F1 | La FIA impone lo stop ai messaggi politici dei piloti senza autorizzazione
Nel nuovo Codice Sportivo Internazionale, redatto dalla FIA per la stagione 2023, spunta una norma destinata a fare discutere. L'articolo 12.1.1.n infatti prevede il divieto, per i piloti o altri esponenti dei team, di esprimere nell'ambito del week-end di gara qualunque dichiarazione o messaggio di stampo politico, religioso e personale.
La norma
Nello specifico, la norma stabilisce che costituisce violazione al suddetto codice "l'effettuare o il mostrare messaggi o commenti di tipo politico, religioso o personale, in violazione del principio generale di neutralità promosso dalla FIA tramite il suo statuto, eccetto previa approvazione per iscritto dalla FIA per le competizioni internazionali, o dalla ASN (l'autorità sportiva nazionale, ndr) di competenza per le competizioni internazionali".
La norma non riguarda soltanto la F1, ma tutte le categorie sotto l'egida della Federazione. Verosimilmente, tale norma ha lo scopo di evitare imbarazzi con gli esponenti politici dei Paesi ospitanti.
Casi recenti
Negli ultimi due anni abbiamo avuto modo di vedere piloti approfittare del week-end di gara per evidenziare le proprie opinioni su temi non strettamente legati al motorsport. Il lungo periodo trascorso forzatamente a casa, dovuto alla pandemia, probabilmente ha portato diversi piloti a ragionare su tematiche più importanti delle corse. Ricordiamo le prese di posizione dopo la morte di George Floyd a Minneapolis. Quando si tornò a correre per la prima gara, in Austria, diversi piloti si inginocchiarono per evidenziare la protesta. Contestualmente, Lewis Hamilton indossò una maglietta del movimento "Black Lives Matter".
Sempre Hamilton, lo stesso anno, indossò sul podio del Mugello una maglietta in cui si chiedeva l'arresto per i poliziotti che avevano ucciso Breonna Tyler a Louisville. Proprio in seguito a questa "manifestazione", per il GP di Russia venne espressamente vietato ai piloti di togliere sul podio la tuta o di coprirla con altro.
Anche Sebastian Vettel ha sfruttato molto la sua fama per mandare messaggi di natura sociale. L'episodio più famoso riguarda il GP d'Ungheria 2021, con maglietta e mascherina arcobaleno e la scritta "Same Love", in aperto contrasto con le politiche anti-LGBT del presidente Viktor Orban. Citiamo anche i caschi speciali, ad esempio per la denuncia dei disastri ambientali canadesi in Athabasca. In generale, più recentemente, bisogna menzionare tutti i messaggi dei piloti rivolti al conflitto russo-ucraino.
Le altre modifiche
Altri articoli, rispetto al Codice Sportivo dello scorso anno, hanno poi trovato inserimento. Tra questi, dal 2023 l'art. 9.17 impone un garden leave di sei mesi per l'ex Presidente della FIA e per il Vice Presidente FIA per lo Sport. In questo periodo, queste figure non potranno lavorare presso un concorrente iscritto ad un campionato FIA. Anche dopo i sei mesi, il team non potrà beneficiare di alcuna informazione ottenuta da questi durante i rispettivi mandati. L'art. 2.6.5 e successivi stabiliscono poi un quadro preciso di chi lavora alla costruzione di una PU di Formula 1 e powertrain in Formula E. Infine, i circuiti permanenti che ospiteranno competizioni internazionali dovranno possedere un certificato di accreditamento ambientale rilasciato dalla FIA.
Alfredo Cirelli