"Il Capitano" porta l'Aprilia sul podio su un circuito ostico per la RS-GP.
Aprilia Racing

Segnalata da tutto il team come una delle piste più difficili per Aprilia – e anche per questo motivo la casa di Noale ha portato in pista anche Lorenzo Savadori con la moto laboratorio -, la Sprint del Red Bull Ring ha regalato alla casa italiana un insperato podio con Aleix Espargaró, frutto del lavoro svolto al box e di una qualifica sensazionale che gli ha permesso di partire in seconda fila subito dietro il trio formato da Martin, Bagnaia e Márquez con un 1.28.3 che gli avrebbe permesso di battere il record della pista fissato ieri da Bagnaia nel turno del pomeriggio. 

Un segnale positivo per Aprilia, con Espargaró che non ha nascosto come abbia dovuto dare il massimo per portarsi a casa la medaglia, riconoscendo il lavoro fatto da tutta la sua squadra. Ma un segnale positivo anche per Jorge Martin in vista del 2025, che secondo Aleix era “molto contento di vedere Aprilia sul podio qui”.

Zero gestione in gara

Per il rendimento che sta tenendo in questo fine settimana, non sembra che queste siano le sue ultime gare da titolare nel Mondiale e lo stesso Espargaró riconosce come in questa fase “stia guidando come non ho mai fatto nella mia vita”.

È così, specialmente con la soft in qualifica, in modalità attacco. Il tempo che ho fatto, da solo, secondo me è impressionante, è bellissimo fare un 1.28.3, ma vale anche per il ritmo che ho tenuto nei primi giri contro i primi del campionato. Forse è uno dei sabati migliori della mia carriera.

Espargaró ha spiegato come non sia andato in gestione nel corso della gara perché ritiene che le Ducati siano “troppo veloci”. Lo spagnolo ha spiegato che la decisione di montare la soft dietro sia arrivata dopo la qualifica e che la mentalità sia stata quella di attaccare senza pensare a consumo e temperature, ottenendo così indicazioni utili anche in vista di domani.

Dopo la qualifica abbiamo deciso di andare con la soft e di dare il 100%, tutta la prima fila aveva la soft al posteriore. Io ad Antonio (Jimenez, suo capotecnico, ndr) ho detto che avrei spinto come se fossi in qualifica. Se cado o distruggo la gomma, fa nulla. Tra il terzo e il quarto giro si sono accese tutte le spie presenti sul dash, tutto era rosso: la pressione dell’anteriore, le temperature delle gomme. L’ho detto, per me era come una qualifica, ma dev’essere così quando non sei allo stesso livello (delle Ducati), devi rischiare. È la parte bella di questo sport, ho rischiato molto ma sono felicissimo. Il posteriore sapevo che si sarebbe distrutto, mentre con l’anteriore non so domani come faremo ad arrivare alla fine. Era finito, si muoveva moltissimo. Il ritmo all’ultimo giro comunque non era male, dovremo vedere domani.

Merito della squadra: Espargaró elogia pubblicamente Baiocco

Ai giornalisti presenti al Red Bull Ring, Espargaró ha apertamente elogiato la squadra, sottolineando come – da ieri a oggi – all’interno del box la moto sia stata ribaltata cambiando tutta una serie di dettagli. Un lavoro che gli ha permesso di seguire i primi tre per la prima parte della Sprint. In particolare, Aleix si è complimentato con Matteo Baiocco.

Matteo è una delle persone più importanti del mio team. È incredibile cosa può vedere in pista, nota cose impossibili da vedere ed è parte del nostro successo. Oggi è incredibile quello che si può fare con la tecnologia e l’analisi dei dati, ma a parte ciò, penso che lui sia di un altro livello. In una sessione riesce a capire tutte le marce usate dagli altri, vede cose incredibili. Una volta mi ha detto che Jorge era l’unico a fare una curva in terza marcia e Martin mi ha chiesto come facessi a saperlo, perché in Ducati nessuno ne era a conoscenza. Avere un team forte aiuta e in Aprilia lo abbiamo.

Dal Red Bull Ring, Mattia Fundarò