Clay Regazzoni, talento e coraggio
A sette anni dalla scomparsa di Clay Regazzoni, avvenuta in seguito ad un incidente stradale occorsogli sul tratto dell'A1 Parma-La Spezia, è doveroso dedicare un omaggio alla memoria di colui che è stato, oltre che un grande pilota, anche un simbolo al di fuori delle piste. Enzo Ferrari, nel suo libro "Piloti che gente", lo descrisse con queste parole: "Viveur, danseur, tennista, calciatore e, a tempo perso, pilota. Clay Regazzoni, il brillante, intramontabile Clay, ospite d’onore ideale per le più disparate manifestazioni alla moda. Lo contattai nel 1969. L’anno dopo vinse per noi un memorabile GP d’Italia. Poi si affinò come stile e temperamento, che era fra i più audaci fino a diventare un ottimo professionista. Gli avversari lo hanno sempre rispettato".
Gian Claudio Giuseppe Regazzoni, noto come Clay, nacque il 5 settembre 1939 a Lugano. Il padre era sindaco nella vicina città di Porza e titolare di un’avviata carrozzeria a Mendrisio, nella quale Clay, dopo essere andato a scuola, si recava a lavorare. Dopo aver compiuto il servizio militare nel 1963, partecipò a un corso di guida indetto dall'Automobile Club svizzero a Montlhéry. Al termine di questa esperienza, acquistò una Austin Healey Sprite da lui stesso opportunamente modificata, e il 1° settembre 1963 a 24 anni fece il suo debutto nella corsa in salita al Marchairuz, classificandosi 19° nella classifica assoluta e terzo nella classe 1150 della categoria Gran Turismo. Alla fine dell'anno si classificò 4° nel campionato Sart-Ticino.
L’anno successivo corse il campionato nazionale con una Morris Cooper, ottenendo il secondo posto di classe allo slalom di Payerne ed il terzo nelle gare in salita di Kandersteg e Sehauinsland.
Nel 1965 divenne pilota ufficiale della scuderia "Martinelli e Sonvico" di Lugano, grazie all'aiuto del amico Silvio Moser; fece così ritorno a Montlhéry dove frequentò il corso di Jim Russell, risultando uno degli allievi migliori della scuola. L'11 aprile debuttò nel campionato di Formula 3 a Imola con la De Tomaso, ma fu costretto al ritiro; anche nel resto della stagione arrivarono solo dei risultati modesti.
L'anno dopo passò dalla De Tomaso alla Brabham di Formula 3, su una vettura offerta da Silvio Moser. Con la Brabham F3, Clay ottenne due quarti posti in Argentina, il podio nel Gp di Roma e nella Coppa Api (corse entrambe sul circuito di Vallelunga) e un podio a Monza nella batteria, mentre nella gara finale fu costretto al ritiro per incidente. Grazie ai risultati ottenuti in stagione, Clay Regazzoni venne messo sotto contratto dalla Tecno per la stagione 1967, sia come pilota ufficiale che come collaudatore della nuova vettura da utilizzare nella nuova stagione.
La stagione cominciò con un unico risultato positivo: il quarto posto ottenuto alla Temporada Argentina. In Europa, Clay ottenne il terzo posto alla Coppa Api e conquistò la sua prima vittoria nella Coppa AC Bologna corsa a Imola. Nel resto della stagione, ottenne il quinto posto a Monza, il quarto a Caserta e il secondo a Hockenheim. Arrivò poi la sua prima affermazione internazionale sul circuito di Jarama.
L'anno dopo proseguì il suo sodalizio con la Tecno, vincendo a Vallelunga e a Hockenheim, e finendo sul podio a Monza con il secondo posto e al Crystal Palace con il terzo. A Montecarlo fu vittima di un terribile incidente dal quale uscì miracolosamente illeso: nella chicane dopo il tunnel perse il controllo della sua Tecno, andando a sbattere contro le barriere. La vettura si infilò sotto il guard rail e il pilota d'istinto si abbassò evitando così di finire decapitato.
Nel 1969 Clay venne ingaggiato dalla Ferrari per disputare la stagione di Formula 2 con la Dino 166 F2, ma la macchina si rivelò deludente e il pilota svizzero prese la decisione di tornare a correre con la Tecno, con cui ottenne il miglior risultato della stagione: il quarto posto nel Gran Premio di Enna.
