WRC | Il Monte incorona Neuville, ma è Toyota la vettura da battere
La prima uscita del campionato WRC 2024 ha visto un pressoché inarrestabile Thierry Neuville fare piazza pulita degli avversari. Il belga ha portato la Hyundai a vincere anche la Power Stage sul mitico Turini, ma un dato è parso emergere con chiarezza dagli asfalti delle Alpi Francesi. Toyota, al momento, problemi tecnici a parte, sembra essere ancora il team da battere.
Un altro Thierry
Lo abbiamo sottolineato alla fine della terza giornata, quella di sabato, che gli aveva consentito di portare a casa i primi 18 punti a disposizione. Neuville, a Monte Carlo, è sembrato essere un altro rispetto a quanto visto nelle ultime due stagioni. Sorridente, sicuro di sé e finalmente poco incline all’errore, caratteristica questa la cui mancanza negli ultimi anni gli è costata più di una vittoria. Insomma, un Neuville così non lo vedevamo da tempo, ed è sicuramente un toccasana per un WRC in difficoltà.
“Giù il cappello per Thierry, ha fatto un grande rally e si è meritato la vittoria”, parola di Sebastien Ogier. Difficile dargli torto; le ultime due speciali del sabato sono state la rappresentazione della perfezione. Certamente, oltre a spingere senza andare oltre il limite, Neuville è stato perfetto nell’interpretare le informazioni arrivate dalle sue gravel crew, che precedono gli equipaggi sulle speciali. Insomma, il belga ha fatto un grande weekend portandosi a casa 30 punti, il massimo disponibile. Certo, per il Mondiale bisognerà fare i conti con i giapponesi.
Toyota sempre con i primi
Neuville è stato perfetto, ma la vettura da battere, almeno per il momento, sembra essere ancora la Yaris Gr1. Le vetture giapponesi, portate in pista dagli uomini di Jari-Matti Latvala, sono sembrate essere ancora un passo avanti rispetto alle i20 coreane. I primi due giorni sono stati letteralmente dominati da Elfyn Evans, mentre Ogier ha lottato fino all’ultimo con il suo rivale.
Certo, il gallese ha tanto da recriminare dal punto di vista dell’affidabilità. I problemi all’ibrido fatti registrare sabato sono stati certamente la causa di una sconfitta bruciante, dopo che fino a venerdì sera Evans aveva condotto con autorevolezza sulle strade delle Alpi francesi. In ottica campionato, il suo terzo posto finale è comunque importante, e certamente lo mette nella posizione di prima guida nella lotta per il titolo.
La bontà del progetto Toyota WRC è certamente testimoniata anche dai buoni scratch fatti segnare da Takamoto Katsuta, fuori dai giochi praticamente dal venerdì mattina. In Svezia, tra tre settimane, tornerà anche il Campione in carica Rovanpera; una carta importante da giocare contro i rivali di Hyundai.
Il Monte è sempre lui, nonostante tutto
Il fascino che il Rally di Monte Carlo esercita su tutto il mondo del motorsport e non solo resta intatto, nonostante tutto. Una sorta di piccola enclave che sembra restare immutata, circondata da un vortice in continua e rapidissima evoluzione. Le scene delle PS inaugurali, il giovedì sera, con il foltissimo pubblico assiepato sui tornanti con tanto di fumogeni e fuochi d’artificio, hanno il potere di riconciliarci con uno sport che amiamo ma che spesso ci lascia con l’amaro in bocca.
Quest’anno, come ormai accade sempre più spesso, il caldo e l’asciutto l’hanno fatta da padroni sulle speciali intorno a Gap. Ma il verglas, quello vero, resta comunque una delle insidie maggiori, e ha mietuto vittime illustri nella prima PS del venerdì mattina. Tanak e Katsuta, infatti, hanno perso ogni possibilità di vittoria in una insidiosa piega a destra, e sono stati costretti a ricorrere alle spinte del pubblico.
Unica pecca, forse, la Power Stage sul mitico Turini. Ecco, quel traguardo posto qualche centinaio di metri prima del passo, considerando anche che la PS non consisteva nella classica La Bollene-Vesubie, è sembrato leggermente inappropriato, ecco. A parte questo, lo possiamo dire con certezza: Monte Carlo (grazie al cielo) è sempre lui!
Nicola Saglia