Il distacco netto con la vettura della stagione scorsa si vede già dal musetto: è stata abbandonata la filosofia Mercedes, che lo prevedeva lineare e basso, in favore di uno con la protuberanza centrale (in azzurro). Ciò implica una maggiore altezza da terra che porta una maggior quantità d’aria nel sotto-vettura e, quindi, verso l’S-duct, come si può notare dai nuovi piloni di sostegno di derivazione McLaren (cerchio rosso). Ovviamente l’intera struttura risulta essere più rialzata con il conseguente spostamento degli attacchi delle telecamere, ancorati con una piccola staffa in stile Mercedes. L’ala anteriore ha subito numerosi interventi dopo che l’ultima evoluzione del 2017, introdotta in Malesia, non aveva dato i suoi frutti: il profilo principale si presenta con una sagomatura nel bordo esterno molto accentuata e squadrata (in verde) che, lavorando in sinergia con la nuova paratia verticale più svergolata (in giallo), genera dei vortici che defluiscono al di fuori della vettura senza impattare sugli pneumatici anteriori.

Completamente rivista anche la cascata di flap, di scuola Ferrari, molto più arcuati e sinuosi rispetto al passato e con una forma a riccio, verso l’interno della vettura, per permettere di gestire al meglio il vortice Y250 che investe la parte centrale della monoposto e, di conseguenza, il fondo piatto. Proseguono con una forma “ondeggiante” per generare maggior carico aerodinamico ma, allo stesso tempo, per cercare di gestire il bilanciamento sull’asse anteriore, fino a terminare, ancora una volta, a riccio. Di conseguenza si vengono a creare numerose soffiature che generano un flusso diretto verso l’interno degli pneumatici e che, tramite il rotolamento, viene da quest’ultimi espulso. Per ora restano, invece, invariati gli upper flap che seguono il principio di portare il flusso fuori dalla vettura. Le sospensioni anteriori, fedeli allo schema push rod, mantengono il braccio superiore ancorato per mezzo del pivot al mozzo-ruota (riquadro blu), mentre il braccio inferiore mantiene la forma a Diapason creando anche un profilo alare. Inalterate le prese dei freni a palpebra leggermente rigonfiate al centro (riquadro viola) con la doppia funzione di raffreddare il sistema ed alimentare il mozzo forato. I turning vanes mantengono una forma simile alla STR12 con le frangiature finali (cerchio arancio) per pulire il flusso che lambisce il corpo centrale.

I bargeboard sono un’evoluzione della monoposto precedente e presentano due elementi: il primo provvisto di una svasatura inferiore e di una pinna orizzontale (riquadro verde) per dirigere i flussi verso la pancia, il secondo più lungo con una soffiatura (riquadro giallo) per energizzare il flusso; inoltre è preceduto da piccoli elementi che, lavorando con il rigonfiamento sul marciapiede (cerchio azzurro), portano aria nel sotto-vettura alimentando il fondo piatto. Anche la zona immediatamente sotto l’ingresso delle pance laterali presenta delle derive che incanalano il flusso che vanno verso il diffusore.

L’ingresso delle pance laterali presenta una forma molto simile a quella della STR12 (in giallo) con una generosa svasatura verso il fondo. Il tutto è “accerchiato” dal diffusore a ponte dove la parte superiore (riquadro verde) serve a mantenere il flusso “incollato” alla superficie superiore delle pance, mentre il profilo verticale, composto da due elementi, serve a dirigere il flusso verso l’esterno della monoposto.

L’Halo, già dal momento della presentazione, è provvisto di flap superiori per pulire il flusso verso la presa-motore, ma anche di un mini-flap inferiore per indirizzare quello che investe il pilota.

L’Airbox presenta una forma identica alla vettura dello scorso anno con la presa triangolare che alimenta il motore termico e le due laterali che alimentano l’ERS. Le pance laterali proseguono snelle e filanti, anche in virtù della filosofia “zero size” utilizzata dalla McLaren-Honda, tanto da lasciare ampio spazio alla pinna.
Interessanti le sospensioni posteriori a schema pull rod: esse presentano il tirante che, come nella McLaren MCL33, s’infulcra a metà braccio superiore anziché al portamozzo (in giallo). Per ora non sono presenti T-wing e l’alettone posteriore, simile a quello della passata stagione, è sorretto da un unico pilone (riquadro verde) che si collega al sistema del DRS. Rivisto anche il fondo piatto con una fessura generosa della scimitarra per incanalare aria nel fondo; presenti anche quattro soffiature (riquadro rosso) prima degli pneumatici posteriori per regolare il tyre squirt.

Anche il diffusore ha subito delle leggere modifiche: i due flap Gurney che contornano il diffusore terminano in maniera più lineare, senza svergolature che fungono da generatori di vortici (riquadro verde), per migliorare l’effetto di espansione del diffusore stesso.

In Toro Rosso hanno sviluppato la nuova monoposto per eliminare le carenze del progetto precedete, ovvero un’eccessiva resistenza aerodinamica che si pagava sul dritto. Inoltre la fornitura ufficiale Honda carica ulteriormente di aspettative il team faentino che cercherà di issarsi in zone più nobili della classifica.

Articolo e grafiche a cura di Michele Montesano