L'anno dopo con la Tecno diventò campione europeo di Formula 2, ottenendo quattro vittorie su nove gare disputate (Hockenheim, Le Castellet, Pergusa e Mantorp Park) e ottenendo cinque volte il secondo posto (Crystal Palace, Rouen, Zeltweg, Imola e in occasione di una seconda gara disputata a Hockenheim). Mentre Clay disputava la stagione di Formula 2 europea, la Ferrari decise di farlo debuttare nel campionato di Formula 1, alternando alla guida della 312B lo svizzero e l’italiano Ignazio Giunti (il romano avrebbe poi la vita in un incidente alla 1000 km di Buenos Aires, il 10 gennaio 1971). Nella sua prima gara, il Gran Premio dei Paesi Bassi, ottenne il quarto posto, risultato che avrebbe ripetuto anche nel Gran Premio d’Inghilterra. Dopo il secondo posto in Austria, ottenne la prima vittoria in carriera nel Gran Premio d’Italia (alla sua quinta apparizione in Formula 1), gara funestata dalla morte di Jochen Rindt avvenuta durante le prove della gara italiana. Dopo il secondo posto in Canada, concluse il Gran Premio degli Stati Uniti in tredicesima posizione, mentre in Messico salì nuovamente sul podio conquistando il secondo posto. Concluse la sua prima stagione in Formula 1 al terzo posto con 33 punti, disputando otto gare su tredici. Nello stesso anno del titolo europeo in Formula 2 e del debutto in Formula 1, Clay partecipò alla 24 ore di Le Mans in coppia con Arturo Merzario su una Ferrari 512S ufficiale. Il duo venne costretto al ritiro quando il pilota svizzero, sotto la pioggia, fu protagonista di un incidente con la Ferrari 512S di Reine Wisell, il quale procedeva lentamente dopo essere rientrato in pista.
La stagione 1971 in Formula 1 lo vide ottenere solo quattro piazzamenti a punti: tre podi (Sud Africa, Olanda e Germania) e il sesto posto nel Gran Premio degli Usa, con il settimo posto finale nel campionato. Vinse comunque la Corsa dei Campioni a Brands Hatch e la 9 ore di Kyalami.
L’anno dopo ottenne il terzo posto in Spagna e il secondo in Germania, finendo a punti anche in Canada e in Argentina e concludendo nuovamente settimo nel Mondiale. Negli Sport Prototipi vinse la 1000 km di Monza e la 9 ore di Kyalami.
Per la stagione 1973 decise di accordarsi con il team BRM facendo squadra con Beltoise e Niki Lauda: ottenne come migliore risultato il sesto posto in Brasile e in Austria. Concluse il campionato in 17° posizione. Nello stesso anno viene ingaggiato dall'Alfa Romeo per correre diverse gare nel campionato prototipi al volante della 33 TT/11. Disputò la Targa Florio con Facetti, ma dopo delle buone qualifiche furono costretti al ritiro. Si ritirò nella 1000 km del Nürburgring e anche nella 1000 km di Zelweg, decidendo di concludere anticipatamente il suo rapporto con l’Autodelta.
Il 1974 segnò il suo ritorno nella scuderia Ferrari, dove suggerì all'Ingegnere il nome del pilota austriaco Niki Lauda, che finì per essere il suo compagno di squadra nel team. Ottenne la vittoria nel Gran Premio di Germania, il secondo posto in Brasile, Spagna, Olanda e Canada, il terzo in Argentina e Francia e diversi altri piazzamenti a punti. Arrivò a giocarsi il titolo all’ultima gara con Emerson Fittipaldi, ma quest'ultimo ebbe la meglio approfittando anche dei problemi accusati nella prova conclusiva di Watkins Glen dalla Ferrari del ticinese, il quale si dovette accontentare della piazza d'onore.
L’annata 1975 lo vide ottenere una vittoria nel Gran Premio d’Italia e due terzi posti in Svezia e Olanda. Concluse quinto con 25 punti il Mondiale, proprio mentre iniziava a brillare la stella del suo compagno Niki Lauda, trionfatore al termine della stagione.
