E' allarme-sicurezza nel FIA F.3 European Championship. Gli incidenti a ripetizione andati in scena durante le recenti tappe a Monza e Spa hanno fatto suonare il campanello d'allarme in merito al comportamento, talvolta scriteriato, adottato da alcuni dei giovani protagonisti del campionato.

Al punto che la FIA starebbe ora vagliando delle soluzioni per impedire che i kartisti possano direttamente approdare al campionato europeo dal quale proviene Max Verstappen, passato quest'anno in Formula 1 al volante della Toro Rosso. E proprio "l'effetto-Verstappen" sembra aver innescato una reazione a catena, con tanti (troppi) baby-piloti a corto di esperienza in monoposto che si sono catapultati nella serie continentale, magari nel sogno di emulare le gesta ed il percorso agonistico del collega olandese. Risultato: griglie sovraffollate, impoverimento di altri campionati e, soprattutto, tanti "botti" causati dall'imprudenza di chi pensa di poter godere di una sorta di "invulnerabilità".

Ma andiamo con ordine. Già nella tappa di Monza avevano fatto parecchio discutere gli incidenti a ripetizione andati in scena lungo i rettifili dell'autodromo brianzolo, culminati nel volo pauroso di Lance Stroll che, dopo aver stretto sull'erba Antonio Giovinazzi in uscita dalla Prima Variante, era stato protagonista di una pericolosa carambola finita fortunatamente senza conseguenze. Stesso epilogo per Michele Beretta, incolpevole vittima di una manovra scriteriata da parte di Matthew Rao che lo aveva mandato ruote all'aria. Al punto che le continue interruzioni con l'ingresso della Safety Car avevano spinto la Direzione Gara a prendere una decisione più unica che rara: sospendere Gara-3 e mandare tutti a casa. Troppi gli incidenti, le scorrettezze, i drive-through inflitti ai vari piloti. Un segnali di avvertimento, insomma, che però da qualcuno non è stato recepito adeguatamente. Due settimane più tardi, infatti, in un'altra pista per uomini veri (Spa Francorchamps) il copione è stato più o meno lo stesso: di nuovo il pilota FDA Lance Stroll, autore di una manovra poco ortodossa al termine del rettilineo del Kemmel, che innescava un crash che metteva fuori gioco anche Jensen e Rosenqvist. I Commissari in questo caso decidevano di intervenire duramente, sancendo di fatto l'esclusione del pilota canadese da gara-3. Pochi giri più tardi la grande paura per Gustavo Menezes che, stretto in pieno rettifilo da Brandon Maisano, finiva per decollare ad altissima velocità per poi ricadere a testa in giù. Drammatiche le immagini del roll-bar visibilmente danneggiato nell'impatto, ma fortunatamente anche in questo caso nessuna conseguenza per il pilota.

Episodi sui quali occorre riflettere, in quanto non più frutto di una semplice coincidenza. L'eccessivo agonismo dei piloti è un aspetto sul quale occorre immediatamente intervenire, prima che qualcuno si faccia realmente male. Ma le cause vanno ricercate anche altrove: come detto, il "boom" di una categoria che ha consentito, lo scorso anno, al giovane Verstappen di mettersi in luce attirando le attenzioni della Formula 1. Il risultato è stato quello di una griglia che va ben oltre le 30 monoposto presenti in pista, con diversi piloti aventi un'esperienza limitata (se non addirittura inesistente) in monoposto e, in taluni casi, spinti più dal proprio corposo budget che dal talento. Intanto, la FIA sta già studiando interventi: la casuale presenza in griglia a Spa di Jean Todt ha di sicuro accelerato questo processo, al punto che si starebbe pensando di vietare il passaggio diretto dei kartisti alla Formula 3. Questo anche se occorre sottolineare come siano stati solo in due quest'anno ad aver fatto il grande salto (Ilot e il nostro Lorandi), con entrambi che hanno mostrato maturità e comportamenti irreprensibili. Questa mossa in ogni caso va nella medesima direzione rispetto all'introduzione della licenza a punti, tanto bistrattata ma comunque (salvo alcune discutibili scelte in merito alla scala di importanza assegnata ad alcune categorie) utile ai fini di garantire ai giovani piloti un adeguato processo di apprendimento prima di potersi candidare ad un sedile in Formula 1. Perchè in monoposto, è bene ricordarlo, i rischi esistono: ma forse qualche giovanotto allo sbaraglio ancora deve imparare a conoscere le regole basilari del comportamento da tenere in pista.

Marco Privitera

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