Liam Lawson in pista a Shanghai
Credits: Red Bull Content Pool

È solo venerdì a Sanghai, ma si sa quanto in fretta montino i casi e le polemiche in F1. E Liam Lawson, suo malgrado, sta diventando una sorta di oggetto del mistero in seno a Red Bull. Il neozelandese ha chiuso la qualifica sprint non solo eliminato in Q1, ma addirittura ultimo del gruppone senza segnalare, almeno apparentemente, problemi importanti alla sua vettura. Urge un’inversione di tendenza per lui, anche se ha tutte le scusanti del caso. 

Gomme non in temperatura il problema maggiore

È durata solo dodici minuti la sessione di qualifica per Lawson, e cioè il lasso di tempo necessario per completare il Q1. L’andamento della sessione è stato molto altalenante, ma a metà Liam pareva essere tranquillo in zona sicura per il passaggio nel Q2, con ancora un passaggio a disposizione per mettersi definitivamente al sicuro. Invece, le cose sono andate diversamente, e Liam è rimasto escluso. 

Addirittura, ultima posizione per lui, alle spalle anche della Stake F1 di Hulkenberg e della Haas di Esteban Ocon. Nel momento decisivo, così come successo in Australia, Lawson non è riuscito a trovare la prestazione nella vettura, fortemente limitato dalla impossibilità di trovare la giusta finestra di esercizio per le proprie Pirelli medie. Subito dopo aver tagliato il traguardo, Liam si è aperto in radio chiedendo scusa, ma evidenziando come non sia riuscito a far funzionare le gomme medie. Ora, la gara di domani è sicuramente in salita, ma la certezza è che gli uomini Red Bull lavoreranno duramente per metterlo nelle condizioni migliori in vista di qualifica e Gran Premio. 

E' un peccato. Il primo giro era buono, abbiamo provato a stare fuori, ma ho fatto tanta fatica ad abbassare la temperatura delle gomme nel secondo giro. Da lì in poi, non avevo più la prestazione.

Uscire dall’incubo del “nuovo Perez”

Credits: Red Bull Content Pool

L’imperativo, in vista del proseguo del weekend, è uno solo: rimontare più posizioni possibili. Arrivare a punti, considerando che si tratta di una gara Sprint e solo i primi otto li raggiungono, è molto complicato, ma il focus deve essere imperniato sul Gran Premio, a questo punto. Al momento, per Lawson, la situazione è veramente difficile: piste su cui non ha mai corso, vettura (checché se ne dica) complicata e gomme Pirelli tutt’altro che facili da interpretare creano un mix che lo aiuta molto poco. Viene quasi da pensare che stia iniziando a invidiare Hadjar con la sua Visa CashApp RB. 

Al momento, riesce veramente difficile trovare grandi differenze tra le prestazioni dell’anno scorso di Perez e quelle attuali di Lawson. È solo venerdì, lo ripetiamo, ma una inversione di tendenza è più che auspicabile. Perché il kiwi ha assolutamente tutte le carte in regola per restare molto più vicino a Verstappen che, a questo punto va detto, sembra essere l’unica persona al mondo in grado di estrarre il meglio dalla Red Bull. Siamo solo a inizio stagione, ma la monoposto di Milton Keynes sembra comunque essere molto difficile da portare al limite in tutte le situazioni, e solo il talento del quattro volte Campione del Mondo la salva dallo stare relegata nelle zone più basse della classifica. Tra l'altro, anche la scelta di fare due giri cronometrati senza fermarsi a cambiare è assolutamente rivedibile.

Chi ha seguito e conosce la carriera del pilota Red Bull sa che le sue potenzialità sono ben altre. I numeri da parte tua ci sono tutti, e sembra che il problema sia più che altro di interpretazione della vettura e del modo in cui questa interagisce con le Pirelli. Sarebbe stato interessante vederlo all’opera con le soft, ma, è chiaro, bisogna arrivare in Q3. Una cosa, però, deve essere chiara a tutti: Lawson non è sicuramente un “nuovo Perez”, in particolare quello visto negli ultimi anni. Liam ha tutte le carte in regola per fare meglio del messicano. Deve però trovare in fretta il modo per dimostrarlo: sappiamo come a Milton Keynes la pazienza non sia mai stata infinita. 

Nicola Saglia