Alan Stacey, il pilota con la protesi
Abbiamo già raccontato in passato la straordinaria storia di Archie Scott Brown, e di come costui fosse riuscito a diventare un grande pilota nonostante i gravi problemi fisici che lo avevano condizionato fin dalla nascita.
In questa occasione parliamo di Alan Stacey, pilota che nonostante abbia gareggiato con una protesi alla gamba destra è riuscito con le sue vittorie ad arrivare alla corte di Colin Chapman e a correre per la Lotus.
Jabby Crombrac, nel suo libro "Colin Chapman, l’uomo e le sue auto", scrisse così a proposito di Stacey: “Aveva una gamba artificiale: quella destra, tagliata appena sotto il ginocchio a causa di un incidente in moto. Il suo meccanico si chiamava Bill Bossom, il quale a sua volta era senza un braccio. Sicché c'era questa strana combinazione tra un ragazzo con una sola gamba ed il suo meccanico con soltanto una mano! Essi divennero presto assai popolari in quanto, nonostante i loro particolari handicap, erano riuscito a salire ai vertici di questo sport".
Alan strinse inoltre un bel rapporto d'amicizia con il suo compagno di squadra Innes Ireland con cui, oltre a divertirsi nel prendere in giro un giovane Jim Clark, una volta decise di utilizzare la sua protesi per architettare uno scherzo durante un controllo medico imposto dai francesi per partecipare alla 3 ore di Rouen. Il racconto è sempre di Jabby Crombac: “Durante la prova il medico toccò il ginocchio con un martello di gomma per controllare le reazioni della gamba. Così Alan offrì la gamba integra per la prima volta, dopodiché Innes riuscì a distogliere l’attenzione del medico e Alan ne approfittò per cambiare rapidamente la gamba, utilizzando quella precedente!”.
Dopo avervi raccontato questi due piccoli aneddoti, passiamo a raccontarvi la vita di questo straordinario pilota, conclusasi in seguito ad un'incredibile fatalità durante il Gran Premio del Belgio 1960.
Alan Stacey nasce il 29 agosto 1933 a Broomfield, nella contea di Somerset ,in Inghilterra. All'età di 17 anni la sua vita cambia completamente in seguito ad un incidente con la moto, in cui subisce l'amputazione della parte inferiore della gamba destra che viene sostituita da una protesi artificiale.
Questo però non lo ferma: infatti nel 1955 comincia a correre su una Lotus MkVI da lui costruita, mentre nella stagione successiva mette a punto una Lotus XI ottenendo diversi successi su vari circuiti inglesi come Brands Hatch, Snetterton, Silverstone e Goodwood. In seguito a queste vittorie gli arriva l'offerta per lavorare come pilota per il team Lotus.
I meccanici del team, nel tentativo di risolvere i suoi problemi alla guida, decidono di mettergli a disposizione un cambio di tipo motociclistico: nel 1957, in coppia con Ashdown, guida così una Lotus 1.098 cc partecipando alla 24 Ore di Le Mans, dove conclude al nono posto assoluto ad una velocità media di 159,458 km all’ora.
Nell'anno successivo continuano ad arrivare ottimi risultati con le Sport: un secondo posto al Daily Express Trophy dietro a Graham Hill, una vittoria al Crystal Palace Meeting Trophy ed il trionfo nella tre ore di Rouen (dove avviene l'episodio narrato nell'introduzione). Il 19 luglio 1958 debutta in Formula 1 nel Gran Premio di Gran Bretagna, sul circuito di Silverstone: qualifica la sua Lotus-Climax in ventesima posizione, mentre in gara è costretto al ritiro per problemi di surriscaldamento del motore.
Dopo questa piccola parentesi in Formula 1, Stacey continua a correre nelle auto Sport, dove ottiene altri ottimi risultati: Trofeo Rochester e Trofeo Kentish Trophy (dove batte Graham Hill) a Brands Hatch, International Gold Cup Meeting a Oulton Park e il BRSSC Meeting a Brands Hatch nel mese di ottobre.
Nel 1959 le monoposto Lotus non si mostravano competitive, e per Stacey l'anno si rivela davvero frustante: riesce a cogliere la sua unica soddisfazione vincendo al British Empire Trophy Meeting. Nuovamente partecipa al Gran Premio di Gran Bretagna, dove riesce a qualificarsi in dodicesima posizione e a concludere la gara (la sua prima e unica portata a termine in Formula 1) all'ottavo posto, a quattro giri dal vincitore Jack Brabham su Cooper. Partecipa al Gran Premio degli Stati Uniti sul circuito di Sebring, dove di nuovo si qualifica dodicesimo, ma è costretto al ritiro al secondo giro per problemi alla frizione.
La stagione 1960 comincia con l’abbandono di Graham Hill, che lascia la Lotus per passare alla BRM: Alan viene quindi promosso come secondo pilota da affiancare a Innes Ireland.
La prima gara della stagione è il Gran Premio dell’Argentina, dove con la vecchia Lotus 16 parte in quattordicesima posizione, ma è costretto al ritiro per problemi fisici al 24° giro. Partecipa quindi al Gran Premio di Buenos Aires, gara non valida per il campionato, con Antònio Creus alla guida di una Maserati 250F, ma entrambi sono costretti al ritiro. Tornato in Europa, conquista il quarto posto all'International Trophy, ma si ritira nel Gran Premio di Monaco per problemi al telaio della sua Lotus 18. Nel Gran Premio di Olanda riesce a risalire sino in terza piazza, prima che la trasmissione lo tradisca al 57° giro. La gara viene tra l'altro funestata dalla morte, in seguito ad un incidente di Dan Gurney, di un spettatore che si trovava in una zona vietata.
La Formula 1 si sposta quindi in Belgio, sul terribile tracciato di Spa-Francorchamps, per disputare il quinto appuntamento del campionato. Durante la qualifiche Stirling Moss e Mike Taylor sono entrambi protagonisti di due gravi incidenti, anche se questo si rivela purtroppo solo il presagio a ciò che sarebbe accaduto durante la gara.
Nel corso del 20° giro il britannico Chris Bristow, al volante di una Cooper, esce di pista alla curva Burnenville rimanendo ucciso sul colpo. Soltanto pochi giri più tardi, praticamente nello stesso punto, il macabro copione si ripete: Alan Stacey, mentre viaggia in sesta posizione (piazzamento che gli avrebbe consentito di ottenere il primo punto iridato in carriera) perde il controllo della vettura ed esce di pista, venendo scaraventato fuori dalla vettura e perdendo la vita per le ferite riportate. La gara, nonostante i due gravi incidenti, non viene interrotta, e si conclude con la vittoria di Jack Brabham.
Anni dopo, rilasciando un'intervista ad un magazine inglese, il compagno e amico Innes Ireland rivelò il racconto di alcuni spettatori presenti al momento dell'incidente di Stacey: secondo quest'ultimi, la causa fu dovuta alla presenza di un uccello, che attraversò la pista proprio mentre sopraggiungeva la vettura dell'inglese, il quale fu colpito in pieno volto dal volatile.
Questa è la vicenda di un pilota capace di risollevarsi dopo un dramma personale, mai arresosi di fronte al proprio handicap fisico ma anzi capace di affrontare con grande spirito e serenità la propria avventura nel mondo delle corse. Un'avventura, purtroppo, finita in maniera tragica e improvvisa.
Chiara Zaffarano
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