F1 | GP Australia, l'analisi delle prove libere: un podio per sei?
Nella seconda sessione di prove le scuderie si sono impegnate in prove sia sul passo di gara, che sugli assetti da qualifica, girando mediamente una decina di tornate in più rispetto a quanto fatto vedere in mattinata: tra gli stakanovisti si segnalano Kimi Raikkonen e Pierre Gasly (accreditati di 39 giri a testa), mentre tra i team notiamo la Ferrari con 77 giri all’attivo, davanti ad AMG Mercedes (69) e Red Bull – TAG Heuer (62), tenendo in considerazione (con quest’ultimo parametro) le scuderie che possono ambire alle posizioni sul podio di Melbourne. In ogni caso è bene notare come le prove siano state interrotte da una bandiera rossa, evento che potrebbe avere inficiato i programmi delle scuderie in pista.
Dall'analisi della tabella dei tempi è chiaro che la sfida per le prime posizioni sarà affare tra AMG Mercedes, Ferrari e Red Bull, eventualità, non nascondiamo, facilmente pronosticabile già prima del via: sembra abbastanza chiaro che le Frecce d'Argento dispongano di un piccolo vantaggio competitivo rispetto alle due dirette inseguitrici, mentre non è ancora definibile il rapporto di forza tra la scuderia di Maranello (consistentemente quarta e quinta in entrambe le sessioni) e quella di Milton Keynes (nelle FP2 seconda con Max Verstappen e settima con Daniel Ricciardo, fermato nel giro buono dalla bandiera rossa). L'unico commento che possiamo fare è che Lewis Hamilton aveva visto molto più in lungo degli altri, dato che nelle interviste pre-gara aveva dichiarato di aspettarsi una Red Bull molto vicina alla AMG Mercedes, in generale di più rispetto alle rilevanze cronometriche dei test di Barcellona.
Alle spalle del Campione in carica si trova la Red Bull - TAG Heuer di Max Verstappen (accreditato del tempo di 1:24,058), davanti all'altra AMG Mercedes di Valtteri Bottas (1:24.159), di un niente più veloce rispetto a Kimi Raikkonen con la Ferrari (1:24.214), seguito da Sebastian Vettel alla guida di “Loria” (1:24.451), mentre Daniel Ricciardo e la sua Red Bull rimediano un settimo posto finale (1:24.721): considerando che i tempi sono stati ottenuti su gomme paragonabili, possiamo concludere che le prestazioni cronometriche dei primi sei sono racchiuse nel giro di mezzo secondo.
Se per la qualifica possiamo aspettarci una scala di valori come quella odierna, con una più netta demarcazione nei tempi (e una leggera superiorità della Red Bull rispetto alla Ferrari), andando a considerare il run medio sul passo gara con la mescola più morbida ci possiamo aspettare dai primi sei dei tempi sul giro molto più vicini, anche se per il risultato finale ovviamente bisognerà considerare come si dipanerà la gara nei primi giri dopo la partenza e come si regoleranno le scuderie con gli stint nella strategia dei pit-stop.
In ogni caso bisognerà considerare che se la lancetta del barometro ha segnato il bello stabile per le sessioni del venerdì, per sabato e domenica sono previste condizioni meteo differenti, con la possibilità che le carte vengano ulteriormente mischiate.
Luca Colombo
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