Credits: LAT Images (Haas F1 Team media)
Credits: LAT Images (Haas F1 Team media)

Il principale tema di discussione attuale a livello globale riguarda i dazi introdotti dal Presidente USA in carica, Donald Trump. La (discutibile) mossa impartita dall'attuale gestione dovrebbe portare ad un'accelerazione all'industria americana, nell'ottica di quel “Make America great again” sdoganato proprio da The Donald.

L'avvertimento di Haas Automation

Haas Automation, l'azienda di macchine utensili gestita da Gene Haas (proprietario dell'omonima scuderia di F1), ha avvertito che l'introduzione dei dazi sulle merci sta avendo un "impatto significativo" sulla sua attività. In una nota destinata ai media ha dichiarato:

"Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un drastico calo della domanda di macchine utensili, sia da parte di clienti nazionali che esteri. Per precauzione, abbiamo ridotto la produzione ed eliminato gli straordinari nel nostro unico stabilimento produttivo di Oxnard, in California, dove impieghiamo 1.700 dipendenti e siamo operativi dal 1983. Abbiamo anche sospeso le assunzioni e sospeso le nuove richieste di assunzione".

La dinamica dei dazi e l'estraneità al team

L'aumento dei dazi da parte degli USA (mirati verso i Paesi che vendono all'America più di quanto acquistino) ha visto una risposta bipolare nel panorama globale. Alcuni Paesi stanno cercando di aprire un tavolo delle trattative…baciando le terga (sic) del Presidente USA, mentre altri Paesi (con più leva) hanno dato una risposta orientata all'aumento dei propri dazi; questo non ha fatto altro che accrescere i timori di una guerra commerciale globale, causando il crollo dei mercati azionari.

La situazione è attualmente in pieno sviluppo, tuttavia Gene Haas ha esortato il governo degli USA a introdurre "esenzioni tariffarie per materie prime e componenti essenziali per l'industria statunitense delle macchine utensili e a mantenere i dazi sulle macchine utensili importate". Per quanto riguarda il team Haas F1, in una nota separata, si evidenzia che l'annuncio di Haas Automation "non ha alcun impatto su MoneyGram Haas F1 Team".

Proprio qui va sottolineato che l'azienda impiega migliaia di lavoratori negli Stati Uniti nella produzione di utensili e la promozione dell'attività avviene avvalendosi anche della presenza di scuderie in F1 e NASCAR. Va comunque notato come quest'anno Haas abbia ridotto le dimensioni della sua attività nelle stock-car, passando da un team di quattro vetture a una sola, e l'avvio della partnership con Toyota in alcune attività legate alla scuderia di F1.

Cosa succede nel Circus

Tutto è bene quel che finisce bene? Dobbiamo considerare la F1 al riparo dai possibili effetti dei dazi imposti dall'amministrazione Trump? In fondo, il mondo degli sport motoristici è un'industria globale ed è suscettibile di tutti gli scossoni a livello economico.

Abbiamo già dato un'occhiata all'impatto che queste tariffe avranno sugli sport motoristici in America, focalizzando l'attenzione sull'IndyCar, per quanto la situazione sia instabile e quindi non è possibile trarre delle conclusioni significative.

Credits: Haas F1 Team
Credits: Haas F1 Team

Prendendo come riferimento le Serie americane più in vista, troviamo molti fornitori single-source di componentistica standardizzata provenienti dall'estero: per la NASCAR possiamo pensare ai condotti radiatore (prodotti da Dallara in Italia) e in IndyCar possiamo pensare alla struttura in titanio dell'aeroscreen (prodotta da Pankl in Austria). Tutto questo rappresenta voci di costo da tenere sotto controllo e destinate ad incrementare con i dazi attuali.

Poiché la F1 ha una natura più internazionale (soprattutto per quanto riguarda costruzione, produzione delle monoposto e sourcing dei materiali), il Circus potrà probabilmente evitare molti grattacapi legati all'aumento tariffario, ma tre player potrebbero risentire dello scenario globale (qualora la situazione tenda a deteriorare): Cadillac, Ford e Haas.

Il trio americano

Cadillac, ad oggi, non ha dichiarato nulla in merito e l'unico riferimento disponibile legato alla politica dei dazi è un'affermazione generica di appoggio alla visione economica di Trump, cosa comune per le Case automobilistiche americane, titubanti nell'assumere delle posizioni "forti" con il panorama che va man mano definendosi.

Il progetto della scuderia americana prevede tre basi negli Stati Uniti e una nel Regno Unito, con la sede in Indiana, la produzione di PU in Carolina del Nord e un supporto operativo in Michigan. Va notato che il progetto, almeno inizialmente, prevede l'impiego di PU “esterne”: tenendo conto di questo dettaglio e ragionando in generale, la costruzione della monoposto in America richiederà a un certo punto l'importazione di beni soggetti a dazi.

Ford potrebbe vivere una situazione simile, se non fosse che il brand americano non dovrebbe avere parte attiva nella produzione di "oggetti" legati alle monoposto di F1 (la partnership con Red Bull Powertrain sembra di più a livello commerciale); in ogni caso, qualsiasi trasferimento di merci oltre confine sarà probabilmente accompagnato da una tariffa associata. Haas F1 rappresenta un discorso a parte: la sede negli USA non sembra essere coinvolta nella costruzione della monoposto e nelle normali attività operative. Considerando il ruolo dietro le quinte di Toyota, la preoccupazione maggiore del marchio Haas è legata alle macchine CNC e non necessariamente al team di F1 stesso.

Per ora la F1 dovrebbe essere al riparo da grossi colpi di coda riverberati dall'introduzione dei dazi imposta da Donald Trump, tuttavia la situazione piuttosto fluida del quadro globale potrebbe portare a scenari diffcilimente valutabili al momento della stesura di questo articolo, magari legati alla ricerca dei vari materiali in un contesto di muro contro muro tra i Paesi.

Luca Colombo