LE NOTE DOLENTI DELLA STAGIONE 2022
Infine, un’analisi dei meno positivi di questa stagione. Chiude senza un trionfo la Ferrari, alla ricerca del titolo a squadre dopo aver conquistato quello piloti nel 2019. La nuova coppia formata da Brendon Leigh e Fabrizio Donoso (rispettivamente campione e vice-campione del 2017) non ha dato i risultati sperati. Una stagione in rialzo per l’inglese, che riesce a strappare un podio ad Austin. C’è da dire che il passo di Leigh è stato positivo per tutta la stagione, ma i risultati in qualifica hanno spesso condizionato le gare dell’inglese, autore poi di ottime rimonte.
Da rivedere anche Aston Martin, Alpine e Williams. Se da una parte l’inizio di Weigang con Aston sia stato promettente, il finale di stagione non ha mai visto una delle vetture di Gaydon affacciarsi alla zona punti. Ad Enstone, invece, portano a casa un ottavo posto come miglior risultato, mentre in casa Williams terminano la stagione con zero punti, nonostante l’esperienza portata da Carreton e Haddad.
Antonio Fedele