IndyCar | GP of Long Beach: Kirkwood cittadino modello
Primo successo stagionale per Andretti Global con Kyle, perfetto tra i muretti della California. Secondo il leader Palou.

Terza vittoria in IndyCar per Kyle Kirkwood, la seconda sulle strade di Long Beach dopo la prima assoluta di due anni fa. Il pilota di Jupiter ha confermato ancora una volta il proprio feeling speciale con le strade californiane, dominando il Grand Prix dopo aver ottenuto la pole nella giornata di ieri. Secondo posto per il mai domo leader della classifica Alex Palou, davanti all’ottimo Christian Lundgaard che ha chiuso il podio per Arrow McLaren.
Primi sorrisi in casa Andretti
Finalmente, dopo un inizio di stagione complicato, in casa Andretti Global è tornato il sorriso. Grazie soprattutto a Kyle Kirkwood, che ha concretizzato la pole ottenuta ieri davanti al team mate Colton Herta. Il driver della Florida ha deciso di partire con il set di gomme soft, per poi fermarsi dopo soli sette giri per cambiarle e continuare poi ad utilizzare solo le hard, decisamente più efficaci a Long Beach. Non è certo una novità in questo inizio di stagione IndyCar: le Firestone più morbide, così come avvenuto a St. Pete, si sono rivelate di gran lunga la mescola meno performante.
Kirkwood e il suo team hanno impostato una strategia a tre soste, andando a fermarsi sempre una tornata più tardi rispetto al rivale numero uno per la vittoria, Alex Palou. Lo spagnolo, scattato dalla seconda fila, per la prima volta in stagione ha dovuto cedere lo scettro, ma sicuramente ha lottato fin che ha potuto per portare a casa una tripletta che avrebbe avuto un sapore storico. Il tanto sottosterzo ha certamente influenzato la sua prestazione, che comunque è stata di altissimo livello.
Lundgaard e Dixon, azzardi che pagano solo in parte

Sugli stradoni a sud di Los Angeles chi ha provato a fare saltare il banco sono stati i piloti scattati con gomma dura. Tra questi Scott Dixon e, in particolare Christian Lundgaard, si sono trovati per diversi giri ad occupare le prime posizioni. Lo stint centrale, però, per entrambi, dove hanno montato le soft, è stato decisivo, perché lì è dove hanno perso diverso tempo rispetto al gruppo dei leader. Il podio del danese, il secondo consecutivo dopo quello al Thermal, è comunque un buon risultato, considerando anche l'incidente di ieri, mentre Scott ha dovuto accontentarsi dell’ottavo posto dietro a Herta, forse il più deluso del gruppo.
A chiudere in quarta posizione è stato Felix Rosenqvist. Lo svedese di Meyer Shank, scattato accanto al campione in carica, ha condotto una gara lineare, togliendosi subito il problema delle soft e restando in scia dei primi due, senza però avere lo spunto per avvicinarsi. Alla fine, ha dovuto cedere al ritorno di Lundgaard, portando a casa comunque un ottimo risultato.
Quinta piazza per la prima delle Penske, pilotata da Will Power, che ha preceduto Scott McLaughlin. Disperso invece Josef Newgarden, colpito tra l’altro dallo stesso problema alle cinture che nel finale della passata stagione non aveva concesso all’australiano di lottare fino in fondo per la vittoria. A chiudere la top ten altri due piloti che erano scattati con le dure, mantenendo un ottimo passo per tutta la giornata: Sting Ray Robb e Kyffin Simpson. Anonimo, invece, il tredicesimo posto di Pato O’Ward, dal quale ci si aspettava qualcosa di più dopo la gara passata.
In chiusura, da sottolineare come, per la seconda volta consecutiva su tre appuntamenti, la pace car sia rimasta tranquilla in pit lane, quasi una novità a Long Beach. Un’ennesima dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno, del livello raggiunto in IndyCar. Qui i risultati completi. Appuntamento, ora, tra tre settimane, quando team e piloti torneranno sul bellissimo tracciato di Barber, in Alabama.
Nicola Saglia