F1 | Le pagelle di metà stagione: Mercedes risorge dalle ceneri
Mercedes ha raddrizzato una prima fase di stagione complessa con una serie di risultati che ricordano il periodo d’oro delle Frecce d’Argento.
Dopo otto gare nessuno si sarebbe aspettato di vedere una Mercedes competitiva nella parte centrale della stagione ma gli ultimi due mesi di gare hanno riportato al vertice il team di Brackley con sei gare consecutive a podio e tre vittorie negli ultimi 4 GP prima della pausa estiva. Tutto merito anche di una soluzione “Eureka” che ha portato Mercedes a trovare improvvisamente performance su una W15 che fino a Monaco sembrava persa e relegata al ruolo di quarta forza, mentre ora è tra le squadre più in salute e può persino pensare ad obiettivi più alti.
Una modifica cruciale che fa volare la W15
In un’intervista concessa al podcast ufficiale della F1, il DT di Mercedes James Allison ha ammesso come i risultati che Mercedes ha ottenuto dal Canada (2 pole position, 6 podi e 3 vittorie) siano tutti frutto di un’intuizione sorprendente.
È stato più un momento del tipo ‘Oddio, come abbiamo potuto essere così stupidi?’, dove vedi il percorso che ti attende e avresti dovuto vederlo prima. La cosa che ci ha tormentato da inizio stagione è stata che potevamo vedere come la vettura fosse ok nelle curve lente, come fosse buona nelle curve veloci ma non riuscivamo a coniugare entrambe le cose allo stesso tempo. Quello che è cambiato nelle ultime gare è che abbiamo modificato la vettura in un modo in cui abbia un bilanciamento ragionevole tra le curve ad alta e bassa velocità e un bilanciamento ragionevole tra le curve. Ciò significa che il pilota può fidarsi sia dell’asse anteriore sia di quello posteriore nelle curve veloci e in quelle lente e può fidarsi quando va sul freno a inizio curva, fino al punto di corda e in uscita. Quel bilanciamento è cruciale per il pilota, che sa che la vettura può andare in understeer o oversteer e che seguirà la traiettoria che vuole impostare.
Da queste poche parole si intende quindi come Mercedes sia riuscita a trovare – per la prima volta – equilibrio su una vettura che rappresenta una netta separazione con le fallimentari W13 e W14 che avevano perseguito il concetto zero-sidepod che aveva portato il team di Brackley dal top dello schieramento al ruolo di terza-quarta forza senza la possibilità di giocarsi le vittorie.
Un netto cambiamento con il passato che alimenta ora le speranze di Hamilton e Russell di potersi giocare altre vittorie da qui alla fine dell’anno, oltre alle tre ottenute sinora negli ultimi 4 GP. Un ruolo di terzo incomodo preso con merito, con un occhio ad obiettivi ben più importanti che in questa fase non sono così lontani come la classifica vuole far intendere viste le difficoltà di Red Bull e Ferrari e l’incapacità di McLaren di concretizzare il proprio vantaggio tecnico.
Voto: 7,5
Hamilton, il re è tornato al vertice
Dopo 8 GP Hamilton si trovava in una situazione negativa di classifica, con 42 punti fatti (media di 5 punti a GP) e l’ottavo posto in classifica. Dal Canada, gara della svolta per Mercedes, Hamilton ha ottenuto 108 punti e due vittorie: sia a livello di punti, sia di vittorie, sono gli stessi numeri ottenuti da Max Verstappen, che comanda il Mondiale e che non vince da 4 GP (il maggior numero di gare senza successi per l’olandese dal 2020). È un segnale chiaro sia in ottica 2024, con Hamilton che ha superato Pérez e Russell in classifica e che attualmente è sesto a 12 punti da Sainz e a 17 da Oscar Piastri, sia in ottica 2025 quando lascerà Mercedes per trasferirsi a Maranello. Nonostante i due anni e mezzo di digiuno da vittorie, Hamilton è più vivo che mai e, con la vettura giusta, ha confermato di poter ottenere sempre risultati di rilievo. Perché l’età può avanzare ma il talento e le motivazioni, se ben coltivati, non possono svanire all’improvviso. Se il 2022 e il 2023 avevano instillato dubbi sul pilota Hamilton, gli ultimi 2 mesi hanno spento tutti i pettegolezzi. Anche solo sognare il Mondiale è molto difficile, ma replicare una top-3 iridata dopo quella di 12 mesi fa per Hamilton potrebbe essere fattibile, a patto che Mercedes continui a lavorare su una W15 che è costante e capace di portare a casa risultati simili a quelli dell’ultima fase del campionato. Sono già lontani i tempi in cui Hamilton, via radio, si lamentava della disparità di trattamento nei confronti di Russell e, per lo spettacolo, è meglio così.
Voto: 8
Russell è pronto al ruolo di leader?
Se, da una parte, Mercedes ha un ritrovato Hamilton a disposizione per la seconda parte dell’anno, dall’altra c’è un George Russell che in queste ultime gare ha ritrovato la vittoria e portato a casa ottimi risultati. La vittoria del Belgio, nonostante sia stata persa per squalifica, ha fatto vedere come Russell abbia la capacità di imporsi nelle decisioni con la squadra e ha mostrato la grande considerazione che in Mercedes nutrono nei suoi confronti. In vista del 2025, dove Mercedes perderà Hamilton, è un segnale forte. Il tutto nonostante, dal punto di vista dei risultati, Russell abbia dimostrato una buona costanza di rendimento ma una capacità da affinare dal punto di vista del peso dei risultati ottenuti. Se è vero che la vittoria di Spa avrebbe rappresentato un argomento forte a suo favore, dall’altra parte Russell può contare sull’ottimo podio di Montréal e sulla vittoria a sorpresa del Red Bull Ring, arrivata grazie ad un harakiri di Verstappen e Norris, sebbene vada riconosciuto all’inglese come fosse al posto giusto al momento giusto. Un po’ poco per far pensare, a Brackley, che Russell sia definitivamente pronto per lo step finale e per lottare per il titolo. Un qualcosa che attualmente manca anche al suo amico Lando Norris e che nella seconda parte di stagione dovranno necessariamente cercare di affinare per puntare con insistenza all’obiettivo massimo.
Voto: 7
Mattia Fundarò