IndyCar | Test Phoenix: a sorpresa svetta l'Ed Carpenter Racing, ma Newgarden fa già la voce grossa
Dopo una prima giornata tutto sommato tranquilla, con interruzioni solamente per i rituali controlli della pista, la seconda delle due giornate di test pre-stagionali è stata caratterizzata da numerosi botti, inaugurati al pomeriggio dal vincitore della 500 miglia di Indianapolis Alexander Rossi e proseguiti nel corso della sessione serale. In quest'ultima, il più veloce è risultato essere Ryan Hunter Reay , a conferma che gli aerokit Honda in condizioni più fresche sembrano rendere meglio rispetto a quelli Chevrolet. Ma nella classifica combinata c'è stata la sorpresa dell'Ed Carpenter Racing che, orfana di Newgarden, ha piazzato entrambe le vetture nelle prime due posizioni (Hildebrand 1°, il team owner 2°), candidandosi seriamente alla vittoria sugli ovali. Dietro di loro proprio il neo acquisto Penske che, dopo essere stato il migliore il giorno prima, si è confermato su buoni livelli anche nella giornata conclusiva, confermando una volta di più chi sarà il team di riferimento per la stagione 2017. A completare la top six Helio Castroneves, Will Power e Mikahil Aleshin con il campione in carica Simon Pagenaud, solamente 8°, che si è dedicato ad un lavoro improntato più sulla durata. Nella prima giornata, come detto, il più veloce nella classifica combinata è risultato essere l'enfant prodige Newgarden che si è messo alle spalle il suo ex datore di lavoro Ed Carpenter e Marco Andretti, con Graham Rahal, Will Power e Jr Hildebrand che ha confermato l'ottimo stato di forma del suo team.
Volendo tracciare un bilancio delle due giorni di test, i motorizzati Chevrolet sembrano avere ancora un qualcosa in più rispetto ai motorizzati Honda che, come detto, sono sembrati molto più competitivi in condizioni di temperatura più fresca, anche se un verdetto definitivo è difficile da stabilire: questo anche perchè la fornitura limitata del gommista Firestone (solo sei set di pneumatici per vettura) ha obbligato parecchi team a lavorare in condizioni di eccessiva usura, simulando anche situazioni di traffico in pista, con parecchi piloti impegnati più a raccogliere dati che a cercare il proprio limite.
E' ovvio che, ad un mese esatto dal via della stagione, non si possono ancora avere certezze assolute, ma la sensazione è che il titolo possa essere ancora una affare riservato agli alfieri del team Penske anche se, come due anni fa, le sorprese sono sempre dietro l'angolo. Ed è quello che sperano sia i tifosi sia i vertici della serie, i quali vogliono evitare che l'Indycar diventi un trofeo "monoteam".
Vincenzo Buonpane
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