F1 | Alonso, nuove gomme e regolamenti “volatili”
A margine di un Gran Premio d’Ungheria di F1 ancora una volta dominato dalla premiata ditta Verstappen-Red Bull, nel paddock hanno tenuto banco tante situazioni extra pista. Tra di queste, le luci sono state puntate in modo molto marcato sulla questione budget cap, in attesa che la Federazione dia comunicazione ufficiale sulla posizione dei vari team in merito. Fernando Alonso, però, nelle interviste post qualifiche di ieri, ha voluto porre l’accento sulla nuova costruzione delle gomme Pirelli, a suo dire causa delle vicissitudini Aston Martin.
Fernando spara, Mario Isola risponde
Lo sappiamo bene: Fernando Alonso non è tipo da mandarle a dire, e proprio per questo non si è fatto troppi amici nel paddock della F1. Ieri, dopo le qualifiche, lo spagnolo si è espresso in particolare sulla nuova costruzione delle gomme che ha fatto il suo debutto nel Gran Premio inglese di Silverstone. In pratica, Pirelli, su richiesta della Federazione, ha fatto debuttare un modello più robusto, per far fronte ad un aumento continuo del carico aerodinamico richiesto da queste vetture velocissime nelle curve veloci.
“Nella prima parte della stagione eravamo veloci, quasi sempre a podio, ora fatichiamo molto di più”, ha dichiarato Alonso. “Sarà una coincidenza, ma da quando le nuove gomme Pirelli hanno debuttato a Silverstone ci sono un paio di team che faticano di più e un paio che stanno andando più forte. Per esempio, Red Bull, che non fa sempre doppietta, mentre McLaren ha ritrovato tanto ritmo”.
In chiusura, Fernando ha espresso il suo pensiero su questo cambiamento: “Ancora una volta, sono stati modificati alcuni parametri e regolamenti durante il campionato, e questo non è buono”. A stretto giro è arrivata la risposta di Mario Isola, capo di Pirelli Motorsport: “Noi abbiamo fatto una operazione assolutamente trasparente, chiedendo il parere a diversi team e piloti, dopo aver ricevuto una richiesta specifica dalla Federazione”. In pratica, il manager dell’azienda ha rivendicato la bontà dell’operato della Casa milanese, sottolineando come abbia agito su richiesta della Federazione.
Nando ha ragione in assoluto, non nel merito
A questo punto, occorre subito sgombrare il campo da alcuni fraintendimenti che potrebbero nascere. Nel merito nella questione, risulta difficile seguire Alonso nel suo ragionamento, perlomeno quando parla del team Aston Martin. La scuderia inglese, infatti, sembra aver perso smalto ben prima di Silverstone, almeno dall’appuntamento di Barcellona. Agli uomini di Stroll senior sembra mancare, almeno per il momento, una caratteristica fondamentale nel mondo della F1: la capacità di sviluppare la vettura nell’arco della stagione.
Guardando il discorso più in un’ottica generale, però, Fernando ha ragione da vendere. Per quanto Pirelli e la Federazione possano agire in maniera trasparente, un cambiamento di regolamento a stagione in corso non è mai una cosa positiva. Questo nonostante sia una prassi che avvenga praticamente una stagione sì e l’altra pure.
In generale, in un ambiente estremamente competitivo come è la F1, è difficile pensare che un cambio di costruzione degli pneumatici possa avere effetto zero nel corso della stagione. Le gomme, con tutte le variabili che si portano dietro, sono troppo importanti nel motorsport moderno. Viene però da chiedersi, viste le parole di Alonso, se i dirigenti del team inglese non abbiano veramente nulla da dire, in appoggio al proprio pilota.
Una FIA sempre meno legittimata
Ancora una volta, in ogni caso, emerge l’immagine di una Federazione sempre meno legittimata all’interno del Circus. La questione sollevata da Alonso, per quanto possa sembrare una ricerca di una scusa per le prestazioni in calo della vettura (e in parte lo è), è troppo importante per essere derubricata a chiacchiera da paddock.
Questa tendenza a modificare i regolamenti in corsa è un’abitudine assolutamente negativa, ma che continua da anni a questa parte. Chi si ricorda le gomme ribassate del 2018? E tutto questo in attesa di sapere le conclusioni delle analisi sui conti dei team, mentre c’è chi vorrebbe imporre una maggiore equità nella potenza delle power unit. Un panorama preoccupante, che continua a non fare il bene di questo sport.
Nicola Saglia