Credits: formula1.com
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Venticinque anni fa si tenne, sul circuito di Sepang, la prima edizione del Gran Premio della Malesia di Formula 1. Un evento importante per il paese del Sud-Est asiatico, che in tale occasione fu anche arricchito dall’atteso ritorno in pista di un Michael Schumacher che, dopo essere rimasto fuori per tre mesi a causa della frattura alla gamba procuratasi a Silverstone, si apprestò a vestire un ruolo a lui inedito per il rush finale del Mondiale 1999.

Il Circus arrivò a Kuala Lumpur portando con sè una serrata lotta iridata. Da una parte c’era il campione in carica nonché favorito Mika Hakkinen con la McLaren-Mercedes, contrapposto ad un Eddie Irvine che, in assenza di Schumacher, vestì i panni di capitano per buona parte della stagione, firmando tre vittorie con la Ferrari a Melbourne, Spielberg e Hockenheim. Dopo il pazzo GP Europa al Nurburgring, Hakkinen si trovava davanti a Irvine in classifica per due punti e aveva a Sepang il suo primo match-point per il secondo titolo piloti.

Schumi a sorpresa si prende la pole

Tutti, in quel weekend, si aspettavano un Schumacher ancora “convalescente” dall’infortunio e lontano dall’essere in forma. Ma il Kaiser, per tutta risposta, fornì una prova di forza maiuscola già a partire dalle qualifiche, dove firmò la pole position del GP Malesia con quasi un secondo di vantaggio sul suo compagno Irvine, con quest’ultimo che andò a completare una prima fila tutta Ferrari davanti alle due McLaren di Coulthard e Hakkinen. Un risultato straordinario anche per uno come lui, specialmente considerando che non disputava un Gran Premio dall’11 luglio.

Un ritorno che anche senza la gara poteva venire già considerato trionfale per un Michael che, in un’intervista di Ettore Giovanelli (Rai) dopo il Warm Up, ringraziò sua moglie Corinna per il sostegno che gli aveva dato durante il suo recupero:

Voglio ringraziare e dedicare il mio ritorno a Corinna. A Silverstone ho avuto il mio primo incidente grave: stavo male, ero abbattuto e di cattivo umore. Cose del genere possono rompere un rapporto, oppure rafforzarlo: nel mio caso, lei mi è stata vicino con il suo affetto e sostegno, dandomi forza e motivazione. Il risultato di ieri è dovuto anche a questa serenità, sono tornato come prima, meglio di prima, senza perdere né velocità né coraggio. Certo, Corinna pensava fosse troppo presto per tornare, ma dopo il test al Mugello mi ha guardato negli occhi e ha subito capito che avevo già preso la decisione, così mi ha accompagnato in Malesia.

Nonostante avesse il ritmo per vincere con un minuto di vantaggio quella gara, Schumacher sapeva che il suo vero obiettivo era quello di fare da scudiero a Irvine, come dimostrarono le sue stesse parole ai microfoni della Rai:

In gara non correrò solo per me ma per servire il team e dare una mano a Irvine, anche se Eddie dovrà metterci del suo per stare al mio passo, poiché le McLaren cercheranno di attaccarci. (…) Ho vinto già molte gare nella mia vita, questa volta posso rinunciare tranquillamente senza soffrirci troppo. Se possibile e necessario farò passare Irvine, anche perché Eddie mi ha già ceduto in altre occasioni la posizione o addirittura la vittoria, come a Suzuka (nel 1997). E’ giusto aiutarlo, siamo un team, abbiamo lavorato insieme per anni e comprendo che sarebbe molto difficile da spiegare se la mia reazione fosse stata differente.

Doppietta Rossa con Hakkinen terzo e lontano

Dopo una partenza a razzo da parte di entrambe le Ferrari, Michael Schumacher lasciò passare Irvine al quarto giro per andare in marcatura sulle McLaren-Mercedes. Coulthard lo sorprese con un sorpasso aggressivo in curva 2 per prendersi la seconda posizione e inseguire Irvine, ma lo scozzese finì la sua gara anzitempo, dopo soli 15 giri, per un problema tecnico (pressione della benzina). Così Schumacher si ritrovò con Mika Hakkinen  negli scarichi, con il preciso compito di rallentarlo e di lasciar scappare il suo compagno di squadra, nel frattempo sempre davanti a tutti.

Schumacher Hakkinen GP Malesia F1 1999
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Un fattore fondamentale per la gara furono le strategie: Irvine ed Hakkinen ebbero in programma due soste, mentre Schumacher scelse di effettuarne una sola. Così facendo, Michael riuscì a rallentare il rivale finlandese fino alla sua seconda fermata, al giro 41, al termine della quale non finì solo ampiamente dietro alle due Ferrari, ma anche alle spalle della Stewart-Ford di Johnny Herbert, innescando così una inaspettata e faticosa lotta per il terzo posto risoltasi solo al terz’ultimo giro, dopo un errore del pilota inglese.

Schumacher si fece nuovamente da parte negli ultimi giri per consentire così ad Eddie Irvine di tagliare il traguardo per primo, consegnando così anche la doppietta al Cavallino Rampante in Malesia. Per Irvine fu la quarta (ed ultima) vittoria in carriera, nonché la 125sima nella storia della Ferrari in Formula 1, e col terzo posto di Hakkinen, Eddie passò al comando della classifica piloti con 4 punti di vantaggio sul finlandese, mentre Heinz-Harald Frentzen, che chiuse sesto dopo essere partito 14° con la Jordan, finì matematicamente fuori dai giochi.

Il rilancio mondiale dell’irlandese e della Ferrari, però, venne oscurato in parte dalla grande prova di Michael che, oltre a dimostrare che non aveva perso niente della sua velocità e del suo talento, si era dimostrato anche un eccelso uomo-squadra quando nessuno se lo sarebbe aspettato. Lo stesso Irvine trovo il modo di scherzarci sopra in conferenza stampa.

Questo tizio (Schumacher) è deprimente, non è solo il migliore numero uno, è anche il migliore numero due!

Irvine Schumacher Ferrari GP Malesia F1 1999
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La gioia per il trionfo venne però rimpiazzata dall’incredulità quando la direzione gara, dopo le consuete verifiche post-GP, decise di squalificare entrambe le Ferrari per una presunta irregolarità sugli ultimi deviatori di flusso della F399 montati dal Nurburgring. Questa decisione avrebbe di fatto consegnato i Mondiali Piloti e Costruttori ad Hakkinen e alla McLaren, ma la settimana successiva, a seguito di un ricorso presentato dalla Scuderia di Maranello, la Corte di Appello Internazionale decise di revocare tale sanzione riconsegnando la vittoria del GP Malesia ad Irvine e alla Ferrari, portando così la contesa per il titolo all’ultima tappa stagionale in quel di Suzuka.

Andrea Mattavelli