Circus! #448 | Il video podcast sui motori

Alex Palou festeggia con il suo team appena dopo aver tagliato il traguardo
Credits: IndyCar Official website

Viene quasi da ridere, oggi, se si pensa che tre anni fa Alex Palou aveva firmato un contratto con McLaren, decidendo di abbandonare il team Ganassi dopo la conquista del primo titolo IndyCar. Il dietrofront avvenuto a un anno di distanza, a giudicare da come si sono poi dipanati gli eventi, è stato il turning point migliore per entrambi, che è andato ad aprire una stagione dell’oro che non sembra vedere il tramonto. Il 2025, infatti, si è aperto con un altro successo portato a casa dal campione in carica e dal suo team, che ha messo segno una super doppietta con Scott Dixon secondo sul podio di St. Pete. Gli avversari sono stati avvisati di nuovo: una squadra così vincente non è mai sazia di successi. 

Tra strategia e problemi di… radio

I temi da analizzare sono certamente tanti, ma è evidente come ancora una volta i team delle vetture #10 e #9 (rigorosamente in ordine di arrivo) siano stati i più bravi nel preparare e poi interpretare al meglio la strategia vincente. Giusto sottolineare come non si possa parlare di vittoria dominante; per buona parte della gara, infatti, Scott McLaughlin è stato saldamente al comando. Ma la decisione di Penske di andare a differenziare le strategie rispetto al team mate Newgarden è stata certamente fatale per il poleman, che infatti si è ritrovato quarto proprio alle spalle della vettura #2. 

Orfano di Will Power, coinvolto con una certa dose di responsabilità nel contatto iniziale, il team del Capitano ha comunque sfiorato la vittoria, con il driver di Nashville che, approfittando dei doppiaggi, per alcuni giri è stato in grado di tenere il fiato sul collo del vincitore. Ha però messo troppo alla frusta vettura e pneumatici, pagandola cara proprio nel corso dell’ultimo passaggio, quando nulla ha potuto contro l’attacco di Scott Dixon.

Credits: IndyCar Official website

Proprio il kiwi, peraltro, ha vissuto una domenica tutt’altro che facile. Ha infatti patito diversi problemi con la radio da metà gara in poi, non riuscendo a comunicare con il proprio team. Difficile dire quanto questo gli sia costato, anche se lo stesso Dixon ha detto di aver perso la gara a causa di questo contrattempo. Non si è trattato, comunque, di un blackout totale; in questo caso, la direzione gara sarebbe dovuta intervenire per farlo rientrare ai box per sistemare il problema. In ogni caso, Scott è convinto che la vittoria avrebbe potuto essere alla sua portata.

La radio ha funzionato alla perfezione nei giri di warm-up e nella prima metà gara. Poi ho cominciato ad avere problemi e questo credo che mi sia costato la gara. Sarei infatti dovuto rientrare lo stesso giro di Alex, ma avendolo fatto dopo ho trovato il traffico di cinque o sei vetture in pit lane che mi ha fatto perdere tre secondi che sono stati poi decisivi. 

Andretti c’è, ma serve qualcosa in più

Terza forza del campionato, almeno in questo primissimo scorcio di stagione, si è confermato il team Andretti Global. Il quinto posto di Kirkwood, seguito a ruota da Marcus Ericsson, è certamente un buon modo per iniziare, anche se il distacco dai primi è sembrato essere abbastanza consistente. Anche la prima fila conquistata da Colton Herta è incoraggiante, anche se il californiano ha vissuto una gara veramente sfortunata tra forature e problemi al rifornimento che gli hanno tarpato le ali quando stava viaggiando lì con i primi. 

Situazione più nebulosa in casa Arrow McLaren, in cui si è fatta tanta fatica a capire il vero potenziale. Subito fuori, peraltro senza colpa alcuna, Nolan Siegel, è toccato ai suoi due team mate tenere alta la bandiera nero-arancio del team ora guidato dal mitico Tony Kanaan. Christian Lundgaard ha disputato una gara di vertice, guidando il gruppo per 23 passaggi e chiudendo ottavo. Pato O’Ward ha vissuto invece un weekend da “Chi l’ha visto?”: mai in lotta per le posizioni importanti, solo 23° in qualifica e 11° in gara, con una foratura a complicare la sua giornata. Urge resettare tutto: dal Thermal un cambiamento sarà necessario. 

Credits: IndyCar Official website

Infine, il primo weekend in IndyCar per Prema è stato certamente positivo, senza problematiche particolari a intralciare la marcia di Illott e Shwartzman. L’inglese si è anche visto in top ten nelle fasi inziali, dimostrando tanta scaltrezza e capacità di approfittare di diverse situazioni favorevoli. Le basi sono state gettate e sono solide: la crescita sarà senz’altro importante da qui a Nashville. 

Nicola Saglia