LiveGP Awards 2024 | I candidati al titolo di "Team dell'anno Auto"
Andiamo alla scoperte delle cinque candidature per eleggere la squadra dell'anno: dalle monoposto ai Rally, passando per le competizioni Endurance
Prosegue la presentazione dei candidati ai LiveGP Awards, il contest ideato dalla nostra redazione volto a premiare le figure e le realtà capaci di distinguersi nel corso del 2024 motoristico. Dopo aver svelato i migliori piloti, sia internazionali che italiani, è il turno adesso dei team presenti nel variegato scenario delle competizioni automobilistiche.
Ricordiamo che sarà possibile votare in maniera semplice e gratuita sino alle 15:00 di Lunedì 30 Dicembre a questo link.
McLaren Racing (F1)
Che la McLaren potesse vincere il Mondiale Costruttori nel 2024 sembrava un'utopia già all'inizio del 2023, quando la squadra inglese giaceva sul fondo della classifica. Per non parlare poi di cos'era diventato questo storico team alla fine del 2017, quando al termine della partnership con Honda sembrava destinata allo stesso fallimento che in passato aveva colpito altre realtà storiche come Lotus, Brabham e Tyrrell.
Invece, a Woking si sono rimboccati le maniche, grazie anche ad Andrea Stella, che ha preso le redini del team alla fine del 2022. Dopo un inizio di stagione in linea con il finale dello scorso anno, dove i Papaya erano in lotta con Ferrari per il ruolo di seconda forza, a Miami è arrivata la prima vittoria in tre anni con Lando Norris, e da lì la stagione è stata un inarrestabile crescendo. Complessivamente, la MCL-38 andando avanti si è dimostrata sempre più la migliore macchina della griglia, seppur con un margine piuttosto risicato, e alla fine sono arrivate anche altre cinque vittorie: a Budapest e Baku con Oscar Piastri, mentre a Zandvoort, Singapore e Yas Marina con Norris. Anche grazie alla debacle della Red Bull ed al contributo quasi nullo di Sergio Perez, alla fine la McLaren è riuscita in un sorpasso nella classifica a squadre che sembrava impossibile a inizio anno, respingendo nel finale gli attacchi della Ferrari in un'emozionante testa a testa.
Per McLaren è stato il primo titolo dopo sedici anni, da quel lontano Mondiale Piloti di Lewis Hamilton nel 2008, mentre quello Costruttori mancava addirittura dal 1998, quando la coppia era composta da Mika Hakkinen e David Coulthard e nessuno dei due attuali piloti era ancora nato. L'unico rammarico resta forse quello di aver sprecato un potenziale Mondiale Piloti con alcuni errori strategici, di gestione e dei piloti stessi: ma per quello c'è sempre tempo per il 2025, quando la squadra di Woking si presenterà ai nastri di partenza come favorita.
AF Corse (WEC, GTWCEU, IMSA, ELMS)
Due vittorie quest'anno nel Mondiale Endurance in classe Hypercar con la 499P per la compagine piacentina: la prima, quella più importante, è stata la conferma alla 24 ore di Le Mans con la Ferrari ufficiale #50 con Antonio Fuoco, Nicklas Nielsen e Miguel Molina, mentre la seconda, a Austin, è arrivata con la “giallona” privata #83 guidata da Robert Kubica, Robert Shwartzman e Yifei Ye. Un'annata sicuramente positiva, anche se avara di titoli: la #50 ha chiuso seconda con Fuoco, Nielsen e Molina, mentre la Ferrari ha chiuso terza nella classifica marchi; nella classifica riservata alle vetture private, invece, la #83 è finita dietro le due Porsche del team Jota. Sono comunque state gettate delle buone premesse per il 2025.
A queste vittorie vanno aggiunte le due conquistate dalle 296 GT3 in classe LMGT3, una a testa per la #54 di Francesco Castellacci, Thomas Flohr e Davide Rigon (al Fuji) e per la #55 di Francois Heriau, Simon Mann e Alessio Rovera (a Sakhir): proprio la #55 alla fine ha chiuso al terzo posto nelle classifiche piloti e vetture, raddrizzando una stagione nata non benissimo, dove le vetture di Maranello avevano sofferto la concorrenza di BMW, Porsche e Aston Martin. Infine, da menzionare anche la “doppia” vittoria di Le Mans, perché oltre al successo assoluto AF Corse ha conquistato anche la classe LMP2 Pro-Am con Ben Barnicoat, Francois Perrodo e Nicolas Varrone.
