F1 | GP Spagna: Grosjean, così proprio non ci siamo
Sembra di essere tornati indietro di sei anni, a quel 2012 che segnò una chiave di volta nella carriera di Romain Grosjean. All'epoca il francese, che militava nel team Lotus insieme a Kimi Raikkonen, era un giovane molto promettente del Circus, ma non ancora maturo mentalmente. Tanti incidenti causati durante la stagione, fino al più clamoroso di Spa, che gli costò un turno di squalifica per il Gran Premio di Monza. Quella lavata di capo fu utilissima a Grosjean, che ritornò in pista a Singapore centrando diversi piazzamenti a punti da lì fino al termine della stagione.
L'anno successivo Romain si confermò come uno dei migliori piloti di seconda fascia, con cinque podi ed il settimo posto finale nella classifica piloti (ancora oggi il suo miglior risultato finale). Poi il calo prestazione della Lotus, il trasferimento in Haas e la graduale scomparsa del francese dalle posizioni nobili della classifica. Lo scorso anno, come detto, la monoposto del team di Gene Haas non ha di certo aiutato, ma il lavoro effettuato dai tecnici durante l'inverno ha ampiamente colmato questa lacuna, consegnando nelle mani di Grosjean e Magnussen un vero e proprio gioiellino. La VF-18 è una macchina veloce sia in qualifica che in gara, che ha dimostrato di farsi valere su tutti i tracciati finora affrontati (naturalmente dietro i big 3: Ferrari, Mercedes e Red Bull).
Ma la classifica non sembrerebbe supportare questa tesi per la quantità enorme di punti che sono stati lasciati per strada. Se non si può imputare alcuna colpa ai piloti per la catastrofe di Melbourne, diverso è il discorso degli altri weekend, quando Grosjean non si è mai rivelato all'altezza del suo compagno di squadra, né in qualifica, né in gara: il parziale al momento dice che Magnussen è partito per 4 volte su 5 avanti al compagno, mentre al traguardo, escluso il ritiro in Australia, gli è sempre arrivato davanti.
Fino a questo momento i 19 punti del team Haas sono tutti frutto dei piazzamenti del danese, con Grosjean che per ben tre volte non ha nemmeno concluso la gara. Imbarazzante il confronto in Bahrain, dove il francese ha pagato un'eternità da Magnussen. Stesso discorso in Cina. E poi Baku, dove il crollo di Romain ha iniziato ad essere verticale. L'Azerbaijan stava per rivelarsi il gran premio del rilancio dell'ex Lotus, che si ritrovava sesto a 9 giri dal termine. Ma il francese getta tutto al vento andando a stamparsi da solo contro il muro, consegnando la sesta posizione a Charles Leclerc.
In Spagna la Haas è arrivata con una macchina velocissima, tanto che sono riusciti a passare il taglio del Q2 con le gomme soft, come i top team, ma durante tutto il week end il suo pilota numero 8 è parso con la testa altrove. Per due volte nelle prime sessioni di libere è andato a farsi un giro nella ghiaia e al sabato è finito dietro a Magnussen. Arriviamo al fattaccio di oggi: una partenza nemmeno malvagia, perché in curva 3 si stava giocando la posizione proprio con Magnussen, quando ha allargato eccessivamente la traiettoria, perdendo il controllo della sua monoposto.
Un errore che ci può stare, la manovra di Fernando Alonso nel 2013 non la sanno fare tutti. Quello che è intollerabile, in primis per un discorso di sicurezza, è stata la reazione del francese: una mossa folle che poteva mettere in serio rischio l'incolumità di altri piloti che sopraggiungevano a gas spalancato. In queste occasioni l'unica cosa da fare è premere il freno e lasciare che la macchina si fermi nella via di fuga. Non di certo innalzare una colonna di fumo cercando di raddrizzare la monoposto. Questa è la Formula 1, non il set di Fast & Furious Tokyo Drift...
Grosjean, ascoltato dai commissari al termine della gara, è stato graziato nel vero senso della parola; il provvedimento scelto è stata una penalità di 5 posizioni in griglia a Monaco e 2 punti sottratti dalla "patente", insomma un buffetto laddove sarebbe servita una punizione molto più severa, perché se è vero che si tratta del primo incidente pericoloso per i suoi colleghi, è innegabile il fatto che oggi Grosjean non è un pilota sereno, e questo lo rende pericoloso per tutti.
Alessandro Gazzoni