L’anno successivo conquistò la vittoria nel Gran Premio degli Stati Uniti Ovest, finendo tre volte sul secondo gradino del podio (Belgio, Olanda e Italia) e arrivando a punti in altre tre occasioni; alla fine, in classifica generale si classificò nuovamente quinto. Nel frattempo, però, i suoi rapporti con la scuderia erano andati progressivamente deteriorandosi, sia per la decisione del Drake di appoggiare Lauda sia per l'incidente che lo vide protagonista con quest'ultimo al via della gara di Brands Hatch.
Dopo la rottura con la Ferrari e il mancato accordo con la Brabham per il veto di Carlos Pace, Clay passò così alla neonata scuderia Ensign, arrivando a punti in tre occasioni e concludendo diciassettesimo in classifica generale. Partecipò anche alla 500 Miglia di Indianapolis con una McLaren, ma fu costretto al ritiro.
L’anno successivo disputò il Mondiale al volante della Shadow, ed alle prese con una vettura poco competitiva non riuscì ad andare oltre al quinto posto conquistato in Brasile ed in Svezia.
Nel 1979 venne ingaggiato alla Williams e, dopo un avvio di stagione privo di punti, il pilota svizzero conquistò il secondo posto a Montecarlo (partendo dalle retrovie), il sesto in Francia e la vittoria nel Gran Premio di Gran Bretagna: la prima per il team e anche l'ultima della sua carriera. Inoltre, conquistò altri tre podi in Germania, Italia e Canada, finendo quinto nel Campionato del mondo Piloti.
Dopo la mancata conferma da parte della scuderia di Frank Williams (che decise di puntare su Alan Jones, laureatosi poi campione nel 1980), Clay decise di tornare a correre per l’Ensign, ma le prime tre gare della stagione si rivelarono negative. Arrivò così il Gran Premio degli Stati Uniti Ovest, sul circuito cittadino di Long Beach. Durante il 51° giro, a causa di un avaria all’impianto frenante, Regazzoni finì dritto al termine del rettilineo della Shoreline Drive, andando a sbattere a 270 km/h prima contro la Brabham di Ricardo Zunino (parcheggiata nella via di fuga) e poi contro le barriere di cemento. Il pilota subì gravissime ferite alle gambe ed alla spina dorsale; l'intervento chirurgico al quale venne sottoposto non diede gli esiti sperati, costringendo Clay sulla sedia a rotelle.
Dopo tre anni di inattività, ricominciò a correre diventando uno dei primi piloti disabili a prendere parte a diverse competizioni motoristiche, partecipando a diverse gare di Rally e Raid (tra cui la Parigi-Dakar) e anche in pista, come la 12 Ore di Sebring.
Nel 1984 aprì un corso di guida sportiva per disabili a Vallelunga, iniziando la campagna di sensibilizzazione che nel 1993 portò il Ministero della Salute a concedere ai disabili la possibilità di partecipare alle gare automobilistiche. Nel 1992 insieme a Luca Pancalli, Clay diede vita alla FISAPS (Federazione Italiana Sportiva Patenti Speciali), organizzando insieme alla CSAI corsi di pilotaggio per persone con handicap, oltre a diverse gare e manifestazione sportive.
Il 15 settembre 2006 la vita di questo straordinario personaggio si fermò dopo un incidente sull'autostrada A1, all'altezza dello svincolo Parma-La Spezia. Al suo funerale, svoltosi a Lugano, parteciparono diversi piloti tra cui Emerson Fittipaldi, Niki Lauda e Jackie Stewart.
Dopo la morte di Clay è nato il progetto “Clay Regazzoni Memorial Room”, un'iniziativa no-profit che aiuta le persone in difficoltà soprattutto nell’ambito della paraplegia: gli introiti derivanti dalle visite a questa mostra permanente di Lugano vengono infatti interamente devoluti in beneficenza per questa nobile causa. Per maggiori info è possibile visitare il sito http://www.clayregazzoni.com/
Luogo e data di nascita - morte | Lugano (Svizzera) 5/9/1939 - Fontevivo (Italia) 15/12/2006 |
Debutto in F1 | Gp Olanda 1970 |
Gp disputati | 132 |
Vittorie | 5 |
Pole Position | 5 |
Giri veloci | 15 |
Miglior risultato | 2° (1974) |
Stagioni di attività | 1970-1980 |
Scuderie | Ferrari, BRM, Ensign, Shadow, Williams |
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