Oltre al WEC, AF Corse è stata impiegata in svariate categorie: nel GT World Challenge Europe, Alessandro Pier Guidi e Alessio Rovera hanno vinto la Endurance Cup, conquistando anche il titolo a squadre, sebbene sia stata una stagione priva di vittorie. Resterà impresso nella mente di molti appassionati l'amaro epilogo della 24 ore di Spa, con la vettura #51 rimasta bloccata in ingresso dalla pitlane da una Lamborghini che le ha fatto perdere il tempo necessario per centrare la vittoria. Successo anche nell'ELMS in classe LMP2 Pro-Am grazie a Francois Perrodo, Alessio Rovera e Mathieau Vaxiviere. Da segnalare infine il secondo posto di classe GTD alla 24 ore di Daytona con Heriau, Mann, Molina e Key Cozzolino, e l'esordio al GP di Macao nella FIA GT World Cup, con Antonio Fuoco che ha lottato per la vittoria fino alle battute finali, prima di essere coinvolto in un contatto con Raffaele Marciello.
Porsche-Penske Motorsport (WEC, IMSA)
Una stagione spartita tra WEC e IMSA per la squadra, che è stata ricca di successi con la Porsche 963 LMDh. Nel Mondiale Endurance la #5 guidata da Kevin Estre, André Lotterer e Laurens Vanthoor ha conquistato due vittorie, in Qatar e in Giappone, vincendo il Mondiale Piloti all'ultima gara in Bahrain. In totale sono stati nove i podi ottenuti dal team, anche grazie alla #6 di Matt Campbell, Michael Christensen e Frederic Makowiecki. È sfuggita solo la vittoria a Le Mans, con la #5 capace di chiudere solo al quarto posto.
Ma è nella serie nordamericana che sono arrivati i maggiori successi: la stagione è arrivata con la vittoria più importante dell'anno, alla 24 ore di Daytona, grazie alla #7 guidata da Campbell, Dane Cameron, Felipe Nasr e Josef Newgarden. Cameron e Nasr, che hanno corso l'intera stagione, hanno poi vinto anche la 6 ore di Watkins Glen e sono saliti sul podio alla 12 ore di Sebring (con Campbell), a Long Beach, Laguna Seca, Road America e alla Petit Le Mans di Road Atlanta (ancora con Campbell), vincendo alla fine sia il campionato piloti che quello a squadre (oltre che quello costruttori per Porsche). Una doppietta per il team, che ha chiuso anche al secondo posto con la #7 guidata a tempo pieno da Mathieu Jaminet e da Nick Tandy, vincitori a Laguna Seca e a Road America.
Team Penske (Indycar)
Rimanendo in casa Penske, prodigiosa anche la stagione in Indycar, serie dove la squadra del Capitano si è rivelata essere complessivamente la migliore. Non essendoci però un campionato riservato ai team, Penske è rimasta a bocca asciutta di titoli, ma sono arrivate in totale otto vittorie, sette secondi e sei terzi posti spartiti tra Scott McLaughlin, Will Power e Josef Newgarden.
Certamente, la più memorabile di questa resterà quella alla 500 Miglia di Indianapolis di Newgarden, la ventesima della storia del team, arrivata con un sorpasso all'ultimo giro ai danni di Pato O'Ward. In generale, Penske si è dimostrata la squadra migliore soprattutto sugli ovali: Newgarden ha vinto anche a Gateway, mentre in Iowa McLaughlin e Power si sono spartiti le due corse. L'unica pecca di quest'anno è stato il “fattaccio” di St Petersburg, quando Newgarden e McLaughlin sono stati squalificati per aver usato il Push to Pass in maniera irregolare, mentre a Power sono stati sottratti dieci punti in campionato. A fine anno sono stati proprio quei punti a pesare per McLaughlin, che con il secondo posto (e i punti in meno di Alex Palou) avrebbe vinto il titolo.
Toyota Gazoo Racing WRT (WRC)
Toyota Gazoo Racing ha conquistato il Mondiale Costruttori nel WRC con la Yaris Rally 1 grazie a Elfyn Evans, Sebastien Ogier e Kalle Rovanpera. Mentre il britannico, che ha corso full time, ha chiuso secondo nel campionato piloti grazie al successo nell'ultimo rally stagionale in Giappone e ad altri sei podi, i due “part-time” hanno dato spettacolo nei round in cui sono stati impiegati: Ogier ha vinto in Croazia, in Portogallo e in Finlandia, chiudendo secondo a Montecarlo, in Italia, in Lettonia e in Giappone e conquistando il quarto posto finale in classifica nonostante tre round saltati. Rovanpera ha vinto invece in Kenya, in Polonia, in Lettonia e in Cile, e solo una serie di ritiri gli hanno impedito di lottare per il titolo nonostante sia stato presente in sette round su tredici. Alla fine il finlandese ha chiuso settimo assoluto. Da menzionare anche l'apporto di Takamoto Katsuta, secondo in Kenya.
Alfredo Cirelli